Invincible è una serie animata Amazon Prime Video con contenuti adulti tratta dal fumetto di Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead: i primi tre episodi dal 26 marzo, i successivi ogni settimana fino al 30 aprile.
Livello uno. Sei Mark Grayson, sei un adolescente, e la tua vita è normale ma difficile come quella di tutti i tuoi coetanei. La ragazza che ti piace guarda qualcun altro, i tuoi genitori sono fantastici ma non possono aiutarti per quelle piccole incongruenze di ogni giorno a scuola e con gli amici, e non sei certo il più cool della scuola.
Livello due. Tuo padre è un superessere. Ma non uno qualunque: è OmniMan, leader dei Guardiani Del Globo. E un bel giorno, scopri che hai ereditato da lui dei superpoteri e insieme a loro la responsabilità di usarli per il bene comune. E di dover quindi combattere, per il bene comune, contro minacce mortali.
Livello tre. Scopri anche che XXX (spoiler!!!) è un essere alieno, e in realtà il suo compito è facilitare la conquista del pianeta Terra da parte del suo popolo. Da che parte ti schiererai?
Non sono pochi i problemi che il protagonista di Invincible deve affrontare giorno per giorno: e non basta che alcuni provengano dalla realtà supereroica creata di Kirkman, perché con Mark è facile immedesimarsi.
Partendo dall’intuizione geniale del marvelliano Stan Lee, la vita del ragazzo è uguale a quella di tutti i ragazzi del mondo, con gli affanni e i dolori della crescita che tutti affrontiamo o abbiamo affrontato. Il surplus rende solo più difficile gestire la sua esistenza (extra)normale, ma ad empatizzare con lui è un attimo.
La forza di Invincible, fumetto di culto la cui serie animata, annunciata un anno fa, era attesa al varco non solo dal suo numerosissimo fandom, ma da tutti gli estimatori di quel genere una volta nuovo ma che ormai sembra essere diventato parte dell’intrattenimento di base di qualunque suggestione di largo consumo, dal cinema alla tv ai videogiochi., ovvero l’epica superomistica.
Che poco o niente ha a che fare con Nietzsche, ma molto con il citato Lee, che con i supereroi con superproblemi ha creato un vero e proprio epos moderno che non può che appassionare con la sua commistione unica tra soap opera e slug fest.
Da The Boys a Wathcmen, la struttura drammaturgica del superessere serve agli autori per enfatizzare e studiare i problemi dell’attualità più stringente: Kirkman ha deciso, dopo i fasti -ormai passati- di TheWalkingDead, con il quale aveva rivitalizzato la narrativa zombie, di intraprendere la stessa strada di Peter Parker e mostrare a tutti cosa vuol dire essere un adolescente oggi, superare quei dolori della crescita così adolescenziali ma così veri da rendere tridimensionale il suo protagonista.
Invincible ha però con il fumetto di partenza legami molto più stretti rispetto a The Walking Dead: se là si partiva da un incipit uguale ma poi le storie prendevano strade profondamente differenti, qui si parte dalla stessa trama e si procede di pari passo, magari allungando o stringendo qua e là.
I primi episodi di Invincible allora non solo seguono l’ossatura del primo, secondo e parte del terzo ciclo narrativo (Affari di Famiglia, Otto Bastano e Perfetti Sconosciuti), ma ne traslano sul piccolo schermo anche l’apparato grafico e visuale: il segno chiaro, pulito e tradizionale ma allo stesso tempo ipercinetico e debitore delle influenze manga di Cory Walker prima e Ryan Ottley dopo, è il punto di partenza per creare l’Invincible Universe. Sfruttando argutamente anche l’abitudine delle scene post credit, inserendo allora uno snodo fondamentale della trama dopo i titoli di coda, e rendendo anche stratificata la narrazione.
Uno show che nonostante l’animazione come tecnica base suggerisce le sue ambizioni e la sua serietà d’approccio tematico e teoretico anche dal formato, otto episodi da un’ora ciascuno, con scene e argomenti lontanissimi da quell’universo mainstream tipico delle major Marvel e DC.
Il seriale cartaceo è infatti stato stampato dalla Image Comics, sorta di “terzo polo” editore statunitense artefice di successi globali come Spawn o appunto TWD: e la serie Amazon non fa altro che stringere una parentela di intenti e pubblico con l’ottimo The Boys, uniti nell’irrisione dei propri protagonisti in un mondo più vero che mai, sanguinante e doloroso, mentre sullo sfondo la fa da padrone la politica, la cultura e un sociale urgente e stringente.
Non è difficile quindi incontrare lungo la corsa folle e spericolata di Invincible personaggi lgbt, una critica al sistema militaristico americano e il libero insulto all’idea tutta a stelle e strisce di un sempre più improbabile american way of life.
Tutto questo deriva non tanto da un voler seguire la moda, ma da quell’urgenza tutta millennial di portare la realtà all’interno del mondo dei supereroi, esseri semidivini che non potevano continuare a vivere nel loro giardino dorato.
Un’abitudine di cui la Marvel Comics è stata come sempre anticipatrice e alfiere, ma che dal 2000 in poi ha investito più o meno tutta l’editoria di settore.
Che ha fatto dell’imprevisto dietro l’angolo il nucleo emotivo delle sue storie, e che ha approfondito i suoi eroi senza lesinare sulla violenza, senza cercare mediazioni, guardando dritti verso un pubblico adulto e consapevole, senza aver paura di giocare con lo splatter o di alludere al sesso.
Alla ricerca disperata di un nuovo modo di essere eroi.
Invincible
Anno: 2021
Durata: 1 stagione, 8 episodi
Distribuzione: Amazon Prime Video
Genere: drammatico
Nazionalita: Stati Uniti
Data di uscita: 26-March-2021
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