Tales of the city è il revival dell’omonima serie andata in onda dal 1993 fino al 2001 e tratta dai romanzi di Armistead Maupin.
La miniserie trasmessa su Netflix e prodotta dalla Universal Television vede nel cast Laura Linney, ( Ozark), Elliott Page, ( The Umbrella Accademy) e Olympia Dukakis ( Fiori d’acciaio).
Dalla San Francisco degli anni 60 ad oggi la nuova stagione compie un salto temporale e sociologico non indifferente. Quanti i cambiamenti?
Il romanzo
Protagonista del romanzo originale è Mary Ann “Babycakes”, agguerrita giornalista alla costante ricerca dello scoop e Brian, marito fatalista incapace di tenersi un lavoro a causa del suo spirito sanguigno abitano proprio lì, e la loro relazione è tormentata dalla mancanza di un figlio che lui desidera ossessivamente, mentre lei ne farebbe volentieri a meno. Nello stesso edificio vive la Signora Madrigal, travestito che coltiva un orticello di marijuana, invita tutti a cena e dispensa consigli materni e spiccioli a chiunque ne abbia bisogno. Da qui si intrecciano le vicende di vari personaggi
Tales of the city revival: ritorno a Barbary Lane
Mary Ann ( Laura Linney) torna a San Francisco al Civico 28 di Barbery Lane dopo essere andata via molti anni prima, abbandonando il marito e la figlia adottiva ( Elliott Page).
L’occasione del ritorno è il compleanno di Anna Madrigal ( Olimpya Dukakis) per cui il quartiere ha organizzato una grande festa.
Sono accadute tante cose nella vita di Mary Ann, dedita a successo e fama, con un nuovo matrimonio, anche questo giunto però ad un momento di forte difficoltà. La donna ritrova la figlia Shawna, lasciata da piccola, con cui riuscire a ristabilire un rapporto sarà difficile, e ritroverà una parte di sé che aveva dimenticato. Dietro di lei un bagaglio di recriminazioni e una profonda crisi personale legata alla mezza età e al pesante giudizio da parte della propria famiglia. Dall’altra parte c’ è il personaggio di Anna Madrigal , una donna che ha sempre dato ospitalità a persone queer a San Francisco. Anna nasconde un segreto e qualcuno sembra ricattarla per farle vendere l’edificio in cui vive. Vera icona del quartiere, Anna è protetta e circondata da un’intera comunità stretta intorno a lei.
Attorno a queste due storyline principali si sviluppano tutte le altre.
Tales of the city : una comunità LGBTQ
Barbary Lane è un multicolore universo ed é la casa di una grande famiglia LGBTQ, multigenerazionale.
Il Bar è gestito da Shawna, la figlia omosessuale di Brian e Mary Ann, ancora ignara di essere stata adottata e amareggiata dentro dall’odio provato per la madre assente.
Margot e Jake sono una coppia in crisi di identità sessuale dopo la ” transizione ” di lui; Claire vuol fare un documentario sulla vita di Anna e sul quartiere. Michael vive ancora dai suoi.
Quello raccontato è un universo che , già nella serie originale, ha rappresentato anticipatamente una comunità, quella queer, miscelando nel revival elementi della vecchia generazione con altri della nuova.
Tales of the city: non solo intrattenimento.
Non solo puro intrattenimento, il serial è soprattutto un’appassionata testimonianza di come la vita personale della comunità transgender sia stata negli anni spesso emarginata, colpita duramente dal dramma dell’ AIDS e dalla società in generale.
Le tematiche affrontate sono l’omofobia, la discriminazione, un concetto non convenzionale di famiglia, l’idea di rifugio e cambiamenti.
Una serie che si mette in gioco continuamente e che non ti spinge mai a prendere una posizione o ad esprimere giudizi, ma mostra semplicemente con oggettività le due facce di una stessa medaglia.
Sceglie di farlo anche attraverso un’ironia beffarda, un sarcasmo amaro che funziona a metà ma che lancia comunque un messaggio importante.
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