Dopo il grande successo ottenuto con Il silenzio degli innocenti e Philadelphia, Jonathan Demme con l’avvento del nuovo millennio ha rivolto il proprio sguardo al passato, realizzando i remake di due film dei primi anni ’60. The Manchurian Candidate e precedentemente, nel 2002, The Truth About Charlie, rifacimento di Sciarada di Stanley Donen. Il film è disponibile su Netflix.
La trama di The Truth About Charlie
Regina Lambert ritorna a Parigi dopo una vacanza ai Caraibi e scopre che l’appartamento è stato svaligiato e il marito, Charlie, ucciso. Tramite le indagini della polizia apprende che Charlie aveva più di una identità e che nascondeva un passato inaspettato. Regina si ritrova da sola nella metropoli e, con l’aiuto di Joshua, un amico conosciuto in vacanza, deve proteggersi dai tre loschi individui che chiedono la restituzione di una grande somma di denaro, convinti che la donna ne sia in possesso. Non sarà facile, per lei, ricostruire la verità sull’ex marito e sugli eventi nei quali viene trascinata.
La ricerca della verità nella frenesia della metropoli
L’idea di realizzare un remake di Sciarada venne a Jonathan Demme sul finire degli anni ’90, dopo l’uscita di Beloved. Traendo il carattere enigmatico dall’omonimo gioco di parole, il film diretto da Donen nel 1963 gioca sull’identità, scomposta e ricomposta a partire da indizi sommari, messi in crisi da numerosi colpi di scena. In un amalgama di generi, che coinvolge il film sentimentale, la commedia e il thriller, si posiziona sul limitare del periodo di transizione del cinema americano. Un occhio volto all’indietro, all’eleganza e al classicismo hollywoodiano d’antan, impersonato dall’inedita coppia formata da Cary Grant e Audrey Hepburn. E uno in avanti, con una narrazione velata di inafferrabilità, proiezione di modernità, e con scintille di violenza, seppur spesso stemperata dall’ironia, non del tutto usuali.
Parte proprio da tutto ciò, Demme, attratto dalla sfida di replicare lo spirito di giocosità e di mescolanza di Sciarada, adattandolo in una nuova veste e sotto uno sguardo diverso. The Truth About Charlie si svincola dalla classicità hollywoodiana cui tendeva l’originale per guardare al cinema francese degli anni ’60. L’esplorazione urbana tipica del cinema di Truffaut e il nervosismo dello stile godardiano si fondono in atmosfere da polar, elementi trasmessi da Demme tramite l’uso vorticoso della macchina a mano, tagli frementi di inquadrature e sequenze e un ampio campionario di soluzioni visive. È una connessione che trova anche una forma corporea, con i volti e i corpi di Magali Noël, Anna Karina, Agnès Varda, Charles Aznavour, protagonisti di quella stagione cinematografica francese, che appaiono nel film in piccoli ruoli o camei. Delle presenze quasi fantasmatiche che si aggirano alla stregua di un retaggio cinematografico carnale.
Ancor più che in Sciarada, dove vigeva una visione della città romantica e quasi filtrata dall’idealismo emerso nei musical precedenti, a cui lo stesso Donen era legato, l’ambientazione parigina assorge a protagonista inglobante. L’indefinibilità che avvolge personaggi ed eventi sembra sorgere direttamente dal caos e dalla frenesia gargantuesca della metropoli, che porta all’annichilimento della verità e della linearità. Demme, nell’accentuata mobilità della camera, finisce spesso con il variare il rapporto tra inquadratura e orizzonte naturale della scena, accrescendo la sensazione di instabilità.
The Truth About Charlie, criticato alla sua uscita nel 2002 come remake sacrilego e liquidato piuttosto rapidamente come divertissement, sembra proprio concentrare il suo sguardo sul turbine convulso di una modernità sempre più urbana. Le azioni e i personaggi sfuggono all’osservazione e non rimane che la fugace e moderna apparenza, sottolineata dal ritmo e da una colonna sonora composta dai brani più disparati e squadrata ed indagata dai personaggi-ombra di cui si è parlato in precedenza. In questa operazione di connessione tra passato e presente, anche in forma fisica, il film di Demme si riallaccia a Sciarada, che si collocava in un periodo di cambiamento del cinema americano così come The Truth About Charlie si colloca all’inizio di un nuovo millennio, assorbendo tutta l’incertezza e l’irrequietezza del periodo.
Tuttavia, spesso i meccanismi del film scorrono a vuoto. Nel tentativo di muoversi in equilibrio tra la volontà di proporre una propria visione e la necessità di non distaccarsi eccessivamente dal film di origine, Demme non sempre trova la giusta dimensione e questa problematica si riflette soprattutto in fase di scrittura. Rispetto al film di Stanley Donen, vengono sacrificate le sequenze più comiche e viene dato meno risalto alla storia d’amore tra i protagonisti, proprio per acuire la tendenza del film all’astrattezza.
I ruoli che in Sciarada erano di Audrey Hepburn e Cary Grant sono interpretati da Thandie Newton, già diretta da Demme nel precedente film, Beloved, e Mark Wahlberg. È proprio pensando alla Newton, che nel frattempo era apparsa di fianco a Tom Cruise in Mission: Impossible II, che il regista ha immaginato la realizzazione del film e la rende il fulcro sia della narrazione che delle inquadrature. Per quanto riguarda il protagonista maschile, ha rifuggito totalmente l’idea di un interprete che richiamasse Grant, impresa tanto ardua quanto controproducente. Wahlberg si distanzia dalla sua figura e con esso anche il personaggio, più brusco e meno decifrabile.
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