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Partire, ritornare… il cinema di Annie Girardot (selezione monografica)

Doppio appuntamento ad Alphaville Cineclub da mercoledì 13 a lunedì 18 aprile 2011 nella sede di Via del Pigneto 283; le serate dal 13 al 17 ospitano la rassegna ‘Partire, ritornare… il cinema di Annie Girardot’, selezione monografica in sette pellicole dedicata ad una delle attrici più amate del cinema francese recentemente scomparsa.

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Doppio appuntamento ad Alphaville Cineclub da mercoledì 13 a lunedì 18 aprile 2011 nella sede di Via del Pigneto 283; le serate dal 13 al 17 ospitano la rassegna ‘Partire, ritornare… il cinema di Annie Girardot’, selezione monografica in sette pellicole dedicata ad una delle attrici più amate del cinema francese recentemente scomparsa; lunedì 18 aprile alle ore 21.00 la serata sarà dedicata al terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile del 2009 e prevede la proiezione del lungometraggio Anno Zero di Milo Vallone, già proiettato alla Casa del Cinema, alla presenza del regista e del cast (in allegato comunicato stampa dettagliato).

Indimenticabile attrice parigina scomparsa il 28 febbraio scorso, Annie Girardot (1931-2011) ha da sempre rappresentato la punta d’iceberg del cinema d’oltralpe e più in generale europeo dagli Anni Cinquanta al Duemila, in grado di trionfare sugli schermi di ieri e di oggi anche dopo aver superato gli “anta”, sempre affascinante ed unica nella sua specifica allure. Le sue performances femminili rimangono nella storia della cinematografia. Disperatamente ammaliata dall’arte drammatica grazie  agli studi appassionati presso il Conservatoire de la rue Blanche a Parigi, con una solida esperienza nel teatro di qualità, si mise in gioco ad inizio carriera pur non potendo contare sulla bellezza dirompente secondo gli stereotipi dell’epoca, cominciando perciò ad imporsi con un  fisico che non era davvero quello di Brigitte Bardot! Ma a lei non importava. Non le importava se, per il pubblico, non era abbastanza attraente. Più in là dirà addirittura che, forse, aveva sempre avuto un corpo “da scopa”. Solo Visconti, guardandola attentamente, sentì il desiderio mascolino di vederla nuda. Curiosamente, il regista accentuerà i suoi lineamenti maschili per farlo, chiedendole di abbassare notevolmente il tono della voce per renderla più fatale. Grazie a questo piccolo trucco, la Girardot mieterà premi ovunque con il ruolo della prostituta Nadia in Rocco e i suoi fratelli e sarà considerata un po’ la portabandiera di quelle donne fatte, interessanti, complicate, senza pudore. Un personaggio finalmente visibile al cinema, anche grazie a ruoli futuri, dove vestirà spesso i panni di signore di mezza non di rado lagnosette. Quando si parla di lei si raccontano aneddoti sulla sua intrepida ascesa e sulla sua forte indipendenza professionale che rimase in vita anche quando fu felicemente assorbita dal cinema francese tradizionale. Vecchia e nuova allo stesso tempo, non si è mai replicata nelle sue interpretazioni, pronta ad entrare in  parti  sempre diverse l’una dall’altra: una volta faceva leva sulla sua trascuratezza, una volta sulla maturità, altre volte su un desiderio. Era facile per un’artista così piena di sfaccettature, così segmentata, trovare personaggi con cui identificarsi e su cui proiettare i propri sogni, capace di imporsi anche  brutta e pelosa, come la volle Marco Ferreri in La donna scimmia. Rara, molto amata dal trasversale pubblico radical-chic, era una sicurezza per produttori e registi. Bastava uno sguardo, bastava il suo nome, per averne la prova. Al cinema mondiale ha regalato grandi emozioni senza veli. A se’ stessa, il piacere di aver visto che gli uomini la desideravano e le donne  volevano somigliarle, senza pudicizia. Una splendida signora, insomma, che ha dato grandi prove di sé sul grande schermo e che, malauguratamente, non ha potuto vincere contro l’ultima nemica, quella sindrome di Alzheimer che l’ha costretta a rinunciare all’ambizione di non smettere di lavorare sino all’ultimo (fonteMyMovies).

La selezione di Alphaville mostra alcune tra le più riuscite ed indimenticabili interpretazioni di Annie Girardot, trasversale e sempre efficace in ogni genere ed in ogni ruolo, guidata da grandi registi della storia del cinema francese autoriale e non soltanto ( Carnè, Delannoy, Jessua, Lelouche), ma anche dai nostri cineasti italiani, da Marco Ferreri a Luigi Comencini, senza dimenticare Francesco Maselli.

Lunedì 18 aprile alle 21.00, a due anni dal terremoto in Abruzzo, Alphaville ospita il lungometraggio Anno Zero (2010)alla presenza del regista Milo Vallone e del Cast (com.stampa in allegato)

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