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Spiral, originale film rumeno al Bergamo Film Meeting

Spiral è ambientato in un luogo un po’ fuori dal mondo, dove i personaggi sono costretti a fare i conti con la loro solitudine

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Il film Spiral del 2020 è una produzione ungherese e rumena della regista Cecília Felméri, presentato al Bergamo Film Meeting nella sezione Mostra Concorso.

Per il Bergamo Film Meeting (39° edizione) leggi anche: Bergamo Film Meeting: l’immagine del Festival

Prodotto da András Muhi e Mónika Mécs per Inforg-M&M Fillm e da Gábor Ferenczy per Spiral Film. Coprodotto da Oana Giurgiu per la società rumena Hai-Hui Entertainment.

Interpreti: Bogdan Dumitrache (Sieranevada) , Diána Magdolna Kiss , Alexandra Borbély (Corpo e anima) , Dóra Uhrik , Veronika Szabó.

Un film decisamente originale, a tratti allucinatorio, che segue i tre protagonisti e le relazioni tra loro, senza sconti

Spiral: Bodgan Dumitrache nel ruolo di Bence

Spiral trama del film

“Quattro stagioni vissute sulla riva di un lago. Bence e Janka vivono in una vecchia casa e si guadagnano da vivere grazie alla gestione delle attività di pesca. Bence ha ereditato la proprietà dal padre che annegò proprio in quel lago, anche se il suo corpo non fu mai ritrovato. Nonostante i fatti drammatici, quel luogo appare ancora come un paradiso immerso nella natura. Con il passare del tempo, la relazione della coppia inizia a deteriorarsi e, contemporaneamente, i pesci nel lago incominciano a morire in maniera misteriosa. Un’altra donna, Nóra, appare improvvisamente nella vita di Bence. Spiral è un dramma psicologico sospeso tra realismo e suspence, è una riflessione sulla capacità di “lasciar andare” il passato e di come i cicli della vita e della natura siano strettamente connessi”. (Dal sito ufficiale del Bergamo Film Meeting)

Spiral un film su chi muore e chi resta

Ma è soprattutto un film sulla morte e su come le vite di chi sopravvive vengono inesorabilmente bloccate nel loro fluire, quando non si riesce ad accettarla. E come si fatichi a riemergere da uno stato di apnea che impedisce il normale respiro delle cose e della psiche.

Non a caso l’incipit sorprendente del film è una ripresa da sotto la superficie dell’acqua, che ci mostra il paesaggio in cui sarà ambientata tutta la narrazione. Il lago, le capanne, il bosco, il cielo, visti attraverso il movimento dei pesci, e dell’acqua, in una panoramica lenta, da sinistra a destra. La sovrapposizione di due diverse realtà, quella sommersa dell’inconscio e quella del quotidiano, predispongono fin da subito ad una lettura stratificata: ciò che vediamo nasconde significati più profondi e arcani, ci viene  ricordato già dai primi frammenti.

Bisogna aspettare un bel po’ di minuti perché ci sia la luce del giorno. Le prime scene sono al buio e, anche se rappresentano un amplesso, non c’è gioia, né gioco. Bence tocca Janka mentre lei sta dormendo, in un approccio che già comunica ansia, perché non si capisce quanto da lei sia gradito.

Spiral: Diana Magdolna Kiss é Janka

Spiral Il ciclo delle stagioni e della vita

E quando finalmente la giornata inizia, ecco i primi segni di morte: sono le anatre ferite, i pesci che tornano a galla, il fringuello che sbatte contro la vetrata, uccidendosi, in un autunno che presto diventerà inverno. Parafrasando Kim-Ki Duk, potremmo dire autunno, inverno, primavera estate e poi ancora autunno, senza lo stesso misticismo e la stessa grande lezione morale.

Bensì il prevalere del gelo nell’anima di Bence, finché la natura non prende il sopravvento e, anche se non lo scioglie del tutto, la parvenza di un cambiamento comincia ad annunciarsi, o a rendersi almeno possibile.

L’originalità del film

Scritto dalla stessa regista, Cecília Felméri, Spiral è un film parecchio originale, di quelli che verrebbe voglia di raccontare tutto nei dettagli. Senza farci prendere troppo la mano, diciamo allora che i personaggi in realtà sono tre: Bence, Janka e Nóra. E che, se pure il personaggio maschile sia  più in figura, viene sposato il punto di vista anche delle due donne . Ognuno è chiuso nel proprio mondo, rendendo difficile un incontro davvero autentico.

I vari movimenti della macchina da presa, i colori, l’illuminazione, le textures, i suoni e altri strumenti espressivi del linguaggio cinematografico sono collegati a ogni protagonista, riflettono le loro impressioni della realtà […] Così ogni scena rispecchia sempre il mondo di un personaggio specifico; non esiste una prospettiva narrativa esterna e onnisciente. […] Il ritmo del film è in armonia con gli stati emotivi dei personaggi. Talvolta è calmo come il ritmo della vita intorno al lago; talvolta accelera quando la storia si fa più drammatica.» (Cecília Felméri)

Dialoghi fotografia e l’attenzione per i dettagli

La storia si fa drammatica piuttosto presto. Ad anticiparla, e anche in seguito, i dialoghi sono fatti sempre di battute essenziali: “È bello il lago. Come un sogno. Già”. In un luogo in cui non prende neppure il cellulare e la tragedia diventa persino allucinazione. Allucinante e allucinatorio, il film, soprattutto nella sua parte centrale.

Bellissima la fotografia che gioca con le sfumature dell’azzurro negli interni e i toni verdi degli esterni. Gli altri colori, quando ci sono, spiccano sul paesaggio che sa di umidità. Il maglione giallo di Janka, il maglione giallo di Nora (assolutamente non casuali), il rosso della boa nel lago come il  sangue, o il frutto, rosso e rotondo, il cui succo sporca le mani di Janka: forse l’unica scena sensuale e allegra, che però presto farà parte del passato.

Spiral: il paesaggio e l’ottima fotografia

Bello lo sguardo dei dettagli. L’attenzione per le briciole sul tavolo, le formiche che passeggiano sui piedi, e un maglione, un maglione anche per Bence, fuori stagione e fuori tempo (ma indossato come un oggetto transazionale).

La narrazione di un disagio universale

Fuori dal tempo e lontano da ogni luogo sembra essere tutta l’ambientazione. Ci aspetteremmo che un film scritto e diretto da una regista rumena  ci offrisse alcuni dei riferimenti sociali e politici che fanno sempre da sfondo al cinema dell’Est Europa, soprattutto quello rumeno. Non è così. Spiral sembra volersi scrollare di dosso tutti i riferimenti spaziali e temporali, per una storia fuori dalla storia, nella rappresentazione di un disagio universale.

Spiral

  • Anno: 2020
  • Durata: 98 minuti
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Ungheria-Romania
  • Regia: Cecília Felméri
  • Data di uscita: 25-April-2021

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