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FESTIVAL DI CINEMA

Festival del Cinema Europeo di Lecce (12ª edizione): “Henry” di Alessandro Piva

Evento speciale ieri sera al Festival del Cinema Europeo di Lecce per la prima di “Henry”, il nuovo film di Alessandro Piva. Dopo il sottobosco criminale barese esplorato in “LaCapaGira” e “Mio cognato”, nel suo terzo film il regista campano cambia ambientazione e sceglie Roma per dipingere un affresco di personaggi disadattati in una cornice di humour nero. La recensione di Francesca Giannone.

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Evento speciale ieri sera al Festival del Cinema Europeo di Lecce per la prima di Henry, il nuovo film di Alessandro Piva. Dopo il sottobosco criminale barese esplorato in LaCapaGira e Mio cognato, nel suo terzo film il regista campano cambia ambientazione e sceglie Roma per dipingere un affresco di personaggi disadattati in una cornice di humour nero.

Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo (Einaudi 2006), il film racconta il “centro cariato” della capitale, dove il traffico di droga è conteso tra i malavitosi meridionali e un gruppo di africani che cerca di guadagnare mercato importando dal Kenya eroina di qualità superiore, chiamata nel gergo “henry”.

Un coro di personaggi viene trascinato drammaticamente in questa ‘lotta per il potere’: Nina, eroinomane insegnante di aerobica (interpretata da una credibilissima Carolina Crescentini); Gianni, il suo fidanzato tossico(Michele Riondino) ; Rocco, ex fotografo cinico e strafatto (a cui presta il volto il bravo Pietro De Silva) e una coppia di poliziotti (Claudio Gioè e Paolo Sassanelli) che indaga su un duplice omicidio in cui è coinvolto un pusher.

Piva si cimenta con un genere, il poliziesco, di cui non rispetta pedissequamente i codici, mescolando elementi del noir con spunti comici in cui dimostra di essere particolarmente a proprio agio, e che rappresentano pertanto la parte più riuscita del film.

Nonostante alcune pecche di sceneggiatura, che a tratti soffre dell’impronta didascalica di alcune fiction nostrane di argomento poliziesco/investigativo, la terza fatica di Piva nel complesso rimane godibile, sebbene non abbia troppe pretese.

Anche se i personaggi risentono dell’influsso di stereotipi a cui il pubblico italiano medio e televisivo è abituato e affezionato, l’ottima prova attoriale del cast rappresenta il vero punto di forza che dà tono e credibilità al film.

Francesca Giannone

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