Godzilla vs Kong , in streaming su Netflix, è un film diretto da Adam Wingard e prodotto da Legendary Entertainment e Warner Bros. La pellicola è il quarto film prodotto da Legendary nella serie franchise MonsterVerse.
Prima di questa produzione, Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e il precedente Godzilla II – King of the Monsters (2019).
Godzilla vs Kong la trama
Godzilla è rimasto a vegliare sulla pace terrestre, mentre Kong è sotto osservazione nella Skull Island. È necessario evitare che i due alpha entrino in contatto, per non scatenare nuove rivalità. Ma, improvvisamente, Godzilla rivolta la terra con attacchi gratuiti, che né la Monarch né i diligenti studiosi dei titani si sanno spiegare.
Quando Godzilla distrugge una parte di Apex Cybernetics ad Hong Kong, la sola a dubitare della sua malvagità è Madison Russell (Millie Bobby Brown), figlia della defunta Emma. Convinta che Godzilla agisca perché innervosito da qualcosa di non ben definito, parte con un amico alla ricerca di un altro nerd dei titani, Bernie Hayes (Brian Tyree Henry), che pare saperla lunga.
Nel frattempo, per cercare di contrastare Godzilla, l’unica opportunità è liberare Kong. Il bestione, nel frattempo, dimostra di avere un rapporto speciale con la piccola Jia (Kaylee Hottle), un’indigena dell’isola, sordomuta. Dal momento che il gorilla torna in circolazione, non manca molto a quando Godzilla, avvertendone la presenza, lo attacca.
Contemporaneamente, l’insolita e goffa compagnia di adolescenti e nerd scopre che dietro alla Apex si nasconde in realtà un MechaGodzilla. La battaglia sarà senza tregua, soprattutto per una futuristica Hong Kong che cade a pezzi sotto la furia dei titani.
Il cast vede tra i protagonisti Millie Bobby Brown, Kyle Chandler. Alexander Skarsgård, Rebecca Hall. Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González. Julian Dennison e Demián Bichir.
Godzilla vs Kong è diretto da Adam Wingard, già regista di Blair Witch.
Il plot fragile, le battaglie potenti
La storia di Godzilla vs Kong ha alcune evidenti debolezze, o meglio, degli eccessi di fiducia nei confronti del pubblico, al quale si chiede di accettare qualche banalizzazione narrativa, in favore degli straordinari combattimenti tra i bestioni.
Eccessivamente ingenuo sparare due adolescenti e un nerd mezzo matto in un mondo sconosciuto al centro della terra, eludendo tutta la sorveglianza di un’agenzia super segreta. Licenza poetica anche quella di pensare che dal superpotere di Ghidorah si possano cavar fuori cose buone, o meglio, controllabili.
D’altro canto, però, i ring su cui i titani si confrontano sono sempre più esaltanti: iniziano con uno scontro oceanico che si inabissa tra le piattaforme galleggianti delle portaerei, con Kong che balzella ed elabora strategie geniali per combattere la violenza animale di Godzilla.
There can only be one alpha
L’antropomorfizzazione di Kong, ben oltre lo stadio scimmia, si spinge evidentemente verso il tentativo di farlo entrare nel cuore degli spettatori come favorito al viscido lucertolone.
MechaGodzilla avrebbe potuto essere più elettrizzante, ma la sua comparsa è narrativamente emanata da un’ avidità (umana), che lo rende necessariamente meno curato dei veri protagonisti del film. Quindi sono ancora Godzilla e Kong a rimanere i mostri più spettacolari: dai movimenti pesanti e rallentati nell’acqua, ai ruggiti con bava sgocciolante, fino alle squame e i peli impolverati dal cemento collassato.
Hong Kong, il ring dello scontro finale
Il palcoscenico più radioso è comunque la Hong Kong moderna. Già diverse volte bersagliata da Hollywood (in Pacific Rim piuttosto che in Transformers 4: L’era dell’estinzione), mai come questa volta in Godzilla vs Kong viene demolita e sbriciolata, con le piattaforme panoramiche dei grattacieli usate come scudi e le gru come oggetti contundenti. Il fatto che siano due super potenze titaniche a scontrarsi su questo terreno per nulla apolitico, non è affatto casuale. O che sia l’animale a vincere sulla macchina; forse è più che altro una ferma speranza per il futuro.
L’uso delle soggettive più improbabili
E poi, ci sono i momenti di poetico rallentamento, di slow motion dell’azione, anche se in realtà continua a correre sfrenata. Quando il punto di vista che interessa è quello della candida Jia, la sordomuta che non avverte suoni, ma vibrazioni, l’Atmos del cinema si ammutolisce, improvvisamente.
Quando spettacolarmente la soggettiva si sposta proprio sulle spalle del gorilla, mentre si avventa sul nemico non placato, è un’istantanea da percepire o da perdere per sempre. Da lasciare cadere assieme al nemico massiccio.
In Godzilla vs Kong non sembra sia stato mantenuto il collegamento filologico con i personaggi originali; Legendary ha ricreato un suo mondo, in cui fare sfoggio di un’azione sempre più minuziosa e veloce. Certo, omaggia le creazioni dell’era generatrice; ma tralascia la verosimiglianza, se pure relativa a un monster movie, e la credibilità dei personaggi, piuttosto storditi dalle vicende.