Lunana, A Yak in the Classroom é una delicata storia di crescita interiore. Il film é stato girato fra le alte montagne himalayane.
Presentato fuori concorso alla 30ª edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano Lunana, A Yak in the Classroom, il primo lungometraggio del giovane regista buthanese Pawo Choyning Dorji.
Lunana: A Yak in the Classroom: la trama
Ugyen è un giovane maestro che vive a Thimphu, capitale del piccolo regno del Buthan, sperduto fra le alte montagne himalayane.
Il suo lavoro non lo appassiona. Tanto che il suo sogno è quello di lasciare il suo paese per trasferirsi a vivere in Australia.
Ma il contratto che ha firmato lo obbliga a servire ancora per un anno la propria nazione. E, poiché i suoi superiori non tollerano il suo atteggiamento disfattista, per punizione verrà assegnato a una piccola scuola di Lunana, sperduto villaggio in mezzo alle montagne, a sei giorni di cammino dall’ultima fermata di autobus.
Il giovane si troverà, suo malgrado, a insegnare a una classe di bambini che credono in lui e lo valorizzano. Perché, come dice un piccolo alunno: “un insegnante tocca il futuro”.
Accolto con entusiasmo da parte di tutti gli abitanti del villaggio, Ugyen, che non conosce la dura vita di montagna, lentamente inizierà ad ambientarsi e amare il proprio lavoro e i suoi bambini, comprendendo i valori, semplici ma forti, che stanno alla base della vita fra quelle alte vette perennemente innevate.

Un film sulla crescita di un uomo
Lunana: A Yak in the Classroom, già presentato e premiato in alcuni festival, è un film che segue il percorso di crescita interiore del suo protagonista.
Sceneggiato dallo stesso regista, pone alcune questioni che, all’apparenza, possono apparire semplici e banali. Ma che in realtà non lo sono.
Ad esempio, accompagnando Ugyen nei suoi mesi di permanenza nel piccolo villaggio di Lunana, non possiamo non immedesimarci nel giovane maestro cittadino, con il sogno di emigrare e incapace di compiere i piccoli gesti quotidiani necessari per sopravvivere in un ambiente così ostile. Come, ad esempio, accendere il fuoco della stufa per scaldarsi e prepararsi una tazza di tè.
Insieme a lui cominciamo a prendere coscienza dei veri valori che fortificano lo spirito e rendono affascinante la vita e il sentirsi parte di una comunità.
Comprendiamo come, per dei montanari pastori di yak, questi animali siano indispensabili. Perché forniscono tutto ciò che serve per vivere. Dal latte, alla carne, fino allo sterco con il quale, una volta essiccato, si può accendere un fuoco.
Non ci stupiremo quando Saldon, la ragazza che insegna a Ugyen un bellissimo e difficile canto e che, probabilmente, si innamora di lui, offre al giovane, in segno di amicizia, un vecchio yak da ospitare all’interno della piccola scuola.

Un’opera delicata che avvicina lo spettatore ai valori più alti della vita
Pawo Choyning Dorji, autore anche della sceneggiatura, ha realizzato un film estremamente delicato, che riesce ad avvicinarci ai valori più alti della vita.
Giunto l’inverno, Ugyen lascerà lo sperduto villaggio e i suoi abitanti che lo avevano adottato e dai quali era stato, alla fine, conquistato. Lo farà con un peso nel cuore, ormai profondamente trasformato nel proprio intimo.
Il film è stato girato, nella prima parte a Thimphu, capitale e unica grande città della piccola nazione himalayana. Poi, completamente a Lunana. Con attori non professionisti – sia gli adulti, sia i bambini – che hanno saputo trasmettere emozioni semplici ma, proprio per questo, preziose e vere.