Un premio Oscar per l’interpretazione di un ex cantante alcolizzato nel film Tendermercies –Un tenero ringraziamento, 6 nomination, due Emmy Award, quattro Golden Globe ed un BAFTA.
È uno di quegli attori Duvall che ci si dimentica a volte di citare quando si parla dei grandi del Cinema, ma che ha dominato da protagonista gli anni 70 e 80 con pellicole cult.
Un talento innegabile, non invadente e che ha spesso preferito i ruoli da non protagonista, ma che ha lasciato la sua impronta in ogni film interpretato.
Come dimenticare Tom Hagen, l’avvocato e consigliere di Don Vito Corleone/Marlon Brando ne Il Padrino, di Francis Ford Coppola, film che ha fatto la storia del Cinema?
La sua interpretazione di un celato e sofferto desiderio di accettazione fraterna è a tratti struggente e gli valse una nomination agli Oscar.
O, ancora con Brando, in Apocalypse Now ( nuova nomination agli Oscar) film icona dell’amico Coppola, veste i panni diversi conquistando anche un Golden Globe. Nella pellicola è il colonnello Kilgore e pronunci una delle più celebri battute nella storia del cinema:
Mi piace l’odore del napalm al mattino
La sua carriera inizia giá intorno alla metà degli anni ’50 quando inizia a lavorare per il teatro: abita nella metropoli e divide l’affitto con due nomi illustri: Dustin Hoffman e Gene Hackman. Alla fine degli anni ’50 inizia ad alternare il teatro a piccoli ruoli in popolari serial televisivi.
Nel 1962, esordisce sul grande schermo con “Il buio oltre la siepe”, dove interpreta il ruolo intenso e drammatico di un uomo con qualche disturbo. Nel 1963, l’anno seguente, è in “Capitan Newman”, nei panni di un pilota timoroso.
Robert Altman lo sceglie per interpretare una caricatura nell’antimilitarista “Mash” del 1970, viene poi scelto come protagonista per il filosofico-fantascientifico “L’uomo che fuggì dal futuro” del 1970, opera prima di George Lucas.
I grandi film.
Il suo nome inizià a comparire in diversi altri titoli importanti della Grande Storia del Cinema oltre a “Il padrino” del 1972, e “Il padrino – parte seconda” del 1974, gira “Quinto potere” del 1976 di Sidney Lumet e “Apocalypse Now” del 1979.
All’inizio degli anni ’80 Duvall si dedica a ruoli più impegnati, assegnandogli un premio della critica a Venezia per la parte dell’inquieto detective nel film “L’assoluzione” del 1981, con Robert De Niro.
Nel 1984 riceve il premio Oscar per la magistrale interpretazione di un maturo cantante in “Tender mercies – Un tenero ringraziamento” del 1983.
Nel 1983, nello stesso anno, firma “Angelo, amore mio”, un film scritto, diretto e prodotto da lui che segna il suo esordio come regista. Si rimetterà nuovamente dietro la macchina da presa nel 1997 con “L’apostolo”, premiato con due “Independent Spirit Awards”.
Nel film, lui stesso interpreta la parte di un predicatore.
Dopo “Il migliore” del 1984, con Robert Redford, alla fine degli anni ’80 interpreta un poliziotto rude in “Colors – Colori di guerra” del 1987.
Negli anni ’90, Duvall interpreta diversi ruoli in film d’azione, impegnati, commedie.
come in “Giorni di tuono” del 1990, con Tom Cruise e Nicole Kidman, “Ricordando Hemingway” del 1993, “Un giorno di ordinaria follia” del 1993, di Joel Schumacher, con Michael Douglas. Poi “Cronisti d’assalto” del 1994, con Michael Keaton e Glenn Close, “Qualcosa di cui… sparlare” del 1995, con Julia Roberts e Dennis Quaid.
Ne “La lettera scarlatta” del 1995 ě con Demi Moore e Gary Oldman, in “Conflitto d’interessi” del 1998, di Robert Altman, con Kenneth Branagh, Daryl Hannah e Robert Downey Jr, “Fuori in sessanta secondi” del 2000, con Nicolas Cage e Angelina Jolie.
“Il sesto giorno” del 2001 lo vede con Arnold Schwarzenegger, il drammatico “John Q” del 2002, con Denzel Washington e “Terra di confine – Open range” del 2003, di e con Kevin Costner.
In Thejudge è invece con Robert Downey jr.
Nel 2021 lo vedremo sullo schermo in “12potentiorfani” di Ty Roberts con l’amico Martin Sheen e in “Hustle” di Jeremiah Zagar. E forse arriverà un altro Oscar.
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