Corpus Christi è un’opera del regista polacco Jan Komasa (Suicide Room, Warsaw 44, The Hater), distribuito in Italia da Wanted Cinema e sta girando per le sale cinematografiche.
È stato candidato all’Oscar come miglior film straniero nell’anno del trionfo di Parasite.
Corpus Christi: la trama
In un riformatorio il giovane Daniel si sente sempre più coinvolto dalla religione.
Scontata la pena, il suo sogno sarebbe quello di entrare in seminario. Ma la condanna gli preclude tale possibilità.
Viene pertanto mandato a lavorare presso una segheria in un paese nella campagna polacca. Ma giunto sul posto decide di non presentarsi al nuovo datore di lavoro.
Trovato rifugio presso la casa del prete del villaggio, nel momento in cui questi deve ricoverarsi in ospedale ne prende il posto, fingendosi a sua volta un sacerdote e trovando rapidamente consenso presso i fedeli.
Prendendo a prestito dal prete del riformatorio il nome di Padre Tomasz, Daniel riesce a farsi accettare dalla comunità grazie al modo accorato e originale di officiare.
Con il suo agire permette ad alcuni abitanti del luogo di elaborare un lutto particolarmente grave che li aveva colpiti tempo prima a causa di un incidente in cui avevano perso la vita alcuni ragazzi del paese.
Ma, ben presto, gli eventi precipitano.
Un film profondamente anticlericale che pone questioni teologiche profonde
In Corpus Christi quello che colpisce in prima battuta è il personaggio di Daniel, interpretato con trasporto da un bravissimo Bartosz Bielenia.
La storia di Daniel è simile a quella di molti suoi simili. Giovani che a causa degli errori commessi si trovano a dover scontare un handicap che difficilmente riusciranno a colmare. Un marchio che li segnerà per sempre.
Con questo fardello Daniel trova nella religione una possibile via di fuga e, nella veste sacerdotale, un mascheramento che gli permetterà di non essere additato come un rifiuto della società.
Gli abitanti del villaggio e il villaggio stesso assumono per lui la rilevanza di un rifugio all’interno del quale sentirsi al sicuro.
Ma questo strano prete, che spesso lascia trapelare la sua vera natura – si abbandona a gesti violenti, fa sesso con una ragazza del posto e nella confessione dà assoluzioni quanto meno bizzarre – per la comunità di fedeli acquista la valenza di un Salvatore.
Non a caso, quando gli eventi precipitano, lo vediamo a torso nudo mostrarsi ai fedeli nella posa del Cristo in croce.
Jan Komasa è abile nel seguire l’evolversi della vicenda – ispirata a fatti realmente accaduti, come recita la didascalia posta all’inizio – utilizzando uno stile semplice ma efficace.
Con la macchina da presa rimane incollato al personaggio del falso predicatore cogliendone, con intensi primi piani, lo sguardo magnetico ed enigmatico che difficilmente lascia indifferenti. Lo accompagna lungo tutta la sua parabola sino al finale aperto che spiazza lo spettatore.
Corpus Christi è un film profondamente anticlericale, che utilizza la religione per affrontare il tema della redenzione e della rinascita spirituale. Ponendo, inoltre, questioni teologiche profonde su cosa sia lecito e cosa no nella pratica del sacerdozio e mettendo alla fine a nudo tutta l’ipocrisia che c’è all’interno della Chiesa.
Il trailer
Anno: 2019
Durata: 116'
Distribuzione: Wanted Cinema
Genere: Drammatico
Nazionalita: Polonia, Francia
Regia: Jan Komasa
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