Andrà in onda il 10 marzo su Rai 1 La bambina che non voleva cantare di Costanza Quatriglio, dalla cui conferenza stampa sono venuti fuori tanti aspetti interessanti.
La conferenza stampa di La bambina che non voleva cantare
Tanti gli aspetti del film venuti fuori dalla conferenza stampa dello stesso, in compagnia del cast e della regista Costanza Quatriglio. L’incontro si è aperto con il videomessaggio di Nada che ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte al film, raccontando la genesi della storia. Un film tratto da quello che lei stessa ha definito il suo primo vero libro. «Lo considero un romanzo sull’infanzia e sul mondo in cui sono cresciuta. Mi sono ritrovata a lasciare il mio paese contro la mia volontà e per questo sentivo il bisogno di sentire nuovamente le persone di un tempo. Andando avanti ho sentito sempre più forte il legame e le radici con tutti coloro con i quali avevo vissuto. E il desiderio di riappacificarmi con loro mi ha portato a realizzare questo libro. E grazie a questo ho anche riscoperto tante cose».
La genesi de La bambina che non voleva cantare
Da qui, e dall’incontro e amicizia tra la regista Costanza Quatriglio e Nada stessa è nato La bambina che non voleva cantare. Dopo un docufilm di alcuni anni fa la regista palermitana è tornata a parlare della cantante livornese, approfondendo un legame importante come quello con la madre.
E, a tal proposito, la regista ha affermato: «L’idea di raccontare questa storia è nata perché ho conosciuto Nada e anche perché ho letto il libro. Dopo la presentazione del suo libro, alla fine del 2008, ricordo che abbiamo chiacchierato, parlando della sua storia, sull’immaginario della Toscana. Abbiamo scherzato su quello che io sentivo come un realismo magico di questi personaggi. Già allora avevo in mente di fare qualcosa del genere, trovando la mia chiave personale. Una chiave di lettura di questa voce quasi terapeutica per la madre malata di depressione. Nel documentario Nada metteva a nudo tutte le sue fragilità e racconta il rapporto conflittuale con la madre. Sicuramente è stata una fascinazione che ho provato subito e una cura che è durata tanto tempo. Per me è stato “custodire” per tanto tempo questa storia facendo crescere il desiderio di far nascere questi personaggi. Anche quelli di contorno, non solo Nada».
Come sono nati il film e le tematiche al centro di esso
La regista ha continuato raccontando come ha concepito e costruito non solo il personaggio della protagonista, ma anche tutti gli altri. “Mi piaceva l’idea di far vedere che tutti gli adulti vedono un talento involontario in Nada. La suora vede quasi Dio in persona, il maestro questa donna quasi ideale e la mamma che prigioniera di un male di vivere prova della gioia profonda quando sente la sua bambina cantare. Con Carolina abbiamo cercato di restituire il più possibile questo sentimento. E questo crea l’equivoco perché la bambina pensa di guarire la madre. Ed è un conflitto insanabile. Lei che non si vuole esibire, ma impara a farlo con il proprio talento per amore. Mi piaceva l’idea che fosse una favola, di mettere in scena le paure più profonde. Si tratta di un racconto specifico, ma è qualcosa che supera la specificità di Nada per toccare corde condivisibili.”
Il cast si è espresso sui personaggi
Anche il cast è potuto intervenire per dire la propria sui rispettivi personaggi. Carolina Crescentini ha descritto Viviana come una madre complessa che ha bisogno di tutto l’intero percorso del film per capire e capirsi. Anche Tecla Insolia, interprete di Nada adolescente, è intervenuta parlando di un personaggio travagliato da tutta una serie di motivi. Paolo Calabresi ha descritto il suo maestro Leonildo come “un disadattato che non vive il suo tempo. Ma che comunque, grazia anche a Nada, riesce a crescere. Destinato alla malinconia come tutte le persone che vengono da pianeti e storie diverse, soffre, ma cresce molto”. Spazio, poi a Paola Minaccioni, interprete di suor Margherita, la “talent scout” di Nada che ha rivelato, come Calabresi prima, di essersi innamorata fin da subito del progetto. Per questo si è lanciata subito nell’interpretazione di un personaggio comico, ma con un realismo magico. “Suor Margherita trova il divino nella bambina. È un personaggio concreto, ma al tempo stesso anche magico”.
Al termine della conferenza sono state fornite tutte le informazioni tecniche per La bambina che non voleva cantare.
In onda il 10 marzo su Rai1, il film, una produzione Picomedia, in collaborazione con Rai Fiction, è prodotto da Roberto Sessa.
Qui per leggere l’intervista alla regista Costanza Quatriglio