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Nuevo orden: il futuro distopico vicino ai giorni nostri

Esce on demand Nuevo orden, racconto di una ipotetica ma realistica presa del potere da parte di una dittatura militare

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Esce sulla piattaforma on demand IWonderfull, in collaborazione con MyMovies, Nuevo orden, l’attesissimo film del regista messicano Michel Franco (in veste anche di sceneggiatore e coproduttore).

Presentato e premiato con il Leone d’argento all’ultima edizione della 77ª Mostra del Cinema di Venezia, Nuevo orden è un film estremamente duro e realistico, che, di certo, non lascerà indifferente il pubblico.

Nuevo orden: la trama

Il film è ambientato in Messico in un futuro distopico – ma che potrebbe benissimo essere molto vicino ai giorni nostri – durante una violenta rivolta che sta imperversando nel paese.

Inizia con la scena agghiacciante di alcuni malati di un ospedale che vengono evacuati in tutta fretta per poter lasciare il posto ai numerosi feriti provocati dagli scontri.

Poi, subito dopo, la macchina da presa stacca sulla festa per un matrimonio che si sta svolgendo in una splendida villa dell’alta borghesia messicana.

A sposarsi sono Marianne (Naian González Norvind),  figlia di un ricco industriale e Alan (Dario Yazbek Bernal) e, fra gli invitati, vi sono molti rappresentati della classe imprenditoriale e politica del paese.

Durante la festa compare Rolando (Eligio Meléndez), che in quella casa aveva lavorato come domestico otto anni prima e che vi torna per chiedere in prestito i soldi per poter operare la moglie gravemente malata.

L’unica a prendersi a cuore il caso del vecchio servitore è Marianne che, dopo aver racimolato una certa quantità di denaro, si allontana dai festeggiamenti per recarsi a casa di Rolando che, nel frattempo, se ne era andato scoraggiato.

Dopo la partenza di Marianne nella villa irrompono i rivoltosi sparando all’impazzata, ferendo e uccidendo molti dei presenti.

Nuevo orden segue l’evolversi della rivolta che, ben presto, si trasforma in una guerra.

Molti giovani delle classi agiate – fra i quali anche Marianne – verranno imprigionati da un gruppo di militari (forze deviate dell’esercito?) in un deposito e sottoposti a violente torture, allo scopo di chiedere un riscatto alle famiglie per la loro liberazione.

In un crescendo di violenza i militari prenderanno il potere, instaurando un regime di terrore e imponendo alla popolazione drastiche misure di limitazione delle libertà personali.

Il racconto di un paese dilaniato da enormi diseguaglianze sociali

Quello che racconta il regista è un paese dilaniato da enormi diseguaglianze, dove i pochi ricchi costringono la stragrande maggioranza della popolazione a vivere in condizioni di estrema povertà.

Ecco, perciò, che la rivolta violenta diventa quasi una normale conseguenza di siffatte condizioni sociali. Così come, a sua volta, diventa ovvia la repressione e la presa del potere da parte dei militari.

È proprio questo il punto sul quale Michel Franco (Después de Lucía, Chronic) vuole porre l’attenzione. Se le diseguaglianze sociali non vengono risolte in maniera civile, a prendere il sopravvento sarà il caos, con conseguenze devastanti per tutta una nazione.

Con una messinscena serrata Michel Franco confeziona un film teso e molto crudo

Ciò che colpisce in Nuevo orden è la straordinaria capacità da parte del regista a condensare in poco tempo – il film dura meno di un’ora e mezza – una vicenda che altri avrebbero dilatato nei tempi.

Per fare questo il regista messicano non lesina le scene di violenza, spesso raccapriccianti ma mai gratuite. Al contrario sono funzionali all’economia della narrazione per raccontare la spirale di terrore nella quale è precipitata la nazione.

Fra le carte vincenti del film vi sono la messinscena serrata che impedisce allo spettatore di rilassarsi e l’uso della macchina a mano che amplifica il caos e segue lo straziante dolore della protagonista incarcerata e torturata.

Franco si avvale anche di alcuni simbolismi (forse leggermente scontati) quali l’uso dei colori: il rosso acceso – colore dell’amore ma anche del sangue – per il vestito di Marianne. O il verde per la vernice che i dimostranti utilizzano per imbrattare tutto e che la madre della sposa crede di vedere uscire dai rubinetti dell’acqua.

Un verde che, per i rivoltosi, è il colore della speranza e che ben presto trascolora nelle tinte indefinite e cupe dei nuovi oppressori del paese, i militari responsabili in prima persona dei sequestri, delle torture e dello stato di terrore.

Colori che, per altro, compongono la bandiera messicana che garrisce al vento a benedire il nuovo ordine costituito.

Un film che si ispira, almeno inizialmente, a Z – L’orgia del potere di Costa-Gavras e che fa venire alla mente anche la descrizione della borghesia fatta da Luis Buñuel.

Michel Franco descrive una dittatura violenta e feroce, molto simile a quelle che, nel passato, hanno caratterizzato molti paesi sudamericani e che sono state raccontate, in maniera più sottile ma altrettanto efficace, dal regista cileno Pablo Larrain.

Più che un film sulla lotta di classe quello di Franco è un’opera sulla rivolta dei paria, dei diseredati del mondo che non hanno altro che la violenza per far sentire la propria voce. E che con altra violenza vengono ricondotti al silenzio.

Un Leone d’argento meritato per un film che, sicuramente, farà molto discutere.

  • Anno: 2020
  • Durata: 88'
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Messico, Francia
  • Regia: Michel Franco
  • Data di uscita: 15-April-2021

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