Nomadland di Chloé Zhao ha da poco sfondato il tetto di cristallo con le nomination agli Oscar 2021.
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Dopo aver trionfato ai Golden Globe, e prima ancora al Festival di Venezia, si sta facendo strada alla kermesse americana con ben sei nominations (Miglior film, regia, montaggio, sceneggiatura non originale, fotografia e attrice protagonista).
Con questa pioggia di consensi, è quasi naturale che per la regista cinese naturalizzata americana, la madre patria sia il prossimo ambito mercato. Soprattutto in questo momento in cui a livello mondiale, pare che la Cina sia l’unico territorio dove i teatri sono rientrati a pieno regime. È ormai fuori discussione che il mercato della potenza asiatica, si piazzerà come il botteghino più fruttuoso di questi anni insoliti. E chiaramente il più ambito.
Chloé Zhao e i commenti sulla Cina
Per questo l’arrivo di Nomadland di Chloé Zhao, è molto atteso. La regista però ha un passato di commenti “frizzanti” sulla sua terra, che come si sa l’oligarchia tende a non dimenticare facilmente. Nel 2013, in una intervista su Filmmaker la Zhao aveva indicato la Cina come
Un posto dove ci sono bugie ovunque.
anche se la dichiarazione era stata poi ritirata. E di recente ha fatto notare come si senta attualmente più americana che cinese.
Dalla Cina agli Stati Uniti
Chloé Zhao è nata a Pechino ma ha svolto i suoi studi presso la New York Film Academy, e negli Stati Uniti ha poi esordito: prima con Songs my brother taught me (2015) e a seguire con la sua seconda opera The Rider – Il sogno di un cowboy (2017).
In vista anche della prossima distribuzione di Gli eterni (2021), la produzione Marvel che la vede alla regia, e che arriverà nei teatri cinesi a novembre, Chloé Zhao dovrà impegnarsi a “ripulire” le sue dichiarazioni e la sua posizione quanto prima.
È confermata infatti l’uscita di Nomadland nelle sale cinesi con il circuito della National Alliance of Arthouse Cinemas (NAAC) (fonte Hollywood Reporter). La NAAC è una derivata governativa che si occupa di film d’essai per il territorio cinese. La contropartita è che questa distribuzione non ha mai realmente premiato i film con permanenze lunghe e coperture capillari.
Qual è la vera distribuzione che Nomadland avrà in Cina?
Visti i tempi con cui si è deciso finalmente di accoglierlo in Cina, non c’è da stupirsi tra l’altro, che il povero film abbia già avuto accesso all’altro mercato della Cina, quello nero, quello di cui non si vuole parlare.
Diversi opinionisti sono dell’idea che le prese di posizione della Zhao si risolveranno in una resa dei conti al botteghino. Ovvero, sarà il pubblico a sancire se questa regista sia da considerarsi una traditrice o un talento locale sbocciato altrove.