Netflix mette a disposizione, nel proprio catalogo, Malcolm & Marie, l’ultimo film di Sam Levinson, regista emergente figlio del premio Oscar Barry Levinson perRain Man.
Malcom & Marie è costruito con un impianto teatrale basato sulla performance di due soli attori in scena
Il film è costruito con un impianto estremamente teatrale in cui i personaggi presenti in scena sono solo due: Malcolm (il John David WashingtondiBlakKklansman) e Marie (l’attrice e cantante Zendaya).
Realizzato per lo più in interni in una sola location, la villa dei protagonisti, l’opera di Levinson è girata con una elegante fotografia in bianco e nero che contribuisce a esaltare una sceneggiatura molto ben scritta dallo stesso Levinson e basata essenzialmente sui dialoghi fra i due protagonisti.
La vicenda di Malcom & Marie si svolge nell’arco temporale di una notte, durante la quale la coppia, rientrata a casa dopo la trionfale prima del nuovo film di Malcolm, regista afroamericano emergente, inizia una accesa discussione.
La giovane Marie, attrice ex tossicodipendente, rinfaccia al marito di essere stata dimenticata nei ringraziamenti durante la presentazione del film, un’opera basata su una figura di donna molto simile a Marie stessa e di non essere stata scelta per il ruolo principale.
Ovviamente le motivazioni di Marie altro non sono che un pretesto iniziale. A poco a poco, dallo scambio di accuse reciproche, affiorano malesseri ben più profondi che i due si rinfacceranno in un crescendo che alterna momenti di lite furibonda ad altri di apparente riappacificamento.
La loro discussione è come un mare in piena, con onde che si infrangono violente per poi ritirarsi e ritornare più impetuose che prima.
La sceneggiatura e la macchina da presa imprimono a Malcolm & Marie un ritmo sincopato, quasi fosse una jam-session
Assistendo all’evoluzione della discussione fra i due si ha la sensazione, grazie anche alla macchina da presa che imprime un ritmo sincopato alle scene, di assistere a una sorta di jam-session. Una improvvisazione fra due titani della musica jazz.
La notte di Malcolm e di Marie è l’occasione per mettere a nudo tutto ciò che il loro rapporto ha sino ad allora tenuto nascosto. Un viaggio introspettivo di due persone unite da un forte sentimento di amore e, proprio per questo, obbligate a dirsi tutto.
La forza del film di Levinson sta proprio nella capacità del regista di essere riuscito a rendere partecipe il pubblico dei sentimenti dei due. Di aver fatto penetrare lo spettatore dentro le menti dei due protagonisti. Magari immedesimandosi più nell’uno che nell’altra e viceversa. Ma, comunque, partecipando al loro scontro.
Malcom & Marie è anche una riflessione sul mondo del cinema e su certi stereotipi cuciti addosso agli autori da una certa critica
Ma Malcolm & Marie non è solo un film su un rapporto di coppia caratterizzato da una dialettica turbolenta.
È anche una riflessione sul ruolo del cinema e, soprattutto, sullo star system. Nonché sugli stereotipi che una certa critica cuce addosso agli autori.
Ad esempio, il fatto che un regista di colore debba sempre realizzare un film politico e non possa fare altro. Come se, citazione di Malcolm nel film, Gillo Pontecorvo non avesse potuto realizzare un film sugli islamici algerini in quanto ebreo.
E così Malcom & Marie, che sarebbe potuto risultare ostico per come concepito, scorre via fluido, insegnando allo spettatore di non dare mai nulla per scontato nei rapporti con il partner e con il prossimo in generale.
Un film recitato molto bene dalla coppia di attori e che riporta alla mente, oltre che il primo Spike Lee – per altro ripetutamente citato nel testo – soprattutto il Cassavetes di Shadows.
Con una colonna sonora spettacolare che mescola James Brown a Duke Ellington e Coltrane; Zoot Sims e Jim Hall a Dionne Warwick; Archie Shepp agli OutKast. Che rende questo film ancora più interessante.
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