L’oro di famiglia un Cortometraggio sui ricordi e sul passato

Si aggiudica una nomination al David di Donatello per il miglior cortometraggio dell’anno, “L’oro di famiglia”, film di Emanuele Pisano, giovane e talentuoso cineasta siciliano.

Il regista firma dunque la regia di uno dei migliori quattro corti cinematografici del 2021, concorrendo al prestigioso premio cinematografico. L’ambitissimo “Oscar italiano” è giunto quest’anno alla sua 66iesima edizione.

Diretto, co-scritto e coprodotto da Emanuele Pisano, L’oro di famiglia racconta di un giovane ladruncolo e di una rapina andata male. Tra la refurtiva, un oggetto cattura la sua attenzione. Non oro, non argento e non antichi cimeli, ma qualcosa di molto più prezioso che vale la pena restituire.

Quindici intensi minuti nati da un’esigenza essenziale al regista, quella di raccontare il legame viscerale che attanaglia l’uomo alle proprie origini e al proprio passato, il legame con i propri ricordi.  E’ la nostalgia verso ciò che si è stati e verso la propria famiglia che non ci abbandona mai, una nostalgia universale,

“una maledizione a cui siamo condannati tutti”.

L’oro di famiglia: il protagonista è emblema di ognuno di noi,

specchio di se stessi ma soprattutto riflesso dello stesso Pisano. Egli  vive un tormento personale, sperando che un ricordo offuscato dal tempo possa ritornare vivido tramite delle semplici foto.

Il corto offre una riflessione su un tema attuale e profondamente legato alla nostra era, digitale e telematica, social ed elettronica. Un’epoca governata dalla globalizzazione e dalla tecnologia la quale, negli ultimi 50 anni. Spodestando l’analogico con la drasticità di uno tsunami la tecnologia ha radicalmente cambiato il mondo della fotografia e il nostro modo di approcciare ad essa.

“Nel mondo si scattano ogni anno 2,5 trilioni di immagini: milioni di milioni di scatti che, nella maggior parte dei casi, rimangono confinati in supporti digitali e vengono visualizzati per lo più su dispositivi elettronici. Solo una percentuale minuscola di quelle immagini viene stampata e conservata come si faceva con le foto analogiche. Io amo chiamare le fotografie stampate “memorie tangibili”, perché la fotografia va anche toccata e ascoltata: va vissuta.” (E. Pisano).

L’oro di famiglia: tempo e ricordi

L’emozione è al centro del corto . L’intenzione è di regalare emozioni raccontando di un legame: quello tra gli oggetti, il tempo e l’uomo.

In soli 15 minuti  il corto mette in scena il rapporto inscindibile tra mente, ricordo e richiamo, attraverso i sensi, del tempo perduto.  Il passato, le radici, i ricordi personali. Domina il tema proustiano di un  riaffiorare incontrollabile di sensazioni che riporta indietro nel Tempo. 

Il protagonista è specchio di tutti noi e rappresenta “una maledizione a cui siamo condannati tutti” dice lo stesso autore. Ed è attraverso gli oggetti e i ricordi ad esso legati che manteniamo il rapporto con la famiglia, la terra, la nostra appartenenza a luoghi spesso lontani ormai. 

Il corto porta anche avanti la riflessione sulla tecnologia, sull’era che stiamo vivendo. Evidenzia come sia cambiata ogni cosa nel mondo ultraveloce di oggi . 

La fotografia digitale che prende il posto di quella analogica vuol essere una metafora anche della difficoltà oggi ad immortalare naturalmente le cose. L’occhio meccanico tende a sostituire lo sguardo diretto, la ricerca del particolare, l’ombra, il difetto che fa la differenza sulla perfezione.

Pisano gira quasi sempre in notturno con poca luce prediligendo volutamente una regia oscura che vuol scavare sull’assenza e andare a fondo nei sentimenti.

L’oro di famiglia. Premi e riconoscimenti

A poco più di un anno dalla prima proiezione, “L’oro di famiglia” ha già messo in bacheca il premio “Rai Cinema Channel” all’Ortigia Film Festival. Ha inoltre  ricevuto più di 30 premi in festival nazionali ed internazionali ed è stato selezionato dalla Federazione Italiana Cinema d’Essai (FICE) per l’iniziativa “Cortometraggi che passione”.

Nel circuito dei cortometraggi, Emanuele Pisano ha raggiunto la notorietà e la maturità professionale, ottenendo diversi riconoscimenti tra cui il premio come miglior corto al Taormina Film Fest. Non possiamo inoltre dimenticare le sue qualità artistiche da cineasta alle prese con la regia di numerosi videoclip musicali. Spiccano quelli realizzati per il celebre cantante Ultimo.

Una nuovissima sfida, invece, lo vede firmare la regia di un documentario dedicato a un santuario degli animali, “The Sanctuary” appunto, con le musiche di Paolo Buonvino. Attualmente il documentario è in fase di post produzione, realizzato insieme a due tra i suoi più stretti collaboratori, i produttori calabresi Francesco Garritano e Angelo Benvenuto.

Da questa preziosa collaborazione nasce inoltre Gradiva Film, la cui linea editoriale punta a innovare e migliorare quelle che sono le attuali dinamiche produttive e visive del nuovo cinema italiano.

In attesa del prossimo cortometraggio, che verrà interamente girato in Calabria sulla Riviera dei Cedri, con “L’oro di famiglia” Pisano ci regala uno scorcio di assoluta bellezza. Uno sguardo “volutamente impreciso” sulla natura imprevedibile di alcune scelte e sull’importanza mnemonica dei ricordi.

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