Film da Vedere
I FILM del 2020 da vedere. La classifica di Taxidrivers
Cosa vedere in streaming su Netflix, Amazon Prime Video, Sky, Disney+, Appletv, Infinity
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4 anni fail
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RedazioneCosa vedere in streaming su Netflix, Amazon Prime Video, Sky, Disney+, Appletv, Infinity. Ce lo chiediamo ogni giorno, per questo abbiamo scelto una serie di titoli di film che abbiamo visto nel 2020 e che rappresentano la classifica dei migliori film secondo la Redazione di Taxidrivers.
Film da vedere, film che rappresentanto in pieno il 2020, un anno terribile che passerá alla storia come l´anno del Coronavirus. Un anno in cui abbiamo dovuto imparare ad abbandonare le sale a nostro discapito e a cercare i film in digitale.
In una programmazione cinematografica decimata da obblighi e restrizioni a essere ricordato sarà infatti soprattutto la sparizione dei film dai luoghi del loro normale consumo e l’arrivo di un modo inedito di guardare il cinema in cui le nostre case hanno sostituito a tutti gli effetti sale e teatri. Una novità assoluta con cui spettatori esercenti e addetti ai lavori si dovranno confrontare per effettuare le rispettive scelte. Emblematico a tal proposito è stato quanto si è verificato all’ultimo Festival di Venezia quando Netflix ha deciso di venire meno a un’usanza consolidata rifiutando di concedere agli organizzatori l’anteprima di Sto pensando di finirla qui il nuovo film di Charlie Kauffman uscito negli stessi giorni direttamente in piattaforma. Un segno dei tempi per certi versi simile a quello di Soul la cui decisione di non uscire nelle sale era stata presa prima della loro nuova chiusura.
D’altrocanto il paradosso vuole che la precarietà del momento ha ancora di più rafforzato l’idea di indispensabilità del cinema e dei suoi film come mezzo adatto prima di altri a sublimare le difficoltà del tempo presente. Come acqua e cibo senza cinema non si può vivere e questa è già una garanzia di sopravvivenza per un’arte data ogni volta per morta e invece destinata a risorgere come araba fenice.
Entrando nel dettaglio non c’è dubbio che a fronte di una quasi totale sparizione dei prodotti blockbuster (Tenet è l’eccezione che conferma la regola) messi in naftalina in attesa di tempi migliori (così hanno fatto anche Carlo Verdone, i Manetti Bros, e Gabriele Mainetti con i rispettivi lavori), la stagione 2020 ha regalato comunque all’appassionato film da collezione. Tra i più rappresentativi nel cogliere lo spirito del tempo e affondare la mdp nelle questioni più problematiche sono almeno tre i titoli da podio: il primo risponde al nome di Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always) di Eliza Hittman in cui le criticità più dibattute della condizione femminile convergono in una messinscena tanto minimale quanto fragorosa grazie anche a una delle più belle sequenze del cinema del nuovo millennio, quella in cui l’anamnesi medica diventa la parafrasi con la quale Autumn confessa all’infermiera le ragioni che la spingono ad abortire. A tenergli compagnia nelle vette espressive del cinema appena trascorso ci sono i fratelli Safdie che in Diamanti grezzi (Uncut Gems) prendono la New York di Woody Allen, classica, ordinata, composta, e la filmano mentre ne mettono a soqquadro il tessuto urbano: con questo dimostrando di sapere andare oltre il già detto e di farlo senza quel pregiudizio che gli avrebbe impedito di assegnare il ruolo del protagonista a un attore snobbato ma in realtà unico e versatile come Adam Sandler, qui artefice di un’interpretazione capace di mettere insieme gli eccessi di una città insonne. E infine ultimo ma solo in termini di giustapposizione Roubaix, Una Luce di Arnaud Desplechin il cui omaggio alla città natale non impedisce il confronto impietoso ma partecipe con la febbrile umanità dei personaggi presi a campione dell’intera comunità. A meritarsi una citazione sono Mank di David Fincher, La Gomera – L’isola dei fischi di Corneliu Porumboiu, Richard Jewell di Clint Eastwood, Ema di Pablo Larrain, Sorry We Missed You, di Ken Loach.
In questo contesto il cinema italiano ha mostrato una presenza tutt’altro che anonima ottenendo riconoscimenti internazionali di prestigio in cui più in generale a mettersi in evidenza sono stati registi attori, direttori della fotografia, costumisti, partecipi di un cinema coraggioso a partire dal fatto di rinunciare al lieto fine e anzi desideroso di argomentare finalmente libero da quella paura di spaventare lo spettatore che altrove aveva impedito di affondare il dito nella piaga. Di questo cinema fanno parte titoli forti come Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti che ancora non ha smesso di ricevere premi in Italia e all’estero, Favolacce di Fabio e Damiano D’Innocenzo, capostipiti di una generazione di artisti desiderosa di non fermarsi all’ovvio e facendo anche delle imperfezioni il valore aggiunto di una nuova maniera di osare: una tendenza in comune a titoli come Buio, di Emanuela Rossi, I predatori di Pietro Castellitto, Non odiare di Mauro Mancini, La vacanza di Enrico Iannaccone, Gli Indifferenti di Leonardo Guerra Seràgnoli, Famosa di Alessandr
Ma ecco la classifica di Taxidrivers, i titoli che abbiamo scelto per voi e che dovete assolutamente vedere in streaming.
Film da vedere 2020
Sorry we missed You – Ken Loach
Newcastle. Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo il crack finanziario del 2008. Una nuova opportunità appare all’orizzonte grazie a un furgone nuovo che offre a Ricky la possibilità di lavorare come corriere per una ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro, ma quello della moglie come badante non è da meno. L’unità familiare è forte ma quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso un inevitabile punto di rottura.
Scritto da Paul Laverty e presentato al Festival di Cannes 2019, la pellicola è uscita il 2 Gennaio 2020.
Con il suo ultimo film, Sorry we missed you, Ken Loachè ancora più spietato nei confronti della contemporaneità e sempre più empatico verso i suoi personaggi. Vittime di economie impazzite che stritolano persone, famiglie e classi sociali, mentre arrancano nella ricerca di una meritata normalità. Continua a leggere la recensione qui
Richard Jewell – Clint Eastwood
“C’è una bomba al Centennial Park. Avete solo trenta minuti di tempo”.
Il mondo viene così a conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI, diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse persone che cercano di distruggerlo.
Le caratteristiche di Richard Jewell corrispondono perfettamente a un determinato profilo di colpevole: bianco, frustrato, desideroso di riconoscimenti e amante delle armi. E ovviamente non può sfuggire che una tale tipologia umana deve essere, invero, assai frequente negli Stati Uniti, e nel disegno di Clint Eastwood finisce quasi per diventare un atto di accusa delle élites contro il proletariato più profondo degli Stati Uniti… Continua a leggere la recensione qui
Favolacce – Damiano e Fabio D’Innocenzo
C’era una volta una favola nera, ambientata in una qualsiasi città del mondo, dove vive una piccola comunità di famiglie. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo dei padri e la rabbia dei figli, diligenti e disperati.
Presentato alla Berlinale dove ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura, vincitore del Nastro d’Argento come Miglior Film (ma anche Sceneggiatura, Fotografia, Costumi) Favolacce è uno dei film italiani dell’anno.
I Fratelli D’Innocenzo raccontano la rapacità dei rapporti sociali in maniera ancora più netta, rendendo scoperto fin da subito – nell’agghiacciante cena familiare posta in apertura del film – il rapporto di dominanza che presiede le relazioni umane, con i padri-padroni ansiosi di ribadire la relazione di possesso con i loro figli, schiacciati fino all’annullamento di sé dalla prepotenza degli adulti… Continua a leggere la recensione qui
Mi chiamo Francesco Totti – Alex Infascelli
Mi chiamo Francesco Totti , il ritratto inedito di uno dei più grandi campioni della storia del calcio italiano, che ripercorre tutta la vita e la carriera dello storico capitano e simbolo della Roma.
Il docu-film è stato presentato con successo alla Festa del Cinema di Roma.
Innamorato della squadra e della sua Città, in Mi chiamo Francesco Totti, emerge il rapporto viscerale che lega il giocatore Totti alla maglia, alla città e ai suoi cittadini a cui deve tutto il bene ricevuto. Raccontando le sue imprese calcistiche, il suo affetto per i compagni, il rispetto per gli avversari e -soprattutto- i suoi difetti, Francesco afferma che senza l’amore della sua città e dei suoi tifosi non avrebbe mai avuto il coraggio di essere Totti.
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Volevo Nascondermi – Giorgio Diritti
“El Tudesc,” come lo chiama la gente, è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del Po.
presentato a Berlino, Volevo Nascondermi è interpretato da un grande Elio Germano ( premio Miglior Attore). Del suo film Giorgio Diritti dice “Lotta per la sopravvivenza, orgoglio ed ostinata fiducia oltre ogni difficoltà, sono stati il segno distintivo di Ligabue e credo saranno una buona traccia per tutti noi che amiamo il cinema e la sua magia”. Vincitore del Globo d’oro e del Nastro dell’Anno 2020.
La cosa migliore di Volevo nascondermi è quella di non tentare di spiegare l’avventura artistica del protagonista attraverso la creazione dell’opera, ma di farla risalire a una ricostruzione umana e insieme antropologica della sua personalità. A differenza di Julian Schnabel che, assecondando la natura della sua arte era ricorso ai dipinti di Van Gogh per trasfigurare il paesaggio attraversato dal pittore, Diritti mette in scena la paura del mondo e il misto di attrazione e repulsione che scandisce i rapporti di Ligabue con le persone con cui viene a contatto. Continua a leggere la recensione
Hidden Life – Terrence Malick
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’Austria dominata dal regime nazista, Franz Jägerstätter ,pur essendo obbligato dalla legge a giurare fedeltà a Hitler, rifiuta di sottostare a tutto ciò che sente non appartenergli. Per questo viene imprigionato, torturato e, infine, condannato a morte.
Presentato in concorso al 72 Festival di Cannes e in seguito al nostro 31° Trieste Film Festival, il film di Malik è uscito in sala il 27 Agosto 2020.
In A Hidden Life (La vita nascosta) è invece arrivata, sospiro di sollievo, la sintesi: una sintesi pregevolissima, una sintesi a lungo agognata, nel senso che il così peculiare modo di filmare (e di montare, con voci extradiegetiche a riprodurre un moto di coscienza interiore) dell’assai riservato Maestro statunitense si è ulteriormente evoluto ed è tornato ad essere funzionale, ad accompagnare una nobile ricerca sui più profondi interrogativi etici e su quelle scelte difficili, generalmente compiute in situazioni di estremo pericolo. Continua a leggere la recensione
Ema – Pablo Larraìn
Ema è una giovane ballerina di reggaeton ed è sposata con Gastón, un coreografo più vecchio di 12 anni. I due abitano a Valparaíso ed hanno adottato Polo, un bambino di 6 anni. Si sono però rivelati incapaci di gestire la personalità problematica del bambino, che così è tornato dagli assistenti sociali. Questo ha creato una crisi nel rapporto della coppia, fino alla separazione.
Presentato a Venezia, la pellicola di Larraìn con Mariana Di Girolamo e Gael Garcia Bernal è uscita su Miocinema il 13 Giugno e in sala a Settembre.
Ema è ingabbiata dalla mancata maternità, da un rapporto insalubre, dalle scelte musicali del marito/coreografo. Decide quindi di agire a modo suo, di liberarsi in maniera esplosiva. Lo fa usando il proprio corpo, con il reggaeton, la danza che ama, e con rapporti sessuali sia con uomini che con donne
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Soul – Pete Docter
Joe Gardner è un insegnante di musica che ha l’occasione di suonare nel migliore locale jazz della città. Un piccolo passo falso lo proietterà dalle strade di New York fino a un luogo fantastico in cui le nuove anime ricevono personalità, peculiarità e interessi prima di andare sulla Terra. Determinato a ritornare alla propria vita, Joe si allea con 22, un’anima ancora in formazione che non capisce il fascino dell’esperienza umana.
Film di apertura dell’ultima Festa del cinema di Roma , il magnifico Soul di Pete Docter è uscito su Disney+ il 25 Dicembre, anticipato dal cortometraggio La Tana ed è assolutamente un Film da vedere.
La recensione di TAXIDRIVERS “Dietro alla realizzazione di ogni film c’è un lavoro enorme di osservazione della realtà in modo da renderla sullo schermo in maniera più fedele possibile, dai riflessi sulle superfici alla costruzione, come in questo caso, degli strumenti musicali.”
Mangrove – Steve McQueen
Mangrove racconta la storia vera dei Magrove 9, un gruppo di attivisti di colore che si scontrò con la polizia durante una marcia di protesta a Londra nel 1970. Allo scontrò seguì un duro processo che viene ricordato come il primo riconoscimento giudiziario di un comportamento motivato dall’odio razziale della polizia.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma e al London Film Festival, il nuovo film di Steve McQueen è tra i FILM DA VEDERE 2020.
Undine – Christian Petzold
Undine lavora a Berlino come storica, facendo da guida per lo sviluppo della città. Vive in un piccolo appartamento ad Alexanderplatz, ha una laurea magistrale in storia e un contratto da freelance. Ma sotto l’apparenza della sua vita moderna si nasconde una vecchia leggenda: se l’amato di Undine dovesse tradirla, lei dovrà ucciderlo e tornare nell’acqua da cui è emersa…
Distribuito da Europictures, Undine vede protagonista Paula Beer, Orso d’Argento al Festival di Berlino.
Giovando alla natura del film, che nella predominanza della passione sentimentale è capace di toccare più generi – dalla favola nera al thriller, al fantasy – , ognuno dei quali portatore di enigmi e di sorprese, Undine sembra una variazione del film precedente del regista tedesco (La donna dello scrittore) Leggi qui il resto della recensione
Il lago delle oche selvatiche – Diao Yinan
Les Miserables – Ladj Ly
Premio della Giuria al Festival di Cannes, candidatura all’Oscar , Miglior film, montaggio, miglior promessa maschile per Alexis Manenti e César del pubblico ai premi César 2020. L’opera di Ladj Ly è una delle pellicole acclamate dalla critica di tutto il mondo.
I Miserabili del francese Ladj Ly appartiene a quel cinema contemporaneo che rivendica il diritto di dialogare con un pubblico eterogeneo, non per forza cinefilo o specializzato. A farcelo dire, qui come altrove, è la scelta di mettere a disposizione di una struttura di genere, dunque popolare anche nella sua proposizione, l’urgenza di un sentimento personale, come può esserlo quello di chi ha vissuto in prima persona la realtà trasposta sullo schermo. Leggi qui il resto della recensione
Diamanti grezzi – Benny Safdie, Josh Safdie
Howard Ratner è un carismatico gioielliere di New York alla costante ricerca del colpo della vita. Dopo aver piazzato una serie di scommesse ad alto rischio che promettono di ripagarlo alla grande, Howard si ritrova sul filo del rasoio alla ricerca di un equilibrio tra affari, famiglia e avversari che lo mettono sempre più con le spalle al muro nel suo instancabile percorso verso la vittoria.
La pellicola, distribuita da Netflix in Italia dal 31 Gennaio, ha fatto parlare di sè soprattutto per l’inedita interpretazione di Adam Sandler.
Attraverso una sceneggiatura solidissima, premiata anche dal National Board of Review, i fratelli Safdie catapultano lo spettatore nella caoticità, dell’esistenza di Howard Ratner, protagonista del film. Ci si trova davanti a un ritmo martellante, scandito da un continuo susseguirsi di personaggi e dialoghi che sembrano fondersi l’uno con l’altro in una cacofonia di botte e risposte interminabili… Continua a leggere la recensione
Sto pensando di finirla qui – Charlie Kaufman
Nonostante nutra grossi dubbi sulla loro relazione, una donna parte in viaggio con il nuovo ragazzo Jake per raggiungere la fattoria di famiglia di lui. Mentre una bufera di neve la blocca in casa in compagnia della madre e del padre del partner, la giovane incomincia a mettere in dubbio tutto ciò che pensava di sapere o di aver capito a proposito del fidanzato, di se stessa e del mondo in generale.
Il film è il terzo lungometraggio come regista per lo sceneggiatore Kaufman. La sua prima pellicola è Synecdoche, NewYork (2014) a cui è seguito, nel 2015, Anomalisa.
Tratto dal romanzo del canadese Iain Reid e sceneggiato dallo stesso regista, Sto pensando di finirla qui è un incredibile film dalla trama piuttosto semplice. Racchiude però in sé una poetica visionaria che sfocia, spesso, in situazioni inquietanti che gli fanno assumere, a tratti, derive quasi horror. Leggi qui il resto della recensione
Jojo Rabbit – Taika Waititi
Jojo Betzler “Rabbit”, appartiene alla Gioventù hitleriana durante i violenti anni della Seconda guerra mondiale. La sua visione del mondo cambia quando scopre che sua madre nasconde in soffitta una ragazza ebrea. Da questo momento in poi Jojo dovrà fare i conti con i dubbi sorti riguardo il nazionalismo ed in questo dissidio interiore verrà aiutato soltanto dal suo amico immaginario, una versione idiota e caricaturale di Adolf Hitler.
Oscar alla Miglior Sceneggiatura Non Originale, Jojo Rabbit è stato uno dei grandi protagonisti del 2020.
Romanzo di formazione, Jojo Rabbitè uno sguardo sul fantasma onnipresente della guerra e dell’ossessione della supremazia razziale, visti attraverso gli occhi in erba dell’infanzia matura, che tiene ancora a distanza l’orrore del dolore, ma che avverte già una nuova consapevolezza. Leggi l’intera recensione qui
Tenet – Christopher Nolan
Tenet è un’azione epica intorno allo spionaggio internazionale, ai viaggi nel tempo e all’evoluzione.
Uscito nelle sale il 26 Agosto, dopo una lunga attesa dovuta alla situazione del COVID, Tenet è un vero e proprio tripudio dei sensi. Il protagonista (John David Washington) non ha nome ma ha un passato e una preparazione da agente speciale d’assalto. Ecco perché viene reclutato per dare la caccia a un pericoloso criminale di nome Andrei Santor (Kenneth Branagh). Entusiasmante, adrenalinico, venato di ironia e ricco di così tante suggestioni che sarebbe impossibile elencarle tutte, il nuovo lavoro scritto e diretto da Christopher Nolanè senza alcun dubbio il titolo dell’anno. E se ne parlerà in quelli a venire. Continua a leggere la recensione
Le sorelle Macaluso – Emma Dante
Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.
Tratto dall’omonima piece teatrale di Emma Dante, Le sorelle Macaluso mantengono tutte le aspettative, anzi le superano. Scene struggenti, in un crescendo emotivo che coinvolge e avvolge. Ci fa entrare a casa delle protagoniste, riprese nella loro intimità e nei loro segreti. E respirare le loro stesse atmosfere. Vivono, le cinque sorelle Macaluso, all’ultimo piano di una casa palermitana di fronte al mare, già vecchia all’inizio della narrazione, ma tenuta viva dall’esuberanza della loro adolescenza. L’allegria si spegne nella vita adulta, lasciando il posto a una comunicazione fatta di silenzi o rabbie che esplodono improvvise. Continua a leggere
Wolfwalkers – Tomm Moore e Ross Stewart
Robyn, una giovane apprendista cacciatrice, giunge in Irlanda con suo padre, per cacciare l’ultimo branco di Lupi,che ostacolano la disboscazione. Ma quando Robyn salva Mebh (una ragazza nativa selvaggia che quando dorme diventa un lupo) inizia la loro amicizia, e la porta a scoprire il mondo dei Wolfwalker. Robyn si trasforma in ciò che suo padre ha il compito di distruggere.
Il film è stato presentato anche al Toronto International Film Festival il 12 settembre 2020.
Hammamet – Gianni Amelio
Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante.
Il tredicesimo lungometraggio di Gianni Amelio dal titolo Hammamet si concentra prevalentemente sugli ultimi mesi di vita del leader socialista (Pierfrancesco Favino), passati precisamente a Hammamet in Tunisia, debilitato fisicamente da una grave forma di diabete e dal suo esilio involontario in terra tunisina, dove morirà il 19 gennaio 2000. Le sue giornate trascorrono lentamente, scandite dalle visite della figlia Anita (Livia Rossi) e del suo nipotino, e dalla compagnia della moglie (Silvia Cohen). Continua a leggere qui
Burning – Lee Chang-dong
Jong-su è un neolaureato che vive di piccoli lavori con il sogno di diventare scrittore. Casualmente un giorno rincontra una vecchia conoscenza, una ragazza coetanea che abitava vicino a lui quando erano piccoli, Hae-mi. I due iniziano a frequentarsi ma dopo poco lei parte per l’Africa; al suo ritorno conosce Ben, un uomo ricco e misterioso che si inserisce nella vita del protagonista e della ragazza.
La regia di Lee Chang-dong è capace di grandi momenti visivi, come la scena al tramonto; un piano sequenza in cui Hae-mi danza sulle note del brano “Générique” di Miles Davis (realizzato per la colonna sonora del film del 1958 Ascensore per il patibolo di Louis Malle) con la camera che segue i movimenti delle sue braccia muovendosi sinuosamente, sempre mantenendo i colori del tramonto come sfondo. Leggi il resto della recensione qui
Ultras – Francesco Lettieri
Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente. Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una trasferta.
Leggi l’intervista al regista
Ferro – Beppe Tufarulo
Un intenso e potente viaggio nella vita privata e professionale di Tiziano Ferro, uno dei più famosi cantanti italiani contemporanei. Uno sguardo unico sulla storia e le passioni, la vita quotidiana e il lavoro di un artista amato in Italia e in tutto il mondo.
L’arista non ha mai amato nascondersi e ora, arrivato a quarant’anni, è pronto a rendere pubblico un nuovo importante capitolo della sua vita.
Ferro, tra i FILM DA VEDERE del 2020, è un documentario Amazon Original.
Tiziano si fa portavoce di un viaggio, di esperienze vissute che lo hanno cambiato, e che possono riguardare tante persone nel mondo. Partendo da una riunione degli alcolisti anonimi, ha inizio il tutto. All’interno di una chiesa, tra le vetrate colorate, la navata centrale e i banchi di preghiera, la confessione assume una forma universale. La verità emerge in maniera naturale, ma non semplice. Eppure il dolore, la sofferenza, la fatica, legati a un simile percorso, appaiono necessari, al fine di poter ritrovare la propria identità. E, con essa, la possibilità di essere felici. Leggi il resto della recensione
1917 – Sam Mendes
Al culmine della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman) ricevono una missione apparentemente impossibile.
In una corsa contro il tempo, devono attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di Blake.
L’ultima pellicola di Sam Mendes, candidato a 10 premi Oscar, di cui ha vinto Miglior Sonoro, Fotografia (il veterano Roger Deakins) ed Effetti Speciali.
1917 non solo porta lo spettatore nell’orrore della Grande Guerra subita da milioni di persone, ma è impressionante la capacità di rendere materica e immersiva l’esperienza per lo spettatore. Il regista inglese amplia i contenuti della sua sceneggiatura (dalla diegesi basilare e semplice, scritta dal regista insieme a Krysty Wilson-Cairns) rendendoli ancora più profondi grazie a una scelta stilistica accurata e originale. Leggi qui il resto della recensione
The Invisible Man – Leigh Whannell
Intrappolata in una relazione violenta e manipolatrice Cecilia Kass scappa nel cuore della notte facendo perdere le sue tracce grazie all’aiuto di sua sorella e di un loro amico d’infanzia e dalla figlia adolescente di quest’ultimo.Ma quando il violento ex di Cecilia si suicida e le lascia in eredità una parte cospicua della sua vasta fortuna, Cecilia sospetta che la sua morte sia solo una messa in scena.
L’uomo invisibile di Leigh Wahnnell è il reboot dell’adattamento del film del 1933 ispirato al famoso omonimo romanzo di H. G. Wells. In questa versione, ambientata ai giorni nostri, Cecilia Kass (Elisabeth Moss) è una giovane donna che fugge una notte da una villa isolata e ipertecnologica. Vessata nel fisico e nella mente dal suo compagno, Adrian Griffin (Oliver Jackson-Cohen), non trova altra soluzione che chiedere aiuto alla sorella e rifugiarsi nella casa del suo amico poliziotto James Lanier (Aldis Hodge). leggi la recensione e guarda il commento
Mank – David Fincher
La storia del pungente critico sociale e sceneggiatore alcolizzato Herman J. Mankiewicz mentre si affretta a finire la sceneggiatura di “Quarto Potere” per Orson Welles , per la quale vincerà il premio Oscar nel 1941.
Il grande ritorno di Fincher, dopo 6 anni di assenza, vede Gary Oldman protagonista.
Mank il film di David Fincher è l’ultimo atto di una filmografia in continua mutazione ma anche l’occasione per sviluppare sotto altre forme i temi e la poetica da sempre cara al regista di Seven. Da questo punto di vista la analisi di Mank si confronta con il presente e il passato del suo autore. Dicevano i registi della Nouvelle Vague come pure il nostro Bernardo Bertolucci che un’opera in grado di raccontare una storia e al contempo di riflettere sullo strumento cinematografico avesse in se le caratteristiche per dirsi riuscita prima di iniziare a girarla. Leggi il resto della recensione qui
Non conosci Papicha – Mounia Meddour
Nell’ Algeria degli anni Novanta, Nedjma(soprannominata“Papicha”)studia francese all’università e sogna di diventare stilista,ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti,che diventerà il simbolo di un’ indomita e drammatica battaglia per la libertà.
Con taglio documentaristico, Mounia Meddour, considerata tra le registe esordienti più promettenti in Francia, alla sua prima volta in un lungometraggio di finzione, racconta in modo politico e non retorico le vicissitudini di una giovane stilista, Nedjima, bella, intraprendente, e con molta voglia di cambiare il Paese che ama fortemente. Nedjima la chiamano Papicha, che in francese algerino vuole dire coquette, civetta. E’ una ragazza spigliata e indipendente, forte di una consapevolezza che tenta di trasmettere alle sue compagne, ancora legate a schemi tradizionali che vogliono la donna poco istruita e intrappolata in un matrimonio con un uomo scelto dalle famiglie. Leggi il resto della recensione qui
Da 5 Bloods – Spike Lee
Quattro veterani afroamericani, Paul , Otis , Eddie e Melvin tornano in Vietnam. Mentre cercano i resti del loro caposquadra Norman e un tesoro nascosto, i nostri eroi, con l’aiuto dell’apprensivo figlio di Paul, si battono contro uomo e natura e sono messi di fronte alle piaghe mai sanate dell’immorale guerra del Vietnam.
“Black Lives Matter“, si sente ripetere negli ultimi minuti del film. Il celebre motto, tornato alla ribalta prepotentemente in questi giorni, sembra tendere una mano a Da 5 Bloods (qui il trailer) per estrapolarlo dal suo contesto e porlo in forte collegamento con la stretta contemporaneità. Tanto che spesso si ha la sensazione che sia stato girato in queste settimane. Sorprende, quindi, il tempismo del film di Spike Lee, pur trattandosi di una sceneggiatura scritta nel 2013 e rielaborata nel 2018. Continua a leggere la recensione qui
Roubaix une lumière – Arnaud Desplechin
Roubaix, la notte di Natale. Il commissario Daoud è di pattuglia per le strade della città dove è cresciuto. Al suo fianco c’è Louis Coterell, agente giovane e inesperto appena uscito dall’accademia di polizia. Daoud e Louis sono chiamati ad indagare sull’omicidio di una vecchia donna: le indiziate del delitto sono Claude e Marie, le due giovani vicine dell’anziana.
Nella città di Roubaix la vita non scorre mai facile. Solo chi la conosce a fondo, come il commissario Daoud, può carpirne i segreti e giudicare colpevoli e innocenti. Come Claude e Marie, due giovani amanti intente a sopravvivere a sé stesse, accusate dell’efferato omicidio della loro anziana vicina di casa. Interpretate da, rispettivamente Lea Seydoux e Sara Forestier, le due donne passano rapidamente dal ruolo di potenziali testimoni a presunte colpevoli. Aiutato da Louis Cotterelle, Antoine Reinartz, il suo giovane collega appena insediatosi a Roubaix, Daoud, che all’intuito investigativo affianca una notevole prontezza di spirito, non è per nulla convinto della loro innocenza e inizia con entrambe un serrato confronto teso a fare breccia nella loro psiche e a ricostruire la verità dei fatti. Ascolta il podcast qui
Piccole donne – Greta Gerwig
La sceneggiatrice e regista Greta Gerwig (candidata a 2 Oscar nel 2018 con Lady Bird) ha realizzato il film di Piccole Donne basato sia sul romanzo classico di Louisa May Alcott che sui suoi scritti, ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita dell’alter ego dell’autrice, Jo March. Secondo la Gerwig, la tanto amata storia delle sorelle March – quattro giovani donne ognuna determinata a inseguire i propri sogni – è al tempo stesso intramontabile e attuale.
Jo – interpretata da Saoirse Ronan, già protagonista del suo film d’esordio, Lady Bird – è la perfetta antesignana della donna emancipata ed indipendente. Alter-ego della scrittrice che le ha dato vita, ma in qualche modo anche della stessa regista e sceneggiatrice, la seconda delle sorelle March è colei che indica la strada e guida lo spettatore all’interno della storia. È quindi attraverso i suoi occhi che veniamo a contatto con una realtà figlia di una guerra fratricida (ancora in corso all’epoca in cui comincia il film) e di una struttura patriarcale che vuole gli uomini al fronte e le donne in casa, i primi ad occuparsi degli affari pubblici mentre alle seconde spetta il compito di mandare avanti faccende private e familiari. Continua a leggere qui
Lost Girls – Liz Garbus
Quando la figlia di Mari Gilbert (Amy Ryan) scompare, la passività della polizia la fa approdare in una gated community di Long Island dove sua figlia Shannan è stata avvistata l’ultima volta. La sua ricerca getta luce sull’assassinio di oltre una dozzina di prostitute.
Alla base di Lost Girls, primo lungometraggio dell’affermata documentarista Liz Garbus (già nomination all’Oscar per il documentario The Farm: Angola, USA), c’è l’omonimo romanzo di Robert Kolker che affronta una vicenda realmente accaduta negli Stati Uniti a partire dal 2010. Si tratta di un mistero tuttora irrisolto, come veniamo a sapere dalla didascalia posta sui titoli di testa e che vede al centro della vicenda una serie di giovani prostitute uccise da un serial killer del quale, ancora oggi, è sconosciuta l’identità. Continua a leggere la recensione
Gli Indifferenti – Leonardo Guerra Seràgnoli
Roma oggi. Qualche scossa d’assestamento per un terremoto in centro Italia rende il clima sospeso. Mariagrazia Ardengo e i suoi due figli, Michele e Carla, non hanno più soldi.
Leggi la recensione di TAXIDRIVERS La bravura di Leonardo Guerra Seràgnoli è stata quella di aver saputo dirigere magistralmente un ottimo cast di attori: Valeria Bruni Tedeschi riesce a conferire alla sua Maria Grazia quel tono regale che la contraddistingue dal personaggio che interpretò la Godard; Edoardo Pesce convince pienamente, regalandoci un Leo diverso da quello di Steiger, mostrando allo spettatore tutto lo squallore umano del suo personaggio. I due giovanissimi interpreti: Beatrice Grannò e Vincenzo Crea rappresentano in maniera egregia quella generazione di figli dell’alta borghesia privi di stimoli e di affettuosità. Peccato solo che il personaggio di Lisa interpretato da Giovanna Mezzogiorno si sia vista poco, l’attrice è riuscita anche solo per poche scene a regalare agli spettatori un’ottima interpretazione.
Ma Rainey’s Black Bottom – George C. Wolfe
Basato sull’opera di August Wilson.
Chicago, 1927. Una sessione di registrazione. La tensione sale tra Ma Rainey (Viola Davis), il suo ambizioso cornettista (Chadwick Boseman) e i manager bianchi, determinati a controllare la leggendaria “Madre del blues”.
Con Viola Davis e Chadwick Boseman (per i quali si parla già di una possibile candidatura agli Oscar), prodotto da Denzel Washington.
E’ sicuramente il tema della libertà uno dei temi centrali del Film, che vede nella protagonista principale una straordinaria Viola Davis nei panni di Ma Rainey, artista rivouluzionaria e fra le prime cantanti blues di professione ad aver registrato dei dischi. Forte fu la sua influenza su tante altre donne che in seguito si sono dedicate a questo genere di musica. Continua a leggere la recensione qui
A cura di Carlo Cerofolini e Simona Grisolia
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