Dopo una lunga carriera da attore, Viggo Mortensen ha esordito alla regia con Falling, presentato al Sundance Film Festival nel gennaio 2020 e in uscita il 5 febbraio negli Stati Uniti. In una intervista rilasciata a GQ ha parlato di questa sua nuova esperienza, ma ha anche rivelato di avere in progetto un film con David Cronenberg. Il regista canadese, che compare in un piccolo ruolo proprio in Falling, ha diretto il suo ultimo film nel 2014, Maps to the Stars, e sarebbe dunque pronto a tornare alla regia dopo sette anni. Il sodalizio tra i due è iniziato nel 2005 con A History of Violence ed è proseguito con La promessa dell’assassino e A Dangerous Method.
Il nuovo progetto
E la collaborazione non accenna ad interrompersi. Come ha rivelato Mortensen infatti:
“Sì, abbiamo qualcosa in mente. È qualcosa che ha scritto molto tempo fa e non l’ha mai realizzato. Adesso l’ha rifinito e vuole girarlo. Speranzosamente, sarà questa estate che lo gireremo. Direi che, senza rivelare la storia, forse sta tornando un po’ indietro alle sue origini.“
La giornalista gli ha chiesto se si riferisse al genere del body-horror e lui ha risposto:
“Sì, è molto interessante. È quasi come una strana storia da film noir. È disturbante ed è buona, penso. Ma sin dalle sue origini lui si è evoluto come regista in termini di tecnica e sicurezza.”
Il cinema di David Cronenberg
Cronenberg è tra i registi americani che meglio hanno saputo trasformarsi negli anni, adattandosi brillantemente ai cambiamenti che caratterizzano l’evoluzione cinematografica. Da sempre legato all’horror e alla fantascienza, il suo è un cinema carnale, nel vero senso della parola. La mutazione della carne e l’iconografia del corpo sono i temi centrali di molti suoi film, soprattutto nella prima fase della carriera, declinati in forma psicologica e puramente biologica.
Ha esplorato la sottile barriera che divide immaginazione e realtà e in un film come Videodrome (1983) ha saputo tratteggiare il ruolo delle immagini e dei media visivi in modo incredibile, precorrendo i tempi. Ma è stato in grado di reinventarsi, almeno in apparenza, soprattutto nel nuovo millennio e in particolare a partire proprio da A History of Violence, sfumando maggiormente verso il noir. Sarà affascinante ritrovarlo in un nuovo progetto e vedere come riuscirà a far collimare le varie fisionomie assunte dal suo cinema.