“Il tanto atteso docu-film su Justin Bieber, noto cantante di pop e R&B ed idolo delle teenager, arriva finalmente in Italia, dopo aver sbancato il botteghino mondiale”.
Il tanto atteso docu-film su Justin Bieber, noto cantante di pop e R&B ed idolo delle teenager, arriva finalmente in Italia, dopo aver sbancato il botteghino mondiale.
Diretto da Jon Chu e dopo esser riuscito ad incassare ben 95 milioni di dollari in tutto il mondo, Never Say Never uscirà nelle sale italiane il 21 aprile.
Justin Bieber è sicuramente il simbolo dell’era dei social network: alla giovanissima età di 12 anni diventa famoso grazie a youtube, dove le sue performance artistiche vengono premiate da milioni di visite e da un contratto miliardario con la casa discografica Island, e solo su Twitter conta più di 4 milioni e mezzo di fan. Tramite i principali strumenti del web, il giovane cantante entra in tutte le case americane, divenendo nel giro di pochi mesi un idolo per milioni di teenager.
Voce angiolesca, lineamenti femminili e soprattutto il tipico “bravo ragazzo con la faccia pulita”: tutto questo è Bieber, un giovanissimo sex symbol e un modello positivo da imitare per i più giovani.
Il regista Chu, reduce dai successi del film musicale – danzante Step Up, ha deciso di raccontare la vera storia del cantante, dalle sue origine sconosciute nella città di Stratford, Ontario, fino al successo mondiale che culmina nel concerto al Madison Square Garden di New York.
La struttura della pellicola riflette il modello dei classici documentari musicali: immagini della prima infanzia per scoprire le origini, la crisi a causa di problemi alle corde vocali, ed infine il successo planetario.l cantante viene ritratto, attraverso le varie interviste a parenti e amici, nella sua semplicità e normale quotidianità di sedicenne che insegue il sogno di diventare una rock star.
La pellicola si sofferma così sulle orde di bambine e teenager ululanti ai concerti, che si fanno prendere dalle convulsioni e si perdono in fiumi di lacrime per la commozione. I momenti di forte impatto emotivo vengono enfatizzati con l’utilizzo del 3D, usato solamente nelle scene musicali. Ai fotogrammi curati e dettagliati dei concerti si alternano, poi, clip documentaristiche e filmati casalinghi prodotti dai parenti del cantante.
Il docu-film vede anche la partecipazione di Jaden Smith, Miley Cyrus e altri cantanti più o meno famosi.
Il biopic sul giovane cantante non è sicuramente il primo del genere, infatti negli anni passati ci sono stati sia quello dedicato alla cantante Miley Cyrus, “Hannah Montana-Miley Cyrus: Best of Both Worlds Concert Tour” (2010) che quello dei fratelli Jonas, “Jonas Brothers: The 3D Concert Experience”.A differenza dei precedenti docu-film rock, però, la pellicola su Bieber risulta tratteggiare un modello completamente diverso. Infatti, ai giovani prodotti Disney della Cyrus e dei fratelli Jonas, coinvolti spesso in scandali e accuse di droga e alcol, si contrappone il cantante canadese, un ragazzo qualsiasi che, nonostante la fama, conduce una vita tranquilla e morigerata.
Il film risulta così un po’ noioso, e lo stesso messaggio buonista, insito nella pellicola, del «perseguire sempre i propri sogni» è banale e scontato.
Lo scopo del film è semplicemente quello di allietare i giovanissimi fan del cantante e proporgli un modello positivo da imitare.