Addio al nubilato, l’ultimo lungometraggio diretto da Francesco Apolloni è disponibile su Amazon Prime Video dal 24 Febbraio. Con Laura Chiatti (Linda), Chiara Francini (Vanessa), Antonia Liskova (Eleonora), Jun Ichikawa (Akiko).
Una commedia italiana molto divertente, che non nasconde un filo di amarezza e tiene incollati allo schermo.
Addio al nubilato è prodotto da Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures e Rai Cinema. Distribuito per l’Italia da Minerva Pictures.
Qui il trailer del film.
“Sbattiti addosso questi rimasugli di giovinezza!”
Cinque amiche si ritrovano dopo vent’anni dai tempi del liceo per festeggiare l’addio al nubilato di una di loro, Chiara. La festa è organizzata nella forma di una grande caccia al tesoro in cui il tesoro da trovare sembra essere proprio Chiara.
È una commedia e le risate sono assicurate. Il film trascina lo spettatore nel vortice delle vite di quattro persone (sono quattro i personaggi attorno ai quali gira tutto il film) che esplodono tutte dentro una stanza d’albergo, una royal suite di un lussuoso hotel romano. Le quattro protagoniste non sono più le ragazze che vengono mostrate all’inizio del film: innocenti, con progetti e sogni. Sono ora donne di quarant’anni che hanno costruito con più o meno fortuna una vita adulta e qualcuna continua ancora a coltivare sogni. La notizia del matrimonio di Chiara dà loro l’opportunità di tornare ragazze poco più che adolescenti e dimenticare per un po’, ma forse per tutta la vita da lì in poi, le difficoltà della vita quotidiana e tornare ragazze.
Addio al nubilato, senza paura
“Usate bene il tempo perché non sappiamo quanto ne avremo a disposizione”
Questa battuta è elemento portante di tutto “Addio al nubilato”. Il regista Apolloni la lascia dire a Loredana Berté che partecipa al film comparendo su uno schermo e ne segna anche la colonna sonora con la sua celebre “Non sono una signora”. Non diventare signore è proprio la promessa che le amiche si fanno a vent’anni. E allora vale la pena di lasciarsi andare, di vivere la vita prendendo tutte le sorprese che arrivano con lo spirito del divertimento. Anche quelle più complicate. Nel film sono esemplificate attraverso episodi divertenti dalle quali le protagoniste escono indenni proprio grazie alla leggerezza che stanno riscoprendo lungo il percorso della caccia al tesoro. Tutto viene perdonato, quasi come un sogno. La caccia al tesoro diventa quindi un percorso alla riscoperta di loro stesse, una regressione al loro stato di innocenti adolescenti. Una adolescenza fatta di forte amicizia, senso della libertà, scoperta del proprio corpo. Una adolescenza in cui hanno vissuto anche situazioni terribili ma che ora con la lente del divertimento possono imparare a elaborare. Più di una di loro ha subito gli effetti negativi di elementi che erano visti dal mondo come grandi punti di forza e invece hanno saputo riservare spiacevoli sorprese.
L’ostentazione della ricchezza, il divertimento, la libertà incondizionata, la giovinezza: tutto ritrovato a quarant’anni, “senza paura” come dice il loro motto.
La sceneggiatura di addio al nubilato e i temi portanti
L’addio al nubilato è solo un pretesto per parlare di tante cose: l’amicizia femminile, il rapporto con gli uomini, la sessualità.
È molto interessante osservare come Apolloni, nella sceneggiatura scritta insieme a Fabrizio Nardi, riesca a rappresentare il mondo femminile. Lo fa attraverso un rovesciamento degli stereotipi fin dall’inizio del film. La donna mostrata da Apolloni è una donna che parla di sesso in modo esplicito, racconta le sue avventure alle amiche e mangia e beve mentre l’uomo è il pinguino che fa l’uovo. In questa metafora recitata da Akiko c’è il racconto di una donna attiva, si potrebbe quasi dire freudianamente. È una donna conquistatrice, pronta a decidere per se stessa. Un vero e proprio ribaltamento dei ruoli tra uomo e donna.
“Addio al nubilato” sa maneggiare molto bene anche la contemporaneità. Una delle protagoniste tiene lezioni online ad allievi connessi da casa. Oggi nel tempo del lockdown questa modalità ha invaso il quotidiano di tutti, è la formula in cui si tiene qualunque meeting. Ci sono le chat di gruppo e le emjoi, le note vocali. Si parla di Bitcoin, altra frontiera dell’era contemporanea. Anche nel rapporto con gli uomini gli strumenti attuali di conoscenza sono fortemente presenti: la possibilità di visualizzare con una foto l’aspetto di un potenziale partner prima di incontrarlo ritorna in vari modi all’interno del film.
Un altro tema interessante è quello della spiritualità. Akiko è il personaggio che incarna questo tema ma anche la metafora della vita, la scoperta di se stessi e della dimensione di riconciliazione con il mondo. Per tutto questo si differenzia fortemente dalle altre “ragazze”. Lei ha un Maestro che parla del tempo come farebbe Sant’Agostino.
La regia
Apolloni non riserva grandi sorprese in termini di uso della macchina da presa, si prende solo piccole concessioni. Tutto è al servizio della storia, in questo film. Qualcosa di diverso rispetto a quanto era accaduto con “La verità vi prego sull’amore”, il suo film precedente. Lì c’era qualche accenno di virtuosismo in più. In “Addio al nubilato” però c’è l’uso della variazione del formato d’immagine, lo slide show per le foto, la ripresa (simulata) dalla telecamera di sorveglianza.
L’interpretazione di tutte e quattro le protagoniste è ottima. Dalle quattro attrici grande capacità di stimolare la risata. Gestualità, recitazione delle battute e tutto quanto è nella valigia dell’attore è messo a disposizione del film in modo efficace.
Ci sono diverse analogie con “La verità vi prego sull’amore”: ritorna la casa/stanza luogo di approdo di varie figure che popolano il mondo, le confidenze tra donne, quella sorta di ribaltamento dei ruoli uomo-donna di cui si diceva sopra.
Conclusioni
Un grande film denso di temi e di spunti di riflessione. L’addio al nubilato è poco trattato nel cinema italiano, più nel cinema anglosassone, come ricorda lo stesso regista.
Un film orgogliosamente italiano, molto ben riuscito che ci mette di fronte al tempo effimero della vita da sfruttare bene. Argomento caro a Apolloni, riproposto in salsa molto divertente in “Addio al nubilato”. Provare ad essere felici si può fare e il primo passo può essere proprio guardare questo film.