Proxima, oltre ad essere il titolo del film, è il nome dell’importantissima missione spaziale internazionale che porterà tre astronauti su Marte. Tra questi Sarah Loreau (Eva Green), astronauta francese, insieme a lei l’americano Mike Shannon (Matt Dillon) e il cosmonauta russo Anton Ocheivsky (Aleksey Fateev). Sarah è prima di tutto una madre, oltre che un preparatissimo ingegnere, l’attende una missione epocale nella quale rappresenterà l’Europa nella sua rotta verso il pianeta rosso. Il film racconta questa missione, i preparativi prima della partenza, con la difficile gestione di una famiglia e del difficile distacco da sua figlia Stella (Zélie Boulant).
Ora anche su MUBI,Proxima , è un film che racconta uno dei temi topici di oggi, di una famiglia in tutte le sue accezioni, e di essere madre e lavoratrice allo stesso tempo, delle difficoltà di far coesistere il proprio ruolo di madre e al contempo gli impegni e le ambizioni professionali.
Proxima Un percorso introspettivo sulla preparazione di una missione aerospaziale
Proxima sicuramente non è un film sci-fi, ma bensì è un’opera atipica, che esce dal genere ed è più che altro un dramma familiare vestito di tute aerospaziali. Nella scelta narrativa, sembra a tratti che si voglia attingere dal diario di Sarah, con l’evocazione del narratore fuori campo e le riflessioni e digressioni di un’astronauta. Dai suoi combattimenti interiori, troviamo una commistione di livelli narrativi e sperimentazioni sui generi, mantenendo un registro cinematografico asciutto e per nulla artefatto. Ed è qui che vi sono alcune delle note più interessanti di questo film. Seguiamo degli astronauti, una in particolare, e lo facciamo con un approccio molto esistenzialista, che predilige la filosofia e la contemplazione all’azione. Una tendenza questa, che si è espansa negli ultimi tempi, con film di grande spessore come “High Life” di Claire Denis, ma che in realtà attinge in delle pietre miliari come “Solaris” di Tarkovskij e il beneamato “2001: Odissea nello Spazio” di Kubrick.
Lo spazio dalla terra
Si ripropone l’astronauta che è donna, vedi rimandi al “Gravity” di Cuaron, ma anche al recente e non riuscito “Lucy in the Sky” con Natalie Portman. Però da tutti i suoi precedenti si differenzia, perché in Proxima, di fatto, nello spazio non ci andiamo mai. Il film tratta di una missione spaziale, di un’astronauta che si prepara alla missione della vita, ma alla fine si racconta lo spazio senza mai staccarsi di un centimetro dal suolo terrestre.
C’è una bellissima sinergia fra i tre astronauti, i compagni di viaggio di Sarah, infatti, sono anche dei compagni di vita prima di lasciare la Terra, con un alchimia molto bella che se all’inizio pare un po’ discriminatoria per mano della maggioranza maschilista, soprattutto per colpa di Shannon, vedi i dubbi sulle donne, sulla loro resistenza, poi con l’avvicinarsi al grande giorno si rivela in realtà perfettamente affiatata e solidale. Il merito è anche della morbidezza del buon russo Ocheivsky interpretato da quel Fateev che avevamo già avuto modo di apprezzare nel bellissimo “Loveless” di Andrey Zvyagintsev. Su tutti troviamo una Sarah veramente convincente, interpretata da una Eva Green che è cresciuta molto, dove la consistenza del personaggio al contempo brilla di luce propria ma si forgia anche delle relazioni e alchimie con i diretti compagni a supporto.
Una madre e una figlia
Proxima, quindi è prima di tutto un film su una madre e una figlia. Proprio una frase citata dall’ex-marito (Lars Eidinger) riporta l’essenza dell’opera e la centralità della maternità: “Non esiste il perfetto astronauta così come non esiste la madre perfetta”. Un film, dunque, introspettivo fondato sull’autocritica e sulla capacità di accettarsi, anche se si tratta di missioni al limite della fantascienza, tanto quella di essere astronauta ma ancor più quella di essere madre. È in questa analogia che poggia la poetica del film e che si regge la scelta di una madre sui generis.
In questo deve molto anche alla capacità di mettere in scena benissimo le battaglie interiori, anche dinanzi all’essere donna, madre ed astronauta al contempo, in un settore ancora poco paritario. Un ruolo molto difficile nella vita che richiede grossa resistenza emotiva e fisica. Proxima è un’opera che la regista Alice Winocour dedica esplicitamente alle donne dello spazio, astronaute e madri. Perché quella dell’astronauta non è una vita normale, figuriamoci se sei madre e tua figlia ha bisogno di te più di ogni altra cosa al mondo.
La missione della propria vita
La Winocour, già impegnata sui temi di genere, aveva già firmato a quattro mani la sceneggiatura del molto apprezzato “Mustang“. In questa prova, mette in atto una regia misurata, dalla giusta distanza, quasi a voler documentare oggettivamente le ultime settimane di Sarah prima della partenza. Un film che vuole essere anche testimonianza. Un lungometraggio che applica una scelta originale, che con naturalezza e semplicità del linguaggio cinematografico ricostruisce la preparazione di una missione.
Proxima è un film molto terreno e responsabile, che non vola con la fantascienza come i più classici film di genere, ma che racconta l’attesa della grandezza dello spazio, focalizzandosi sul peso specifico dei drammi di una madre e del difficile distacco da sua figlia. Si guarda ad una missione cosmica, confrontandola con un’altra grande missione “fantascientifica”, quella di essere genitori senza deludere mai i propri figli.
Ecco il trailer di Proxima il film con Eva Green
Dove vedere Proxima il film
Proxima è disponibile su Mubi
Proxima
Anno: 2020
Durata: 107
Distribuzione: Koch Media, Pathé, Sky
Genere: Drama
Nazionalita: Francia/Germania
Regia: Alice Winocour
Data di uscita: 26-February-2021
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