La nave sepolta. La recensione podcast del film piú poetico del momento
Tratta da fatti realmente accaduti descritti nel libro di John Preston, La Nave Sepolta diretta da Simon Stone è un’incantevole poesia dedicata alla bellezza della condizione umana anche quando sembra avere come unica compagna null’altro che la disperazione.
Presente in streaming su Netflix, La nave sepolta scandaglia con poetica sensibilità la fragilità della condizione umana. Per raccontarla il regista, SimonStone, e la sceneggiatrice, Morira Buffini, utilizzano la vicenda di un’incredibile scoperta archeologica.
Tra il 1938 e il 1939, nella campagna inglese del Suffolk, in un terreno all’interno della proprietà di Edith Pretty, il quotidiano di un uomo, di una famiglia, di un museo, diventa la prefazione dell’incrocio con la grande Storia.
La nave sepolta, la trama
È il giugno del 1938 quando Edith Pretty, una giovane vedova con una proprietà immersa nelle campagne del Suffolk, in un posto chiamato Sutton Hoo, convince Basil Brown, un maturo archeologo dilettante specialista in ritrovamenti, a scavare nel suo terreno per svelare la consistenza di alcune strane e grosse gibbosità. L’operazione si rivela un successo clamoroso, tale da suscitare l’arrivo precipitoso di una delegazione del British Museum. Tra rivalità, gelosie, amori perduti e in divenire si fa strada il fato di un mondo in disfacimento. Incrocerà quello di tutti i protagonisti ma non della nave funeraria scoperta da Brown. Essa rimarrà come il totem in grado di testimoniare le storie di quei giorni.
Mike Eley e William Turner
Uno degli atout de La nave sepolta è senz’altro costituito dalla fotografia di Mike Eley capace di riprodurre con estrema accuratezza lo scenario della campagna inglese. Un’operazione estremamente attenta, tale che ogni protagonista sembra farne parte restando preda delle luci e dei suoi colori. Le sfumature diventano le sottolineature delle emozioni di un’umanità che lentamente prende consapevolezza delle sue tragedie e ne trae risorsa per andare avanti, per non arrendersi . In tal senso l’alternarsi di atmosfere plumbee a decisi rischiari tratteggia le sfumature delle cose come quelle della vita. È la pittura romantica e passionale di William Turner nella quale la natura ha il compito di dimensionare l’uomo e dargli coscienza della propria fragilità.
La nave sepolta e la concordanza perfetta
Ralph Fiennes e Carey Mulligan interpretano il loro ruolo con estrema naturalezza innescando tutti i punti di svolta della vicenda. I loro Basil Brown ed Edith Pretty sono dotati di una senibilità e di una umanità talmente rara da sembrare il motore di tutte le altre storie. Aggrappati alla loro nave del VI secolo dopo Cristo, come naufraghi disperatamente convinti dell’esistenza di una salvezza, guardano scorrere il Mondo certi che in qualche modo si aggiusterà. Attorno a loro tutti recitano splendidamente, a cominciare dal piccolo Archie Barnes, nel ruolo di Robert, il figlio di Edith, per finire con Lily James, l’archeologa Peggy Piggot che nella vicenda perde un marito e trova un amore.
Leggi anche la recensione di La nave sepolta a cura di Sandra Orlando
Anno: 2021
Durata: 112 minuti
Distribuzione: Netflix
Genere: Biografico, drammatico, storico
Nazionalita: Gran Bretagna
Regia: Simon Stone
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