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Interviews

Intervista a Francesco Warbear Macarone Palmieri. LPM 2011

In occasione di LIVE PERFORMERS MEETING 2011 diretta da Gianluca Del Gobbo e collocata quest’anno al Nuovo Cinema Aquila di Roma facciamo il punto della situazione con Warbear, uno dei coordinatori di quello che si prospetta come uno degli eventi più innovativi dell’anno.

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In occasione di LIVE PERFORMERS MEETING 2011 diretta da Gianluca Del Gobbo e collocata quest’anno al Nuovo Cinema Aquila di Roma facciamo il punto della situazione con Francesco Warbear Macarone Palmieri, uno dei coordinatori di quello che si prospetta come uno degli eventi più innovativi dell’anno.

Per la nona edizione di LPM mi pare di aver capito che siano stati coinvolti 8 organizzatori ognuno dei quali si è occupato di organizzare artworks, performance, temi, presentazioni e discussioni più o meno specifiche. Tra questi 8 ci sei te che conduci VIDENTITY.

Puoi spiegarci come sei stato coinvolto nel progetto?

Si, diciamo che nell’arco di sviluppo del progetto, la forma-festival sta prendendo sempre più piede. O, meglio, sta germogliando e dialogando con la precedente forma-Meeting. Per comprendere come le due forme hanno iniziato ad interloquire tra loro bisogna comprendere anche il loro sviluppo. Il progetto di LPM si lega ad un processo attualizzante tra software video libero e Live Performance. Nello specifico, da una decina d’anni, il Software FLxER, prodotto da Gianluca del Gobbo, è divenuto una piattaforma utilizzata in tutto il mondo a partire dal Vjng , arrivando al Mapping. Tale piattaforma ha creato una comunità di “FLxER Abusers” sviluppatasi nella struttura di social network che ha iniziato ad incontrarsi una volta l’anno per scambiare saperi. LPM è nato da questa inter zona tra immagini e corpi e si e’ inserito in un circuito internazionale di festival dedicati alla tecnologia video e alla performance art. Per questo, la nona edizione ha deciso di sviluppare sezioni  tematiche in modo più specifico con dei curatori di riferimento che hanno lavorato su ambiti di contenuto. Ora, se immaginiamo che le immagini siano i corpi, i corpi siano il meeting, e il meeting sia fatto di immagini, sorge in questa spirale uno luogo pensile chiamato VIDENTITY.

La tua “sezione” VIDENTITY ha come radici le nuove teorie queer legate all’arte contemporanea. Puoi dirci qualcosa sul concept del tuo palinsesto?

VIDENTITY nasce dal fatto che il software video  FLxER ha abitato il progetto di Phag Off, sia nel party queer mensile, sia nei suoi festival sia nelle conferenze come strumento di esposizione. E, come detto, se pensiamo alla tecnologia video come performance corporale, non possiamo non valutarne anche le politiche. In tal senso appunto, convergendo la parola “video” con  quella di “identity” troviamo un interspazio in cui i corpi si fluidificano e le barriere identitarie –  che ne definiscono i rapporti di potere in chiave eterocentrica –  vaporizzano, lasciando spazio a linguaggi emergenti dove non solo l’entertainment in chiave di Vjing, ma il perfromative cinema, il video concert, il video teatro e le teorie e tecniche del rapporto corpo macchina aprono a politiche femministe e queer.

Che cos’è il VJING nel 2011? Come può trovare una collocazione a livello commerciale e non farsi schiacciare dalla povertà e dalla miseria che circonda il cinema indipendente?

Il Vjing, come ogni forma di espressione nasce come piattaforma. Ricordo quando la tecnologia digitale ancora non si era sviluppata agli inizi dei novanta e il Vjing veniva fatto con due videoregistratori, un monitor e un mixer video. Ad oggi il VJing è diventato una piattaforma di base attraverso la quale si sono sviluppati una serie infinita di linguaggi e tecnologie. Secondo me è importante avere un approccio consistente come per il discorso tra forma festival e meeting. Se la forma festival è una struttura che più o meno indipendentemente produce rapporti economici con dei mercati, siano essi pubblici o privati, la forma-meeting produce degli spazi di sperimentazione e di ricerca. In questo senso il Vjing e’ diventato una macro categoria dove includere ed incarnare diversi aspetti che prendono, contemporaneamente, direzioni diverse. La ricchezza liberante risiede nel percepirsi “attraverso”.

Quali sono i film o i lavori che proietterete all’interno di VIDENTITY, chi sono i tuoi ospiti e che cos’è che non si deve perdere il pubblico di Taxi drivers?

VIDENTITY ha avuto un incredibile volume di proposte sia sul piano della performance video, in chiave  cinematografica, musicale e teatrale, sia sul piano della presentazione di installazione di videoarte, software e DVD. Il focus specifico di VIDENTITY si lega allo scenario post porno. Più nello specifico a come la pornografia di matrice femminista e queer venga filtrata dai linguaggi della performance video. I momenti più importanti sono legati allo sviluppo di questa nuova forma di cinema che ha a che fare con la body art ed è curato da una grossa artista di caratura internazionale. Mi riferisco a ShuLea Chang e al suo I.K.U., cinema performativo che rappresenta un’elaborazione in presa diretta del suo famosissimo film U.K.I.; produzione giapponese di un porno politico legato ad immaginari filosofici Cyberpunk. La perfo avverrà sabato notte e vedrà un’enorme sonorizzazione noise dal vivo con sette ingegneri del suono. A seguire abbiamo il piacere di ospitare un attore culturale della primavera queer video berlinese. Noisy Pig rappresenta l’esplosione di una nuova tendenza tipicamente tedesca, o , anzi fortemente metropolitana, di artisti che introducono il live video non tanto come Vjing nelle festa ma come atto perfromativo nei loro concerti. Per concludere siamo onorate ed onorati di ospitare grossa parte della scena post-porno Spagnola con artiste come Pornoterrorista, figure storiche della sperimentazione video come il software “Pornosonoro” di Vj Mac e gruppi di ricerca teorica come Ideas Destroying Muros e il loro “Pornocapitalismo”. Attraverso queste interlocutrici si svilupperà una trama che ospiterà infinite e infiniti altri artisti. A voi la scelta direttamente sul programma.

RIcordandovi che Taxidrivers è media partner della manifestazione vi rimandiamo al programma di LPM2011 direttamente dal sito di Taxidrivers dove trovate il banner dell’evento oppure qui:

CLICCA QUI PER IL PROGRAMMA DI LIVE PERFORMERS MEETING

 

 

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