Ruggero de Virgiliis si è così espresso in merito al progetto:
“È un piccolo film, ma lo abbiamo realizzato veramente con l´idea che fosse un lavoro di resistenza per tutti i lavoratori dello spettacolo, unendo una finalità benefica, la devoluzione di ogni incasso alla Protezione Civile, alla voglia di mantenere la produzione di film attiva, quando tutti i set erano fermi a marzo e aprile dello scorso anno”.
Di cosa parla Il cinema non si ferma
Una commedia di finzione strutturata in vari episodi che raccontano l’emergenza Covid da differenti punti di vista, raccordati da sequenze che riproducono servizi giornalistici. Numerose, nuove e innovative modalità sono state messe in atto per poter girare il film. Tutto senza una troupe in movimento, rispettando il lockdown e tutte le norme sanitarie.
Per prima cosa si è proceduto a una vera e propria mappatura delle location delle case degli attori, dei loro vestiti/costumi, degli oggetti di scena e delle scenografie. Gli sceneggiatori ricevevano le informazioni. Gli stessi erano coordinati da Stefano Piani e hanno ideato gli episodi sulla base degli elementi raccolti.
Parallelamente, i tecnici hanno ideato un work-flow. Questo per permettere di girare con gli smartphone in possesso di ciascun attore, con il regista e il direttore della fotografia Daniele Muscolo collegati da casa in videoconferenza. Un vero e proprio set ‘normale’, con convocazioni e ordini del giorno, scelta dei costumi e ciak. C’è stata quindi la sperimentazione di una nuova tipologia di produzione con musiche realizzate da 24 autori dell’Associazione Compositori Musiche per Film in coordinamento tra loro.

Produzione e raccolta fondi
Per il mercato nordamericano il distributore Xenon Pictures Inc. ha recentemente acquisito il film. Lo distribuirà negli Stati Uniti e Canada con il curioso titolo La COVID vita. Un grande traguardo per un film assolutamente unico nel panorama internazionale.