Sono tanti, troppi, nel mondo i rifugiati che vivono nei campi profughi a causa di dittature, guerre e conflitti sociali, etnici e religiosi. Fra i numerosi popoli ingiustamente colpiti, nel 1990 toccò ai Lotshampa, abitanti nel regno del Bhutan di origini nepalesi e religione induista: centinaia di migliaia di persone che chiedevano al sovrano l’applicazione di diritti democratici per evitare l’assimilazione, furono esiliate, nell’indifferenza della comunità internazionale, e trovarono rifugio in Nepal.
Il regista milanese Sergio Basso ha deciso di raccontare la loro storia nel docu-film “Dimmi chi sono”, un’opera originale e del tutto unica – oggi reperibile sul catalogo della piattaforma di video on demand CHILI – che affida a Sarita, una ragazzina di 13 anni nata e cresciuta nel campo profughi nepalese di Khudunabari, attraverso l’utilizzo inaspettato del ‘musical’, fra danza e canto, la storia dei 100.000 esiliati bhutanesi, molti dei quali non hanno mai conosciuto il Bhutan né altri luoghi tranne il campo profughi.
Insieme a un gruppo di coetanei, Sarita improvvisa nella baraccopoli del campo, balli che, in chiave ironica e apparentemente leggera, raccontano una tragedia passata e presente ma anche il desiderio dei giovani di superarla e andare oltre: “È più facile costruirmi un futuro – afferma Sarita – che desiderare un passato”. Ciononostante la ragazza pone domande alla madre e alla nonna sul Paese d’origine e sulle radici del suo popolo e le due donne, cantando, raccontano di una terra bellissima, dove le montagne sono alte e la vegetazione lussureggiante.
Ma un elemento nuovo giunge a turbare una situazione già complessa: viene annunciato nel campo che molte famiglie saranno “ricollocate” in Paesi lontani, in continenti diversi dall’Asia: ciò significa che migliaia di persone saranno costrette a emigrare (per lasciare il campo profughi) e la loro identità Lotshampa scomparirà probabilmente per sempre. Nel finale Sarita entra, infatti, in un appartamento nuovo, preparato per la sua famiglia in una grande città di un Paese scandinavo ma, nel guardarsi intorno, rimane profondamente turbata perché capisce di aver perso le sue vere radici.
“Dimmi chi sono” cattura lo spettatore mescolando fiction e realismo ed alternando testimonianze ed interviste alle persone del campo con scene realizzate intenzionalmente per la fiction. In questo film l’ironia diventa un’arma sorprendente per raccontare un dramma e i rifugiati non si limiteranno a raccontare il loro passato e la perdita della loro identità ma canteranno e danzeranno il loro destino, attraverso le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi e le coreografie di Matteo Gastaldo.
Prodotto da La Sarraz Pictures con Rai Cinema, e con il supporto di MIBACT – DGC ed il contributo di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund), Regione Lazio (Fondo regionale per il Cinema e l’Audiovisivo), il film è disponibile in Italia, Regno Unito, Germania, Polonia e Austria.
In Italia l’opera, già distribuita con il patrocinio di Amnesty International sulla piattaforma #iorestoinsala, è oggi disponibile on demand sulla piattaforma CHILI (www.chili.com). Dello stesso regista è presente su CHILI anche “Giallo a Milano”, un documentario del 2009 che racconta la comunità cinese di Milano, una delle più antiche d’Europa.
Sergio Basso: nato a Milano nel 1975, dopo un’esperienza teatrale con la compagnia Teatraz, ha iniziato a lavorare nell’industria cinematografica. È stato assistente alla regia di Gianni Amelio per “La stella che non c’è”, e ha girato diversi corti e documentari. Si è diplomato in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, a Roma (2006) e ha un diploma triennale di regia e recitazione con Jurij Alschitz, sotto l’egida della Gitis, Accademia d’Arte Drammatica di Mosca (2002). È membro dell’European Documentary Network. Ha insegnato documentario storico-artistico al Centro Sperimentale di Cinematografia. È tra i vincitori del Premio Solinas – Documentario per il Cinema 2009 e, nel 2008, ha ricevuto la borsa Movin’up per i Giovani Artisti Italiani. Ha collaborato tra gli altri anche con Il Corriere della Sera, la casa editrice IlSole24ore, SKIRA, l’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna, l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Oxford, il Museo MAXXI di Roma. Le sue opere hanno partecipato a diversi festival internazionali quali Locarno, Annecy, Nyon, Beijing, Torino, Mosca, Rio de Janeiro, Toronto. Nella sua carriera ha ottenuto, fra gli altri, una nomination ai Globi d’Oro (“Giallo A Milano”), il China Award (“A Chinese Sketchbook”), il Premio della Critica al Torino Film Festival (“Quando capita di perdersi”) e il WorldFest-Houston 2016 (“Amori Elementari”).