Il 17 e 18 gennaio Rai Uno ci ha offerto le prime due serate in compagnia di Mina Settembre (ora su Rai Play) , una Serena Rossi in piena forma, che ci ha conquistato col suo sorriso e la sua energia, raggiungendo meritatamente circa sei milioni di ascolti.
Mina Settembre nelle narrazioni letterarie
Quando, nel primo racconto su di lei (2013), Un giorno di settembre a Natale, il suo autore Maurizio de Giovanni la presenta, dice: “Mina Settembre ha un cuore grande e un senso della giustizia tutto suo; i lettori impareranno a conoscerla e ad amarla proprio per questo”. L’anno dopo esce un secondo racconto, Un telegramma da Settembre; e recentemente i due romanzi: Dodici rose a Settembre e Troppo freddo per Settembre, nel 2019 e nel 2020. Il nome del mese sempre scritto maiuscolo, giocando col cognome della protagonista.
Due romanzi e due racconti in tutto sembrano pochi per riempire sei serate di dodici episodi; per questo siamo molto curiosi di vedere quante storie inedite verranno aggiunte a quelle letterarie, e come saranno capaci di integrarsi con gli elementi già noti ai lettori della Mina di carta.
Anche gli spettatori impareranno ad apprezzarla, a volerle bene, perché ha un cuore davvero grande; e nella fiction addirittura di più. Presa dalle sue storie personali irrisolte, che danno vivacità al racconto, non ne è sopraffatta come la Mina di De Giovanni.
Mina Settembre, un po’ di leggerezza nonostante tutto
Motivi per esserlo ne avrebbe, eccome! Il suo matrimonio è fallito da poco per il tradimento del marito, Claudio (Giorgio Pasotti), ma soprattutto per la perdita di fiducia nei suoi confronti e un rancore che non accenna a diminuire. Il lavoro (quello di assistente sociale) è svolto in un “buco cadente, in un palazzo cadente, in un vicolo cadente” , “con l’odore perenne di cipolle e aglio che costituisce il microclima delle scale” (De Giovanni). Lo stipendio, quando arriva, è quello che è.
Ma, soprattutto, Mina ha una madre cattiva, o una cattiva madre (Marina Confalone), che da sola farebbe l’infelicità di chiunque.
Nel primo romanzo Mina esordisce dividendo il suo tempo in giornate normali e giornate di merda, alle quali ha dedicato l’abbreviazione GdM. Basta poco a metterla di cattivo umore. Anche se la madre che fin dal mattino presto disprezza ogni sua scelta non è proprio cosa da poco. Il problema è che noi di personaggi incazzosi siamo un po’ stanchi e avremmo bisogno di caratteri meno in rotta con il mondo intero. Certo le persone che, come Rocco Schiavone o il recente Alligatore, rivelano le loro ombre sono più affascinanti, ma un po’ di leggerezza di questi tempi ci farebbe solo bene.
Mina Settembre, eroina del quotidiano
Nella serie tv, la nostra eroina del quotidiano non si piange addosso, anzi sorride, e ha tempo per tutti. Già nella prima e nella seconda serata ha salvato un po’ di vite, con la sua ostinazione, la prontezza nell’agire, l’intuito e l’empatia. Secondo noi, anche Concetta, la più restia a farsi aiutare, perché non vuole intrusioni in una logica esistenziale tutta sua, alla fine cederà e la pianterà di trattare Mina come un’intrusa.
Potremmo chiamarla “riparatrice di destini”, Mina, come diceva Simenon: “Da giovane ho visto un così gran numero di esistenze finir male, sprofondare nella tragedia, che mi sono chiesto come mai non ci fosse, per gli individui momentaneamente in difficoltà, l’equivalente dei medici che si adoperano per guarire le malattie del corpo. Pensavo a qualcosa di vago e complesso, a uomini che per esempio svolgessero nella società un ruolo di riparatori, di riparatori di destini” (G.Simenon: Memorie intime).
Mina Settembre, riparatrice di destini
Ecco, sì, Mina, con tutta la naturalezza del mondo, è una riparatrice di destini! La regista Tiziana Aristarco e gli sceneggiatori (Fabrizio Cestaro, Costanza Durante, Doriana Leondeff, Fabrizia Midulla, Marco Videtta) le hanno dato questo dono: una rara disinvoltura con la quale sa immergersi nelle vite altrui e modificarne il corso. Quella leggerezza che vorrebbe essere anche di De Giovanni, ma che in realtà, volendoci far ridere a tutti i costi, ridicolizzando situazioni e personaggi, può sembrare una forzatura, provocando un effetto straniante. Umoristico, quando riesce, ma con molta amarezza. Forse l’autore è più portato per le storie e i personaggi malinconici come il commissario Ricciardi, che il 25 gennaio vedremo nella regia di Alessandro D’Alatri.
Un esempio, il portinaio Rudy Trapanese. Nel libro accarezza il posteriore di Mina con lo sguardo come la mano di un maniaco in un autobus strapieno, oppure, punta gli occhi sulle tette di lei, che sono (inguaribile ossessione!) alla sua altezza, e si passa sul labbro superiore la punta laida della lingua. Com’è diversa la resa di Nando Paone, che invece è così rispettoso, e sincero!
Un secondo esempio è offerto dalla più assidua frequentatrice dell’ufficio, la Concetta della fiction con il figlio che non va a scuola. Nel libro è paragonata a un grande bovino nord-americano abbigliato da Walt Disney. Vestita in modo tale che se l’avesse vista uno stilista avrebbe deciso di porre fine alla propria vita in maniera tragica. De Giovanni si sofferma compiaciuto sulla ciccia, il pantacollant che tira, l’ombelico affondato nel grasso, il giallo fosforescente delle scarpe, i capelli blu elettrico come la gomma da masticare ben in vista. E ovviamente l’ha chiamata Jessica.
Mina Settembre in tv: un personaggio finalmente positivo e maturo
Anche Mina Settembre ha molto guadagnato dalla serie tv. Nel romanzo è talmente complessata dalle tette (il suo problema numero due, dopo quello della madre) che si mortifica in maglioni larghi e sformati. Quanto è carina invece in televisione.! Con il suo cappottino rosso e l’andatura sicura di sé!
E la storia dolcissima con Mimmo (Giuseppe Zeno)? La sua confusione tra due uomini che l’amica le consiglia di concedersi (non i due uomini, ma la confusione) è molto più rilassante della rabbia che nel romanzo scarica addosso al povero Domenico, perché è attratta da lui e non vuole ammetterlo.
Insomma, nella versione televisiva Mina è molto più matura di come l’avevano conosciuta i suoi lettori. Nel liberamente tratto dei titoli di testa c’è veramente una grande differenza, un altro personaggio, tutt’altre storie!
Simenon aggiungeva: “In molti dei miei romanzi i personaggi, siano famiglie, coppie o individui isolati, si trovano improvvisamente di fronte ad un evento che cambierà la loro sorte. Mi fa male vedere la vita di un uomo prendere all’improvviso una svolta pericolosa, come se un sasso lo facesse inciampare quando meno se lo aspetta!”
Ecco, Mina coglie le persone in questi momenti e le risolleva dall’inciampo, Ora ci aspettiamo che la narrazione si colori di giallo, perché non si possono ignorare le ammazzatine e le investigazioni dei due romanzi. E a Mina Settembre, cosa potrebbe capitare di più coinvolgente che partecipare alla soluzione di qualche delitto?
Napoli, sfondo mimetico dei racconti televisivi
La serie ha uno sfondo, quello napoletano, che si fa spazio mimetico della protagonista. Una città vivace, ripresa negli aspetti suoi migliori, dall’apertura del mare al Palazzo San Felice del rione Sanità, utilizzato più e più volte dal cinema, grazie alla sua originalità. Napoli com’era prima del virus, alla quale tutti vorremmo tornare.
Mina Settembre
Anno: 2021
Durata: 1 stagione, 12 episodi
Distribuzione: Rai Fiction
Genere: Commedia
Nazionalita: Italia
Regia: Tiziana Aristarco
Data di uscita: 17-January-2021
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