Sarà disponibile su Prime Video, a partire dal prossimo 14 febbraio, Amare amaro, primo lungometraggio del regista franco-italiano Julien Paolini, distribuito da 102 Distribution.
La trama
Amare amaro è, come definito dal regista, una sorta di western moderno.
Tratto dalla tragedia greca dell’Antigone di Sofocle, il film trasferisce l’azione in un piccolo paese della Sicilia dei nostri giorni.
Qui la monotonia del luogo viene sconvolta da un fatto violento. Giosuè, un balordo del paese, si scaglia con la propria auto contro le vetrine di un bar, causando la morte di due clienti e perdendo la vita egli stesso.
Il fratello Gaetano (Syrus Shahidi, visto qualche anno fa nell’esilarante commedia franceseLola+Jeremy), fornaio del paese, malvisto dai compaesani a causa delle origini in parte siciliane e in parte francesi, vorrebbe seppellire il corpo di Giosuè nel cimitero del paese, accanto alla tomba della madre.
Si dovrà scontrare con i potentati del luogo, Enza, il sindaco (Celeste Casciaro) e il maresciallo dei Carabinieri Marcello (Tony Sperandeo), braccio destro della donna, i quali vogliono impedire la sepoltura del corpo nel cimitero locale, a causa delle colpe di cui si era macchiato in vita il defunto.
Gaetano farà di tutto pur di riprendersi il corpo, ma il dramma si abbatterà su di lui e sull’intera comunità.
Dall’antica Grecia alla Sicilia contemporanea
La storia portata sullo schermo da Paolini, con la sceneggiatura dallo stesso regista e di Samy Baaroun, ricalca le vicende della tragedia greca.
Come nell’Antigone anche nel film dell’esordiente regista, c’è il disperato tentativo da parte di un uomo, di dare degna sepoltura al proprio fratello, nonostante il veto posto dall’autorità.
E come nella tragedia di Sofocle, il funerale è vietato a causa del comportamento malvagio del morto durante la sua esistenza, cosa che lo fa apparire, agli occhi della gente, come un nemico.
L’idea sviluppata da Paolini e Baaroun, autori anche del soggetto, pur non avendo nulla di innovativo – numerosi sono i casi di opere cinematografiche che si rifanno alle tragedie greche – non sarebbe neppure da disprezzare.
I due mettono in scena una Sicilia sospesa nel tempo, dalle atmosfere rarefatte. Dove il dramma esplode all’improvviso, interrompendo violentemente il lento trascorrere dei giorni.
Inoltre, la volontà degli autori è quella di porre l’accento su tematiche sociali di forte attualità, quali la difficoltà di accettazione del diverso all’interno di una comunità chiusa come quella di un villaggio.
Gaetano è un personaggio che, attraverso l’affermazione della propria volontà, tenta di riaffermare la propria dignità come uomo, ridandola, al tempo stesso, anche al fratello, nonostante i dissidi che li separavano a causa del loro opposto modo di concepire la vita.
Una sfida nella quale tutti escono sconfitti
Proprio come nell’Antigone, anche in Amare amaro tutti i protagonisti usciranno perdenti dalla sfida.
Purtroppo, a uscire sconfitti, non saranno solo i personaggi del film ma anche gli autori, che non riescono a rendere appassionante una vicenda che, per il suo livello di drammaticità e per i temi di attualità trattati, possedeva enormi potenzialità a livello scenico e drammaturgico.
Amare amaro si rivela un’opera acerba, non supportata neppure dalla recitazione degli attori, approssimativa e poco spontanea.
Si salva solo l’affermato Tony Sperandeo, ottimo attore, spesso utilizzato in parti da comprimario, e che ricordiamo vincitore del David di Donatello come miglior attore non protagonista nella parte di don Tano Badalamenti in I cento passidi Marco Tullio Giordana.
Amare amaro
Anno: 2018
Durata: 90'
Distribuzione: 102 Distribution
Genere: Drammatico
Nazionalita: Francia, Italia
Regia: Julien Paolini
Data di uscita: 14-February-2021
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