Disponibile su Prime Video I’m your woman racconta di una giovane donna costretta a fuggire insieme al suo bimbo di pochi mesi per salvarsi dalla violenza di una faida tra gang di cui fa parte il marito del quale nel frattempo non si hanno più notizie.
Braccata dai criminali, con l’aiuto di un gentile ma spietato sodale, riesce a farla franca in più occasioni. Alla fine però deve giocarsi il tutto per tutto e lasciare il figlio in un nascondiglio. Con la promessa di tornare a prenderlo una volta sistemate le cose.
In un’America fine anni ’70 Jean è una disadattata, non sa fare né la moglie né la madre.
Come donna di casa non sa, letteralmente, cucinare neanche un uovo fritto, come moglie di un gangster non sa neppure tenere in mano una pistola. Come madre, beh… da donna con un grembo inospitale lei ci commuove quando, a metà film, ci dice che dopo aver finalmente accettato con estrema fatica l’idea di non poter mai essere madre arriva questo figlio a sconquassarle l’esistenza. Harry (Jean gli dà il nome di un precedente figlio mai nato) arriva all’improvviso all’inizio della storia. Proprio mentre combatte con le forbici per strapparsi dal vestito un’etichetta (che a quel punto diventa un simbolo potente). Glielo porta Eddie come regalo speciale, frutto di uno dei suoi tanti sporchi affari.
Jean fa del suo meglio per prendersene cura ma è convinta di non essere adatta a fargli da madre. Tantomeno quando è costretta a fuggire da un nascondiglio all’altro.
Una situazione in caduta libera
La situazione in continua caduta libera, spinta da una forza che non ci viene mostrata, non ci suggerisce molta speranza sul destino dei personaggi coinvolti.
Per poter sopravvivere Jean deve difendersi chiudendosi in un riserbo che ci impedisce di scavare in profondità nel personaggio. Ma è quando si apre con Cal, il criminale gentile che la protegge, rivelandogli i suoi problemi di maternità, che il personaggio Jean comincia a mostraci un altro spessore.
Jean non è definitivamente quella bambola del gangster in baby doll con occhialoni da sole, che fuma e beve drink in giardino, che ci viene mostrata in apertura. Per lei c’è ancora speranza, realizziamo che può ancora farcela.
In uno dei rari momenti dove l’angoscia per la fuga lascia spazio alla tenerezza Jean ci fa entrare nella sua intimità di madre quando racconta a Cal che ha scoperto che Harry smette di piangere solo quando le sente canticchiare una canzone. Cal vuole che lei la canti adesso, lei resiste ma poi la canta. E Cal insieme a lei: sulle note di (You Make Me Feel Like) A Natural Woman di Aretha Franklin si chiude la prima parte del film. Con una nuova consapevolezza.
L’intervento della famiglia di Cal in funzione di alleato non le procura solo supporto e un po’ di vantaggio sugli spietati nemici. Le dischiude anche pesanti verità sul marito che la lasciano più incredula che disperata. Ma anche profondamente consapevole di dover, d’ora in avanti, lottare per la propria sopravvivenza per il solo fatto di essere la moglie dell’uomo a cui l’intero Gotha criminale dà la caccia. Adesso che ha imparato a sparare, forse l’unica cosa da fare è uscire allo scoperto e andare a cercare il suo uomo, col rischio di portare il mostro sulle sue tracce o doverlo affrontare in una battaglia dagli esiti niente affatto scontati.
Imparare a essere madre
Il risvolto più doloroso di questa scelta è dover abbandonare il piccolo Harry proprio quando sta imparando a fargli da madre. “I’m Your mother”, sembra dire Jean a Harry quando lo saluta nella culla. E forse questo sarebbe dovuto essere il titolo del film.
I'm your woman
Anno: 2020
Durata: 120 minuti
Distribuzione: Amazon Studios
Genere: Dramma
Nazionalita: USA
Regia: Julia Hart
Data di uscita: 11-December-2020
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