Giuseppe Rotunno ci ha lasciati ieri – 7 febbraio 2021 – all’età di 97 anni, con grande dispiacere. Ben noto come “Peppino“, Rotunno è risultato un’eccellenza della cinematografia italiana, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per innumerevoli direttori della fotografia.
Il contributo di Peppino Rotunno nell’ambito del restauro e dell’insegnamento
Lo ricordiamo anche come un attento conservatore del cinema italiano, grazie al suo contributo di restauro del nostro patrimonio cinematografico. Inoltre, è significativa anche la sua collaborazione col CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia come docente.
Peppino Rotunno: dagli inizi, al lungo sodalizio con Federico Fellini e Luchino Visconti
Per comprendere la sua attività e la sua importanza in Italia – ma anche internazionale, all’estero – è sufficiente ricordare il suo straordinario sodalizio con due registi straordinari del nostro cinema: Federico Fellini e Luchino Visconti.
Muove i primi passi a Cinecittà nel 1940 presso il laboratorio di Arturo Bragaglia. Diviene, poi, assistente operatore di Vàclav Vich, Renato Del Frate e Rodolfo Lombardi. E’ invece Roberto Rossellini ad affidargli per la prima volta la macchina da presa in “L’Uomo Della Croce“. Ed è proprio con Visconti, invece, che inizia la sua carriera più alta, cronologicamente lavorando alla fotografia di: “Le Notti Bianche”, “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “Lo Straniero”, “La Strega Bruciata Viva”. Successivamente, in particolare nel 1968, Fellini sceglie lui e Piero Tosi, per lavorare sul set di “Toby Dammit”. Da quel momento in poi prosegue positivamente il suo contributo nei seguenti film felliniani: “Satyricon”, “Roma”, “Amarcord”, “Il Casanova”, “Prova D’Orchestra”, “La Città Delle Donne”, “E La Nave Va”.
Per quanto riguarda le sue collaborazioni lavorative internazionali, collabora con Robert Krasker e lo sostituisce quando se ne va.
<<CERCO SOPRATTUTTO DI EDUCARE L’OCCHIO DEGLI ALLIEVI>>
All’interno del libro «Giuseppe Rotunno. La verità della luce» di Orio Caldiron, traspare tutta la passione di Rotunno nel voler trasmettere il proprio amore per la direzione della fotografia ai più giovani: «Cerco soprattutto di educare l’occhio degli allievi». «Li stimolo a guardarsi intorno, a memorizzare le serie infinite di informazioni che quotidianamente arrivano dal mondo esterno. È importante la tecnica ma soprattutto saper leggere ciò che vediamo». E’ proprio questo il merito di Peppino, grande appassionato, tra l’altro, di pittura: aver stregato gli spettatori tramite i propri occhi meravigliati e la sua personale visione del mondo, senz’altro unica.