Anniversari
Paolo Virzì I film del regista delle miserie umane
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10 mesi agoon
Compie sessant’anni oggi Paolo Virzì, regista e sceneggiatore della nuova commedia all’italiana. Una regia, quella di Virzì, che sa attrarre gli spettatori in un modo personale e cinico, senza mai perdersi.
Sostenuto agli esordi da Vittorio Cecchi Gori, Virzì predilige nel suo cinema il mondo provinciale costruendo ritratti spesso impietosi di un’Italia allo sbando emotivo.
Autore di ritratti sociologici con personaggi comuni come casalinghe con sogni di evasione, insegnanti frustrati, laureate ingabbiate in ruoli da impiegate dei call center, adolescenti in crisi di identità, Virzì predilige seguire individui dalla vita precaria sia emotivamente che materialmente.
Le sue pellicole, tutte con aspetti molto romanzeschi, si spostano da un mondo all’altro, lasciando spesso un disagio interiore importante.
Temi predominanti sono amicizia, famiglia, lavoro, vita quotidiana, disillusioni. Affiancato nella scrittura da Francesco Bruni e Francesco Piccolo, Paolo Virzì è uno dei pochi registi che si sofferma ad offrire un’immagine dell’Italia vera senza filtri consolatori. Un’Italia che ama il calcio, un’Italia discriminante, esibizionista e modaiola, ambiziosa e opportunista, vincolata alle “conventicole” come le definisce nel bel Caterina va in città, innamorata e appassionata, ma soprattutto culturalmente ignorante.
Sorridiamo allora amaramente delle miserie che ci mostrano i suoi film, con la consapevolezza di assistere a un spettacolo non di finzione ma di grande verità culturale.
Paolo Virzì i film: Gli esordi da sceneggiatore
Dopo aver frequentato il corso di sceneggiatura di Furio Scarpelli al Centro Sperimentale di Cinematografia, collabora a diverse sceneggiature fra cui Turné (1990) di Gabriele Salvatores che il regista porterà sul grande schermo con Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, e Una questione privata (1991) che diverrà una fiction.
Il debutto come regista e il successo di Ovosodo
Nel 1994, firma La bella vita con Claudio Bigagli, Sabrina Ferilli e Massimo Ghini, vincendo il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior regista esordiente. Nel 1996, invece, viene nominato al David nelle categorie miglior regia e sceneggiatura per un nuovo film corale Ferie d’agosto (1996), ma il più grande successo lo aspetta con la commedia Ovosodo (1997) dove dirige Edoardo Gabbriellini, Nicoletta Braschi, Claudia Pandolfi e Regina Orioli.
Una storia di formazione di un ragazzo cresciuto in un quartiere popolare, che si ritrova felicemente sistemato come marito, padre e operaio. Gran Premio della Giuria alla Mostra di Venezia e due candidature ai David per la regia e la sceneggiatura.
Gli altri film
A seguire verranno: Baci e abbracci (1999, con candidatura al Nastro d’Argento per il miglior soggetto), My name is Tanino (2002, dalla lavorazione lunga e complicata per via delle gravi situazioni finanziarie che investirono i gruppo di produzione Cecchi Gori), Caterina va in città (2003, con nuove candidature ai David e ai Nastri d’Argento per sceneggiatura e regia), N (Io e Napoleone) (2006) e Tutta la vita davanti (2008).
Il grande successo arriva anche nel 2010 con La prima cosa bella, toccante commedia in cui dirige Micaela Ramazzotti (diventata sua moglie). Due anni dopo, Tutti i santi giorni. Subito dopo porta al cinema a gennaio 2014 il nuovo film, tratto questa volta da un romanzo di Stephen Amidon, Il capitale umano, commedia amara sulla storia di due famiglie destinate a incrociarsi a causa di un incidente. Tornerà con Valeria Bruni Tedeschi e la moglie Micaela Ramazzotti per dirigere La pazza gioia, film che racconta l’amicizia tra due donne molto diverse tra loro, in fuga da una comunità di recupero.
Andrà poi in America per girare Ella & John – The Leisure Seeker, un on the road che vede protagonisti Helen Mirren e Donald Sutherland.
Nel 2018 dirige invece la commedia gialla Notti magiche, che delude le aspettative. Del 2022 è Siccità, un altro film che ha diviso, ma comunque coraggioso. Nel cast del film, pesante critica distopica sociale e umana, tra gli altri spiccano Valerio Mastandrea, Silvio Orlando, Claudia Pandolfi , Elena Lietti, Emanuela Fanelli ( David di Donatello per la migliore attrice non protagonista).
Paolo Virzì i Film consigliati
Tra i Film di Paolo Virzì ne segnaliamo alcuni indicativi del suo stile e delle tematiche principali nella sua cinematografia.
Tutti i santi giorni (2012)
Tutti i santi giorni, un film del 2012 ispirato al romanzo La generazione di Simone Lenzi (del quale è però una rivisitazione molto libera) e sceneggiato da Francesco Bruni, dal regista e dallo stesso autore del romanzo. Interpreti: Thony, Luca Marinelli, Micol Azzurro, Giovanni La Parola, Benedetta Barzini.
Guido e Antonia sono una coppia di giovani: toscano lui e siciliana lei, si sono conosciuti ad un concerto di quest’ultima, in un locale di Roma, città dove ora convivono. Lui lavora come portiere di notte ed è appassionato di letteratura e storia antica, con un pallino per le agiografie; lei lavora in un autonoleggio e continua a comporre canzoni e a covare la timida speranza di tornare a cantarle in pubblico. Il loro desiderio di avere figli li porta a provare varie strade e confrontarsi con ambienti e persone radicalmente diversi.
Tutti i Santi Giorni parla del tema più scontato che possa esserci, l’amore, e mette in scena uno scottante naturalismo senza precedenti. La vera bellezza è da ricercare in una quintessenza che aleggia sull’intera opera, fatta di piccole situazioni, gesti, dettagli, inquadrature o oggetti posti in un punto preciso che, se sommati assieme, donano allo spettatore una percezione chiara e concreta, non del reale, ma del sentimento più intimo che ognuno porta con sé. Leggi tutta la recensione.
Su RaiPlay.
Tutta la vita davanti (2008)
Tutta la vita davanti è liberamente ispirato al libro Il mondo deve sapere di Michela Murgia. Sta nel balletto iconico all’interno del call center di periferia tutta l’attualità agghiacciante sull’occupazione precaria dei giovani e i sogni infranti post laurea. In questo racconto, bello e sempre contemporaneo, di ‘giovani speranze’, Virzì ci trasporta nel microcosmo di un call center- girone infernale gestito da un discutibile Massimo Ghini e da un’ Amazzone come Sabrina Ferilli (qui in una delle sue prove più convincenti). Dolce Isabella Ragonese nei panni dell’intellettuale frustrata. Nota di merito a Elio Germano.
Su Netflix.
Il Capitale umano (2013)
Il film, liberamente ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon, The Human Capital (2004), è interpretato da Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni e Valeria Golino.
Nei pressi del lago di Como, alla vigilia delle feste natalizie, un ciclista viene investito durante la notte. L’evento e la dinamica dei fatti hanno conseguenze che cambieranno per sempre la ricca famiglia dei Bernaschi e quella degli Ossola sull’orlo del fallimento. Scrutando da vicino le esistenze dei componenti dei due nuclei familiari, diventa evidente che l’ansia per il denaro, l’angoscia del volerlo moltiplicare e la paura della sua perdita hanno finito con il deteriorare ogni legame affettivo e con il segnare per sempre il destino di ognuno.
Paolo Virzì scrive a sei mani la sceneggiatura de Il Capitale umano insieme con Francesco Piccolo e Francesco Bruno: partendo da un noir ambientato nella provincia americana, il regista livornese rilegge in chiave italiana una storia raccontata attraverso l’introspezione psicologica dei personaggi, alto-borghesi o aspiranti tali, accomunati a quelli del romanzo di Amidon per la rincorsa sfrenata alla felicità, che si può intuire, riconoscere e cercare di raggiungere, attraverso sentimenti puri e autentici, ma ci vuole tempo, fatica, passione e dolore; la maggior parte è più propenso a comprarsela, si fa prima ed è più comodo.
Il titolo della storia prende spunto dal linguaggio delle compagnie di assicurazioni che quantificano nel “capitale umano” il risarcimento da liquidare ai superstiti in caso di morte di un assicurato. Tutto questo calcolato in base al suo valore economico in vita. Il film si suddivide in quattro capitoli, “Dino”, “Carla”, “Serena”, “Il Capitale Umano”. I primi tre entrano nella psicologia dei personaggi e raccontano da tre punti di vista differenti lo stesso arco temporale che precede un incidente stradale al quale fatti e persone sono più o meno direttamente legati. Leggi tutta la recensione
Su Netflix
La pazza Gioia (2016)
La pazza gioia, è un film del 2016, con protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, per la sceneggiatura di Virzì e Francesca Archibugi.
Poesia, dramma e sorriso si fondono in un’originale sintesi. Il film è stato presentato con grande successo (10 minuti di applausi!) alla Quinzaine des Realizateurs del Festival di Cannes del 2016.
Protagoniste assolute dell’opera, ambientata in una comunità di recupero per donne con problemi psichici, sono le interpreti femminili. Prima fra tutte la straordinaria Valeria Bruni Tedeschi, in stato di grazia nel ruolo di una signora bene un po’ svitata e iperattiva, seguita poi da Micaela Ramazzotti, misurata e ben diretta nell’ indossare gli abiti di una ragazza di borgata con una tragica storia alle spalle. Accanto a loro Valentina Carnelutti nel ruolo della psicologa ‘tosta e pura’, pronta a lottare per le sue pazienti, Anna Galiena – che mostra senza inibizioni i segni del tempo – nel ruolo di una madre triste e inaridita, ed infine tutte le pazienti autentiche nel ruolo di se stesse, che suggellano visivamente quel lirismo e quelle suggestioni già stilizzati nello script. Leggi tutta la recensione.
Su Raiplay.
La prima cosa bella(2010)
Siamo a Livorno, agli inizi degli anni Settanta. Anna Nigiotti (Micaela Ramazzotti) è una giovane donna sposata con due figli che, in seguito ai ripetuti litigi con un marito semplice e all’antica, scappa da casa, dando inizio a una vita avventurosa e, per l’epoca, certamente censurabile. Anna, nonostante tutti i passi falsi in cui inciampa, non smette di amare smisuratamente i propri figli che, loro malgrado, l’accompagnano in questa vita scapestrata.
Divenuti adulti, Bruno (Valerio Mastrandrea) e Valeria (Claudia Pandolfi) si ritrovano, dopo molti anni, al capezzale della madre (Stefania Sandrelli), oramai anziana e malata terminale di cancro. A questo punto, la piccola epopea familiare trova l’occasione per essere ripercorsa ed elaborata, attraverso un aggrovigliarsi di flash-back e considerazioni attuali, in una staffetta d’interpretazioni davvero notevole tra Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli. La pellicola segna una inversione di rotta, con riferimento al consistente rallentamento del ritmo narrativo, di solito frenetico in tutti i suoi film e, soprattutto, rispetto all’innesto di una ventata di gradito ottimismo che, anch’essa notevolmente in contrasto con le precedenti produzioni, estorce fragorosi applausi a fine proiezione. Leggi tutta la recensione
Su Prime Video e Now.
Ella & John (2017)
Ella & John (The Leisure Seeker), un film del 2017 , primo film in lingua inglese di Virzì , con protagonisti Helen Mirren e Donald Sutherland.
Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo del 2009 In viaggio contromano (The Leisure Seeker), scritto da Michael Zadoorian ed edito in Italia da Marcos y Marcos.
Ella e John sono moglie e marito ottantenni, che decidono di sfuggire alle cure mediche che li separerebbero negli ultimi anni della loro vita. Salgono così sul loro camper, soprannominato The Leisure Seeker (“il cercatore di svago”), e si mettono in viaggio da Boston verso Key West, dove c’è il museo della casa di Ernest Hemingway, di cui John è appassionato.
Ella & John (The Leisure Seeker), presentato in concorso nella quarta giornata della Mostra Cinematografica di Venezia, è un’opera allo stesso tempo toccante e divertente che, oltre a confermare la padronanza e il mestiere del regista, determina un ulteriore passo in avanti nella sua carriera, annoverandolo tra gli autori più incisivi e riconosciuti del panorama cinematografico nostrano. Riconoscimento del tutto meritato che, dopo questa ulteriore prova autoriale decisamente riuscita in trasferta negli Stati Uniti, acquisisce un valore sostanziale anche fuori dal nostro paese. Leggi tutta la recensione
su Raiplay
Titolo Cult Movie
Chiudiamo in bellezza con uno dei film più amati del regista , titolo ancora oggi di grande tendenza in cui alla critica sociale e classista si unisce una pesante e sottile denuncia sugli stereotipi della ideali politici.
Ovosodo (1997)
Gran Premio della Giuria a Venezia, Ovosodo fa conoscere Virzì a livello internazionale.
Coming of age pieno di ironia e spensieratezza ma mai banale, perfettamente sceneggiato insieme a Francesco Bruni, il film è uno dei titoli più freschi e solari del cinema italiano. Edoardo Gabbriellini protagonista convincente e intelligente, Claudia Pandolfi intensa, Nicoletta Braschi ‘surrealmente’ poetica. Dopo il successo di Ferie d’agosto (non disponibile in streaming) è la conferma del talento del regista. Su Infinity +, Netflix, Amazon Prime Video.