Pelé: il re del calcio è il documentario che racconta la vita del compianto calciatore brasiliano Edson Arantes do Nascimento, noto come Pelé.
Si ripercorre lo straordinario periodo in cui Pelé, l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del mondo, è passato da giovane superstar nel 1958 a eroe nazionale nel mezzo di un’era radicale e turbolenta nella storia del Brasile.
“Il successo non è un caso. È un duro lavoro. È perseveranza, sacrificio e soprattutto amore per ciò che fai o ciò che stai imparando a fare”- Pelé
Disponibile su Netflix in tutto il mondo dal 23 febbraio 2021, Pelé:ilredelcalcio è diretto da Ben Nicholas e David Tryhorn. É il secondo documentario dedicatogli. Il film è del 2011, con la regia di Evan Clark. Su Prime Video è disponibile Pelé diJeff Zimbalist (qui il trailer) con Kevin de Paula e Vincent D’Onofrio (anche regista di The Kid).
Lo stesso Pelé ha recitato nel film Fuga per la vittoria di John Huston.
Pelè: il re del calcio racconta la sua vita
Nato in Brasile nel 1940, spiega la sua origine da una famiglia di trasportatori di legname. Un mestiere semplice che, a sua volta, ha influenzato la vita di suo padre. Un uomo onesto che gli ha insegnato a non sentirsi mai migliore di nessun altro.
Alternando documenti video di quegli anni, Pelé parla del suo amore per il Brasile, il suo paese natio che considera da sempre e per sempre il luogo più bello del mondo. Nonostante abitasse in una casa piccola e la sua fosse una famiglia povera, il piccolo Edson non si considerava sfortunato, anzi. Aiutava come poteva la famiglia lavorando come lustrascarpe e sognando, un giorno, di fare quello che amava davvero. Il calciatore come suo padre.
Supportato da quest’ultimo infatti, Pelé a 16 anni riesce a passare il provino per giocare nella squadra dei suoi sogni, la Al Santos, dove viene notato da Waldemar de Brito “Pepe”. Inizia così a vivere il suo sogno, che lo ha condotto dove mai si sarebbe aspettato.
Il documentarioPelé il re del calcio ha il pregio di raccontare la carriera del calciatore della nazionale del Brasile in parallelo alla turbolenta realtà che il paese stava vivendo. Mentre Pelé nel 1958 partecipava ai suoi primi mondiali contro la Svezia e lasciava per la prima volta il suo paese, volando in un posto sconosciuto, iniziava a sentire sulle spalle non solo il peso di una squadra ma il destino di un intero popolo. Dopo aver perso i mondiali del 1950 contro l’Uruguay, il Brasile e i brasiliani avevano vissuto la sconfitta come una grande perdita personale, arrivando a sentirsi inferiori rispetto al resto del mondo.
Giocare in Svezia, con un attaccante prodigio, era l’occasione di una rinascita non solo sportiva. E così Pelé, facendosi carico di una missione popolare, portò il suo gioco oltre oceano, conducendo nazionale e concittadini alla vittoria del mondiale.
Raccontando le fasi decisive di quei giorni di gara, Pelè spiega cosa significava per il Brasile essere sulla cresta dell’onda calcistica. Un popolo solo, abbandonato dalle altre grandi nazioni, crede fortemente in qualcosa, ed è tutto “sui piedi” di un unico grande uomo. Vivendo la gioia della vittoria, il paese si sente finalmente unito.
“Più diventa difficile vincere, più grande è la felicità di vittoria” – Pelé
Nonostante la vittoria, il paese va incontro ad una nuova crisi. È il 1964 e il governo militare attua un colpo di stato che avrebbe portato la nazione a 21 anni di dittatura militare. Il periodo post guerra fredda, la vicinanza, forse, agli Stati Uniti, trasformano l’amato Brasile in teatro di guerriglia ed orrori. Eppure il giocatore Pelé riesce a scindere la sua passione e professione dalla vita personale. Sulla cresta dell’onda del successo, sposato e protagonista di spot e film, Pelé non prende posizione rispetto a quanto il paese subisce, nonostante tanti altri auspicassero il contrario.
Pelé è la persona con cui il popolo si identifica
Amici e conoscenti dicono propri questo. Pelé è la persona con cui il popolo si identifica. Dalla prima convocazione in Nazionale all’ultima avvenuta nel 1970, non c’è stato un solo brasiliano che non abbia vissuto la sua vita sulla scia del successo del grande giocatore. Pur avendo scelto di non schierarsi con la politica, Pelé è rimasto il personaggio più importante in cui un’intera nazione si è identificato. Più di un presidente o di un qualsiasi altro personaggio famoso, il calciatore è stato l’uomo brasiliano per eccellenza. Il riscatto per molti e l’ancora di salvezza dei tempi bui.
Esprimendo pareri pro e contro la sua apoliticità, compagni di squadra, e giornalisti, tra cui José Saldanha, definiscono il campione come unico bene del paese.
Ma ciò che questo documentario insegna è proprio imparare ad osservare l’evoluzione calcistica di un campione, da sconosciuto a star, senza giudicare. Lo fa scegliendo uno stile semplice, quasi “scolastico”, posizionando la macchina da presa a osservare le parole dalla bocca di Pelè e amalgamando ciò che si sente con immagini di repertorio che documentano senza dare spazio al superfluo.
Una regia quindi asciutta ma resa in qualche modo convincente dall’intenzione. Come se si volesse motivare il significato della figura di Pelé, si confronta la storia del mondiale e quella contemporanea, dando più senso alla vita dell’uomo e del campione.
“I mondiali del 70 hanno giovato più al Brasile che al calcio”
Trascinato dal successo, il Brasile si appresta al mondiale del 1970 con la consapevolezza di dover regalare qualcosa al proprio paese dopo l’ennesima dittatura. Il governo infatti impose nello staff tecnico la presenza di diversi militari che quasi giustificarono gli slogan fascisti con cui la squadra veniva accompagnata. Lo slogan era nel calcio e la dittatura anche, a Pelé e i suoi compagni non restava altro che regalare un sogno. Questa volta però, la storia brasiliana sembra riflettersi nella sventura di Pelé. Alla soglia dei 30 anni, pronto a vivere quello che potrebbe essere il suo ultimo mondiale, il giocatore viene ostacolato dal nuovo allenatore Zagallo che, incomprensibilmente, decide di metterlo fuori rosa perchè miope. Mentre il dittatore Medici ingigantisce i problemi del paese, Pelé si ritrova a vivere il momento più complicato nella sua carriera con la Nazionale.
“Pelé è riuscito a fondere il suo successo con quello del Brasile” dirà alla fine del film Fernando Henrique Cardoso. Perchè è questa la fine della sua storia con la Nazionale. Allontanato Zagallo, Pelé torna finalmente in prima squadra. L’ultima esperienza mondiale è in salita, difficile. Sotto gli occhi di tutti in seguito alle affermazioni di Zagallo, Pelé fatica a trovare il suo solito gioco nella competizione. Il suo successo è quello del paese e il giocatore si riappropria della sua fama. Instancabile e motivato, ritrova il suo spirito, e superato il primo girone, Pelé è di nuovo Pelé.
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