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Personaggi

La filmografia di Gian Maria Volontè

Nell'anniversario della scomparsa del grande attore milanese, riproponiamo una retrospettiva volta a celebrarlo e ricordarlo.

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Gian Maria Volontè è stato uno degli attori più importanti del cinema italiano e non solo. La sua è stata una carriera lunghissima, con una filmografia vastissima e disseminata di prestigiosi riconoscimenti, come il Leone d’Oro alla carriera, ricevuto nel 1991.

Era alla ricerca continua del dettaglio … “ Così lo ricorda il regista Francesco Rosi. Gian Maria Volontè ha interpretato i ruoli più disparati, ma la sua non era semplice interpretazione, lui non è un attore come gli altri. I suoi personaggi vivono con lui e lui con loro. Bucano lo schermo e continuano a vivere nel mondo reale, senza abbandonare per un solo attimo, la loro carica emotiva e soprattutto politica.

Biografia e attività teatrale

Gian Maria Volontè nasce il 3 aprile 1933. All’anagrafe viene registrato come Giovanni Maria Romano, ma da subito è Gian Maria per tutti. Dopo alcuni anni, con tutta la famiglia da Milano, sua città natale, si trasferisce a Torino.

Nel 1947, ancora giovanissimo, è costretto ad abbandonare gli studi e inizia a lavorare in alcuni alberghi. Dopo un breve soggiorno in Francia, torna nel capoluogo piemontese e inizia a frequentare i Nomadi, una scuola di recitazione.

L’Antigone di Anoilh è la sua prima esperienza sul palcoscenico. L’attività teatrale si fa sempre più frenetica e a soli vent’anni viene scritturato da Alfredo De Santctis. Nella stagione 1958-59, è impegnato nella compagnia del Teatro Stabile di Trieste dove lavora con Franco Eniquez.

Il 6 giugno del 1959, Gian Maria Volontè sposa l’attrice Tiziana Mischi. Dopo le nozze, ha un breve periodo d’inattività artistica, ma l’incontro con Giorgio Albertazzi cambierà per sempre la sua vita.

Il definitivo successo arriva con l’interpretazione di Ragozin in L’idiota, che venne trasmesso sulla Rai, diventando un successo nazionale. Ma l’esperienza teatrale non è conclusa. Nel 1960, interpreta Romeo nella tragedia shakespriana.

Il ruolo di Giulietta è affidato a Carla Gravina, tra i due nasce una travolgente storia d’amore, che mette fine al matrimonio con la Mischi.

I primi passi nel cinema

L’esordio cinematografico arriva con Sotto dieci bandiere (1960) di Dulio Coletti. Il primo ruolo da protagonista è in Un uomo bruciato (1961) di Paolo e Vittorio Taviani. Dopo pochi anni è impegnato in Il terrorista (1963) di Gianfranco De Bosio.

Un uomo bruciato è un film ispirato alla vita del sindacalista socialista Salvatore Carnevale. Gian Maria Volontè interpreta il ruolo di Salvatore, che torna nella sua Sicilia e cerca di organizzare le lotte dei lavoratori, ostacolati dagli interessi della mafia.

Il cast: Gian Maria Volontè, Didi Perego, Spiros Focas, Turi Ferro, Marina Malfatti

Il terrorista è ambientato nel 1943 a Venezia. Renato Braschi (Gian Maria Volontè) costituisce un gruppo di azione patriottica, ad aiutarlo è un prete.

Luca Biscontini, nel suo articolo Il terrorista con Gian Maria Volontè in dvd, lo definisce uno dei documenti più significativi in merito alla resistenza.

Il cast: Gian Maria Volontè, Philippe Leroy, Raffaella Carrà, Tino Carraro, Anouk Aimèe.

L’omaggio di Raro Video a Volonté

Alcuni anni fa, Raro Video (Gianluca e Stefano Curti editori) presentò un cofanetto in Dvd dedicato al grande interprete, distribuito da CG Home Video. L’opera, oltre a offrire un interessantissimo materiale, come interviste a Marco Bellocchio e Francesco Rosi; ripropone tre indimenticabili film, restaurati, interpretati da Gian Maria Volontè.

Sbatti il mostro in prima pagina (1972) di Marco Bellocchio. Il lungometraggio racconta, con taglio documentaristico, gli scontri ideologici della società italiana a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70.

Ambientato a Milano nella redazione de Il Giornale (nulla a che vedere con il quotidiano di Idro Montanelli), il redattore capo Bizanti (Gian Maria Volontè) segue gli sviluppi di un omicidio a sfondo sessuale di una studentessa. Bizanti vuole incastrare un militante della sinistra extraparlamentare, strumentalizzando politicamente la vicenda.

Il film, inizialmente, doveva essere diretto da Sergio Donati e solo in un secondo momento entra in causa Marco Bellocchio. Il regista de I pugni in tasca introduce delle novità, come il personaggio interpretato da Laura Betti e sottolinea marcatamente lo scontro ideologico tra Bizanti e i giovani della sinistra.

Gian Maria Volontè, come in ogni film, rende suo il personaggio di Bizanti. Lo fa vivere di vita propria, caratterizzandolo con una spettrale erre moscia, che diventa molto di più di un semplice difetto di pronuncia.

Quando inizierai a capire il mondo? A capire la differenza tra quello che si pensa e quello che si dice… sei una cretina, una cretina e una cretina.”

Sono queste le parole che Bizanti/Volontè rivolge a sua moglie, è qui il senso dell’intero film. La costruzione di una verità che fa comodo. Sbatti il mostro in prima pagina rappresenta il marciume del mondo corrotto. Simbolica diventa l’ultima inquadratura del film, che ci mostra l’acqua melmosa dei navigli.

Il cast: Gian Maria Volontè, Laura Betti, Fabio Garriba, Carla Tatò, Jacques Herlin

Sbatti il mostro in prima pagina - Film (1972) - MYmovies.it

La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri è il secondo film proposto da Raro Video. L’opera vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes. È senz’altro un esempio tra le migliori interpretazione di Gian Maria Volontè, affiancato da una bravissima Mariangela Melato.

Il film racconta l’alienazione della vita dell’operaio Lulù (Gian Maria Volontè) di 31 anni, ma già segnato dal duro lavoro in fabbrica. È amato dai padroni, che lo utilizzano come modello per stabilire i ritmi ottimali di produzione e odiato dai colleghi per la sua diligenza. La sua vita continua in totale alienazione. Ma un giorno ha un incidente sul lavoro e perde un dito. Lulù diventa consapevole della sua condizione e inizia a partecipare alle iniziative organizzate dagli operai e degli studenti.

Noi entriamo nella fabbrica quando è ancora buio e usciamo di sera quando è buio… ma che vita è la nostra…”

È questo ciò che dice Lulù riveduto. Il film, come tanti altri interpretati da Gian Maria Volontè, poggia su una struttura realista, ma sopra le righe, che rende il contesto irreale.

La classe operaia va in paradiso è un vero capolavoro, ma il film non fu esente da feroci critiche. Un cineasta eccentrico, ma di valore come Jean-Marie Straub dichiarò di voler bruciare ogni copia

L’interpretazione di Gian Maria Volontè è magistrale. Il suo stile, che scorre su un sottile confine tra surrealismo e realismo, trascina lo spettatore nella parabola esistenziale e politica di Lulù.

Nel Dvd proposto dalla Raro video viene raccontato come nasce il personaggio protagonista di questo film e il contributo di Ugo Pirro.

Il cast: Gian Maria Volontè, Mariangela Melato, Salvo Randone, Gino Pernice, Luigi Diberti

La classe operaia va in paradiso - L'alienazione della lotta di classe

Il terzo e ultimo film proposto nel cofanetto dedicato a Gian Maria Volontè è Uomini contro (1970) di Francesco Rosi, tratto dal romanzo di Emilio Lussu Un anno sull’altipiano. Il lungometraggio inaugura il sodalizio del regista con l’attore. I due realizzeranno, insieme, altri quattro film; l’ultimo nel 1986, Cronaca di una morte.

Il tenente Ottolenghi (Gian Maria Volontè) è un giovane ufficiale socialista in trincea, durante la prima guerra mondiale. I soldati, oltre a combattere il nemico esterno, sono costretti ad affrontare le ingiustizie all’interno dell’esercito italiano.

Il nemico non è solo quello davanti a noi, ma è anche quello dietro di noi…”

Sono le parole che Ottolenghi grida a squarciagola nel pieno di una battaglia contro gli austriaci. Il nemico interno è il generale Leone, interpretato da Alain Cuny. Un personaggio che rappresenta la vecchia retorica, un pazzo, ma che segue una sua logica, sebbene spietata.

Uomini contro è un film oggi molto apprezzato dalla critica e in certi casi è stato utilizzato anche per finalità didattiche, ma ha avuto non pochi problemi di realizzazione. La genesi di questa pellicola è raccontata in una bellissima intervista a Francesco Rosi, presente nel Dvd della Raro video.

Il cast: Gian Maria Volontè, Pier Paolo Capponi, Alain Cuny, Franco Graziosi, Nino Vingelli

Cristo si è fermato a Eboli (film) - Wikipedia

Cristo si è fermato ad Eboli e la collaborazione con Francesco Rosi

La collaborazione di Gian Maria Volontè e Francesco Rosi continua con Il Caso Mattei (1972), Lucky Luciano (1973), Cristo si è fermato ad Eboli (1979) e La cronaca di una morte annunciata (1987).

Cristo si è fermato ad Eboli, disponibile su Rai Play, come vi abbiamo segnalato tempo fa su Taxidrivers ed è tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Levi, della durata di 150 minuti. Il film fu distribuito nelle sale cinematografiche il 23 Febbraio del 1979.

Il medico e pittore torinese Carlo Levi (Gian Maria Volotè) viene mandato al confino dalla dittatura fascista. La sua meta è un piccolo paese lucano dove vivrà tra la desolazione del paesaggio e della gente. Tornato a Torino, scriverà un romanzo sulla sua esperienza.

Gian Maria Volonté sostiene il suo ruolo con finezza, intelligenza, competenza e con una sobrietà ammirabile.

Il cast: Irene Papas, Lea Massari, Alain Cuny, Paolo Bonacelli, Stavros Tornes.

Il capolavoro con Elio Petri

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, un film del 1970, diretto da Elio Petri e interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971.

Il capo della sezione omicidi della polizia, conosciuto da tutti come “il dottore” (Gian Maria Volontè), viene nominato dirigente dell’ufficio politico della questura. Ma il giorno della sua promozione, il funzionario uccide la sua amante Augusta Terzi. Forte della posizione che occupa, non si preoccupa neppure di sviare le indagini.

Sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo, sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale”

È ciò che dichiara il “Dottore” quando viene messo alla direzione dell’ufficio politico. Una vera dichiarazione, che rivela le finalità politiche dell’opera di Elio Petri e Gian Maria Volontè, che in questo film diventa un vero autore e non un semplice interprete. Memorabile è la celebre sequenza dell’interrogatorio al giovane studente di sinistra:

“… questa democrazia è l’anticamera del socialismo…”

Il cast: Gian Maria Volontè, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio Tramonti

Leggi anche:

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, con Gianmaria Volonté

Quién sabe (1966) Lou Castel Gian Maria Volontè - LaScimmiaPensa.com

Il Western: Sergio Leone, Sergio Sollima e Damiano Damiani

Ogni personaggio interpretato da Gian Maria Volontè è una carica esplosiva, politica e ideologica. Ciò avviene in ogni genere affrontato dall’attore, anche quando partecipa a film Western, solo apparentemente lontano da tesi politiche.

Lo vediamo nei panni di Ramon in Per un pugno di dollari, disponibile su Rai Play (1964) e di Indio in Per qualche dollaro in più (1965); i primi due film di Sergio Leone. Ruoli non certo da protagonista, ma comunque di un certo rilievo.

È in Faccia a faccia (1967) di Sergio Sollima che Gian Maria Volontè diventa protagonista di un Western, insieme a Tomas Milian.

Un insegnante di storia (Gian Maria Volonté), in giro per il West, diventa un bandito. Un fuorilegge (Tomas Milian) si ravvede e mostra di avere un cuore.

Il film, disponibile su Rai Play, è un western etico-politico. Quando la civiltà si trasforma in una giungla, i professori si tramutano in bruti. Ma la giungla ha anch’essa una morale che non è così facile da apprendere come il premere un grilletto o il mirare al cuore di un nemico.

Il cast: Gian Maria Volontè, Tomas Milian, William Berger, Jolanda Modio, Lydia Alfonsi

Ma il western più politico interpretato da Gian Maria Volontè è Quièn Sabe? (1966) diretto da Damiano Damiani e scritto da Franco Solinas, il più importante sceneggiatore del cinema politico in Europa.

Durante la rivoluzione messicana, allettato da un compenso di centomila pesos, l’americano Bill Tate (Leo Castel) accetta l’incarico di uccidere il generale Elias, capo dei rivoluzionari. Per raggiungere la sua vittima, Tate si aggrega a un gruppo di ex ribelli comandati da El Chuncho (Gian Maria Volontè), che cerca di trarre profitto dalla rivoluzione assaltando i treni militari e le caserme per procurarsi armi che verranno vendute poi ad Elias. Bill ed El Chuncho, dopo varie peripezie, giungono finalmente al rifugio del generale. Qui El Chuncho, riconosciuto responsabile della carneficina dell’intera popolazione del villaggio di San Miguel si auto-condanna a morte. Ma Bill non può permettere al suo piano di fallire miseramente.

Quièn Sabe? appartiene all’ultima fase dl western all’italiana, che ha come tema centrale la rivolta messicana. Ma il film si rivolge al mondo occidentale e alla sua politica. È una metafora sul rapporto delle potenze internazionali con i paesi poveri e Gian Maria Volontè e Luis Castel diventano gli strumenti ideali per realizzare la tesi proposta dal regista e dal suo sceneggiatore.

La sequenza finale di Quièn Sabe? racchiude tutte le tematiche ideologiche care agli autori e i due attori le fanno vibrare di vita propria. El Chuncho/Volontè prende coscienza, non solo di se stesso, ma di un popolo intero e ammazza Bill Tate/Castel, amico e allo stesso modo nemico. El Chunco fugge verso un orizzonte incerto, ma libero.

Con me sei stato un amico, sempre, ma io ti devo ammazzare… devo farlo… Quien sabe?”

il cast: Gian Maria Volontè, Leo Castel, Klaus Kinski, Martine Beswck, Andrea Checchi

Leggi anche: Quien sabe? di Damiano Damiani, con Gian Maria Volonté, Klaus Kinski e Leo Castel

Ercole alla conquista di Atlantide

La politica in Gian Maria Volontè è sempre presente, anche quando sembra distante anni luce. È il caso di Ercole alla conquista di Atlantide (1961) di Vittorio Cottafavi, un classico del genere peplum.

Il lungometraggio ha un intreccio molto complesso. È un film avventuroso, con protagonista un muscoloso figlio di Zeus che deve sconfiggere una malefica e affascinante tiranna.

In Ercole alla conquista di Atlantide, Gian Maria Volontè ha un ruolo marginale, ma significativo. In una lunga e grottesca sequenza lo vediamo interpretare il re di Sparta, impegnato a discutere, con altri sovrani dell’antichità. Le sue battute, poco più che una decina, hanno un valore satirico nei confronti dei parlamentari italiani dell’epoca.

Il cast: Gian Maria Volontè, Reg Park, Ettore Manni, Laura Altan, Fay Spain

Todo Modo: "Tu non mi ami più" | Elio Petri, 1976 | Marcello Mastroianni, Gian Maria Volontè - YouTube
Con Gillo Pontecorvo, Giuseppe Ferrara e Giuliano Montaldo

Ma tornando al vero cinema politico, Gian Maria Volontè è il protagonista di Ogro (1979), ultimo film diretto da Gillo Pontecorvo. Il lungometraggio è tratto dal libro Operazione Ogro a nome di Julen Agirre, ma la vera autrice è Eva Forest.

Il film descrive l’attentato del 20 dicembre 1973 a Luis Carrero Blanco da parte dei separatisti baschi dell’ETA. Il piano fu messo a punto da quattro uomini: Ezarra (Gian Maria Volontè), il capo, Txabi, Iker e Luken. Costoro, sotto le finte spoglie di funzionari di banca, si installarono a Madrid e studiarono il piano, che in un primo tempo prevedeva il rapimento di Luis Carrero Blanco, soprannominato “Ogro” (orco), nella chiesa dove si recava a messa tutte le mattine. Il piano cambiò quando Carrero Blanco venne designato presidente del consiglio: poiché le misure di sicurezza intorno a lui si erano moltiplicate, si decise di eliminarlo.

Solo Gian Maria Volontè poteva interpretare questo film. Era l’unico ad avere tanto coraggio per affrontare un ruolo così difficile, non solo sotto il profilo drammaturgico, ma soprattutto morale. È trascorso un solo anno dal sequestro di Aldo Moro e il film viene considerato un instant movie.

Ogro (1979) | MUBI

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Il cast: Gian Maria Volontè, Eeusebio Poncela, Angela Molina, Josè Sacristàn, Nicole Garcia

In ogni modo Gian Maria Volontè è il primo attore a interpretare il ruolo del Presidente della Democrazia Cristiana in Il caso Moro

(1986) di Giuseppe Ferrara. Un ruolo simile lo ebbe in Todo Modo (1976) di Elio Petri, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.

Leggi anche: Via Fani 16 marzo 1978, quarant’anni fa il Caso Moro chiudeva la stagione del compromesso storico e In Todo modo Elio Petri offre una visione apocalittica dell’Italia della metà degli anni Settanta

Gian Maria Volontè diventa l’interprete ideale per il cinema che racconta avvenimenti politici e storici. Come in Sacco e Vanzetti (1971) di Giuliano Montaldo.

Boston, 1920. Due immigrati italiani, Nicola Sacco (Riccardo Cucciola) e Bartolomeo Vanzetti (Gian Maria Volontè), devono rispondere delle infamanti accuse di rapina a mano armata e omicidio. La pena capitale conclude un processo che si rivela subito condizionato da motivi politici. A fronte della mancanza di vere e proprie prove, infatti, è la dichiarata fede anarchica degli imputati a determinare il verdetto. Per sette anni, le ripetute richieste di riapertura del caso vengono respinte.

Luca Biscontini nel suo articolo Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla, pubblicato su Taxidrivers scrive: “Quello di Sacco e Vanzetti fu l’ennesimo dramma prodotto dalla diffusa paranoia collettiva che da sempre ha animato la cultura degli Stati Uniti d’America, i quali, mossi da un’insana urgenza di preservare la natura democratica e liberale che ne costituisce l’essenza, hanno più volte, nel corso della loro breve storia, dato corso a ignobili “cacce alle streghe” che hanno causato incommensurabili sofferenze. “ Poi continua: “ La preziosissima testimonianza di Giuliano Montaldo, che si avvalse dell’interpretazione di Gian Maria Volontè, nel ruolo di Vanzetti, e del bravissimo Riccardo Cucciola, in quello di Sacco, ha sensibilmente contribuito alla riabilitazione storica e morale dei due negli Stati Uniti. “

Il cast: Gian Maria Volontè, Riccardo Cucciola, Cyril Cusack, Rosanna Fratello, William Prince

Il film è disponibile su Rai Play Link.

File:Stimolo-Volonte 4-giornate-di-Napoli.jpg - Wikipedia

La Resistenza

Nella sua lunga filmografia non potevano di certo mancare opere che celebrassero la resistenza italiana. Oltre al già citato Il terrorista, ci sono almeno altri due film dedicati al tema. Le quattro giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy e I sette fratelli Cervi (1967) di Gianni Puccini.

Il film di Nanni Loy racconta la rivolta popolare scoppiata a Napoli, che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga l’esercito tedesco, prima dell’arrivo degli Alleati. È un’opera corale che mescola vari episodi di vita popolare.

Il cast è davvero eccezionale, oltre a Gian Maria Volontè, ci sono: Luigi De Filippo, Enzo Cannavale, Aldo Giuffrè e Pupella Maggio. Ogni attore ha rinunciato al suo nome nei titoli di testa, perché l’unico protagonista di questo film è il popolo napoletano.

Questi straccioni la loro dignità se la sono conquistata combattendo… perciò è lui che detta le condizioni.”

È ciò che il personaggio di Gian Maria Volontè, un Capitano di quel che resta dell’esercito italiano, pronuncia davanti a un ufficiale tedesco che si rifiuta di trattare con uno dei protagonisti della rivolta popolare.

Come Le quattro giornate di Napoli, anche I sette fratelli Cervi racconta un fatto realmente accaduto.

Durante la seconda guerra mondiale i sette fratelli Cervi, Agostino, Aldo (Gian Maria Volontè), Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio, di estrazione cattolica ma fortemente antifascisti, formarono, insieme al padre Alcide, la cosiddetta “Banda Cervi”. Catturati, furono imprigionati a Reggio Emilia e, il mattino del 28 dicembre 1943, tutti fucilati.

I sette fratelli Cervi (1968) di Gianni Puccini - Recensione | Quinlan.it

Questo lungometraggio esprime, con grande onestà intellettuale, quanto le gesta e le imprese di questi sette ragazzi fossero scollegate da qualsiasi logica di partito o da direttive superiori con cui anzi si sono sempre scontrati.

Gian Maria Volontè, come sempre intenso e vibrante come il personaggio richiedeva e affiancato da altri valenti attori. Riccardo Cucciolla (Gelindo), il fratello più saggio ed anziano, la bella Lisa Gastoni (Lucia Sarzi) e, non ultima, Elsa Albani (mamma Cervi), semplicemente eccellente nella parte forse più difficile del film.

Il cast: Gian Maria Volontè, Riccardo Cucciola, Lisa Gastoni, Elsa Albani, Don Backy

Il film è disponibile su Rai Play Link

Riconoscimenti e omaggi

Sono molti i riconoscimenti ricevuti da Gian Maria Volontè. David di Donatello come miglior attore protagonista (1970) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, (1990) Porte aperte. Nastro d’argento come miglior attore protagonista (1968) A ciascuno il suo, L’opera al nero (1989). Globo d’oro come miglior attore protagonista (1987) Il caso Moro. Orso D’argento per migliore attore Il caso Moro (1987). Leone d’oro come migliore attore I sette fratelli Cervi (1968). Il Taormina film festival come miglior attore Io ho paura (1977).

Innumerevoli sono anche gli omaggi, come la formazione della Scuola d’arte cinematografica Gian Maria Volontè. È un Centro di alta formazione della Regione Lazio, dedicata alla professione del cinema.

Leggi anche: L’ultimo piano : il film collettivo della Scuola Gian Maria

Io ho paura (1977) -

La biografia storica, il giallo, il poliziesco e altri film

L’attore non si fa mancare nulla e affronta anche il genere della biografia storica, con Giordano Bruno (1973) di Giuliano Montaldo. Inoltre interpreta anche un film giallo, come A ciascuno il suo (1967) di Elio Petri e un poliziesco Io ho paura (1977) di Damiano Damiani.

Antinea, l’amante della città sepolta (1961) di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Masini

A cavallo della tigre (1961) di Luigi Comencini

La ragazza con la valigia (1961) Valerio Zurlini

Il peccato (1963) di Jordi Grau

Il magnifico cornuto (1964) Antonio Pietrangeli

L’armata Brancaleone (1966) Mario Monicelli

Le stagioni del nostro amore (1966) di Florestano Vancini

Svegliati e uccidi (1966) di Carlo Lizzani

Het gangstermeisje (1966) di Frans Weisz

La strega in amore (1966) Damiano Damiani

Banditi a Milano (1968) di Carlo Lizzani

Summit (1968) di Giorgio Bontempi

Ipotesi sulla morte di G. Pinelli (1970) di Elio Petri

I senza nome (1970) di Jean-Pierre Melville

Vento dell’est (1970) di Jean-Luc Godard

L’attentato (1972) di Yves Boisset

Stark System (1980) di Armenia Balducci

La storia vera della signora delle camelie (1982) di Mauro Bolognini

La morte di Mario Ricci (1983) di Claude Goretta

Tre colonne in cronaca (1990) di Carlo Vanzina

Il tiranno Banderas (1993) di J. L. García Sánchez

La filmografia politica di Gian Maria Volontè

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