Anche The Mauritanianin corsa per i Golden Globe con due candidature: miglior attore in un film drammatico e miglior attrice non protagonista (qui per leggere tutte le nomination).
Com’è nato The Mauritanian
È Tahar Rahim l’attore protagonista del film, nonché candidato al Golden Globe. Quando è stato contattato per recitare in The Mauritanian, il biopic di Kevin Macdonald conosceva il campo di prigionia statunitense tanto quanto il pubblico occidentale medio per cui il film era stato realizzato. Il film si concentra sui 14 anni di prigionia senza accuse del detenuto di Guantanamo Bay Mohamedou Ould Slahi. Rahim aveva sentito alcune notizie sulla base navale americana a Cuba, sui maltrattament ai prigionieri, ma non poteva immaginare che “un paese come l’America permettesse ai soldati di trattare esseri umani in questo modo”. Ma dopo aver firmato per il film l’attore franco-algerino ha fatto le sue ricerche e tutto è cambiato.
“Ho letto la sceneggiatura, ho letto il libro, ho guardato i documentari e ho parlato con Mohamedou, quindi ero felice di ottenere questa parte. Ma ero triste e arrabbiato perché sapevo che questa era una storia vera”. Così si è espresso Rahim in merito al film.
Altri adattamenti prima di The Mauritian
Prima dell’11 settembre, la rappresentazione cinematografica di più alto profilo di Guantánamo Bay era nel film del 1992 A Few Good Men. Adattato da Aaron Sorkin dalla sua omonima commedia teatrale, il dramma legale mette Tom Cruise, Demi Moore e Kevin Bacon uno contro l’altro. I tre sono avvocati militari nel processo di un caso riguardante la corte marziale di due marines americani accusati dell’omicidio di un collega della base navale. Il film è famoso per l’esame incrociato in aula del colonnello Jessup, comandante della base di Jack Nicholson, da parte del tenente Kaffee di Cruise.
Nel 2005 è stato mandato in onda uno dei primi documentari sul dietro le quinte di Guantánamo Bay, The Torture Question. Ha esaminato gli sforzi dell’amministrazione Bush per creare un quadro legale per le tecniche di interrogatorio rafforzate usate sui detenuti a Guantánamo Bay. I documentari hanno certamente superato i lungometraggi narrativi sull’argomento.
La struttura di The Mauritanian
Il film di Macdonald si concentra sullo straziante viaggio di Slahi dalla sua patria, la Mauritania, dove è stato arrestato due mesi dopo l’11 settembre e accusato di lavorare per al-Qaeda, a Guantanamo Bay. La storia fa anche spazio alle forze legali statunitensi che lavorano per e contro di lui in nome della giustizia. Un cast assortito con personaggi interessanti. Jodie Foster nel ruolo dell’avvocato difensore Nancy Hollander lotta per la libertà del suo cliente. Benedict Cumberbatch nel ruolo del procuratore militare, il tenente colonnello Stuart Couch, che si batte per la pena di morte contro Slahi fino a quando non vengono alla luce nuove prove.
Un sodalizio interessante quello tra Slahi e Macdonald
Slahi si è fidato di Macdonald non solo per il suo background nella realizzazione di documentari come Touching the Void (2003) e Marley (2012), ma per la sua esperienza in Africa nella realizzazione del biopic nominato all’Oscar The Last King of Scotland (2006) con Forest Whitaker nel ruolo del presidente ugandese Idi Amin.
Il film ha contato tanto su Slahi stesso per portare un’autenticità visiva alla sua storia quanto sul suo libro di memorie per informare la sceneggiatura. L’ex detenuto è stato in grado di fornire descrizioni dettagliate a Macdonald sul suo isolamento a Guantanamo, usando il suo corpo per dare le misure esatte delle minuscole gabbie e celle in cui era tenuto. Anche Rahim ha trascorso del tempo con Slahi sia per capire le sue esperienze, sia per farsi un’idea della sua personalità e dei suoi modi di fare. Ma si è sentito “stupido” per alcune delle domande che ha fatto.
Rahim candidato al Golden Globe
Rahim è noto per il suo ruolo acclamato dalla critica nel dramma carcerario francese del 2009 A Prophet e nella miniserie del 2018 sull’11 settembre The Looming Tower. Per The Mauritanian ha fatto del suo meglio per evitare di essere scritturato come uno dei tanti personaggi terroristi musulmani creati per il cinema e la televisione negli ultimi 20 anni. “Avevo bisogno di sapere che Slahi è innocente perché se fosse stato un terrorista non credo che avrei fatto questo film”, ha detto Rahim. “Non sto dicendo che non ci sono terroristi. Una piccola frazione di queste persone sta prendendo tutta l’attenzione. E così non vediamo nemmeno gli altri e queste persone stanno soffrendo altrettanto.”