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Ecco perché THE MANDALORIAN riporta la saga di Star Wars al successo

Nato come uno spinoff di Star Wars, THE MANDALORIAN è diventata in pochissimo tempo una serie di culto assoluto, con qualità e intelligenza

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THE MANDALORIAN

The Mandalorian (nota tra gli appaassionati come Star Wars: The Mandalorian) è una serie televisiva statunitense creata da Jon Favreau e prodotta da Lucasfilm. È possibile vedere gli episodi della serie sulla piattaforma streaming Disney+

The Mandalorian é la prima serie televisiva live action ambientata nell’universo di Guerre stellari. Le vicende si svolgono circa cinque anni dopo quelle narrate nel film Il ritorno dello Jedi e 25 anni prima di quelle de Il risveglio della Forza. Il protagonista è Din Djarin, un cacciatore di taglie mandaloriano che opera oltre i confini della Nuova Repubblica.

In un periodo storico compreso tra la caduta dell’Impero e l’ascesa del regno del terrore del Primo Ordine (l’assenza di Darth Vader e le teste degli Stormtrooper sulle picche collocano il racconto esattamente dopo la fine de IL RITORNO DELLO JEDI del 1983). In questo vuoto di potere, troviamo un guerriero (Pedro Pascal) mandaloriano, pistolero solitario, insieme a The Child, un bambino che sembra appartenere alla stessa razza -mai specificata- di Joda.

THE MANDALORIAN

IN UNA GALASSIA LONTANA LONTANA…

…non era un buon periodo per la Resistenza. Non era un buon periodo neanche per l’Impero: perché tra trilogia di ritorno, director’s cut e nuovi autori essenziali per una visione aggiornata al pubblico moderno, la saga creata da George Lucas che ha meriti che vanno ben oltre la qualità delle pellicole di lungometraggio.

Non si dice niente di nuovo se si afferma che STAR WARS è oramai una fede, un mood, un universo condiviso (del quale i film del MCU sono un più che degno erede) che rifonda le basi per un rito collettivo, in sala, davanti ad un pc o in tv.

Proprio la tv è il luogo dove sembra rinascere la leggenda: l’ultimo capitolo in sala, RISE OF SKYWALKER, aveva diviso equamente e conquistato la critica certamente più dei precedenti, ma non aveva avuto quell’effetto a cascata che ci si aspettava e che certo si ricercava.

Cosa che invece è riuscita a THE MANDALORIAN, serie prodotta e disponibile sulla piattaforma Disney Plus che inaspettatamente ha vinto anche agli ultimi Emmy portando a casa cinque statuette con ben quindici nomination in carica: ideatore e showrunner è lo stesso Jon Favreau che nel 2008 ha inconsapevolmente acceso le micce del Marvel Cinematic Universe con il suo IRON MAN, e a questo punto sembra quindi chiaro che la rinascita dell’immaginario pop negli anni Dieci/Venti passi obbligatoriamente dalle parti della Marvel Comics e della Lucasfilm.

THE MANDALORIAN

I SETTE SAMURAI NELLO SPAZIO

La (ri)creazione dell’universo narrativo viene declinato crossoverizzando i media: dal cinema ai fumetti, dai videogiochi alla tv, THE MANDALORIAN è l’occasione perfetta per sanare quella crepa che stava allontanando il fandom dalla creazione stessa, riprendendo con intelligenza topoi e situazioni ma nello stesso tempo creando qualcosa di nuovo, attualizzando nitidamente la vita seriale di Star Wars come non si riusciva a fare da tempo.

Era abbastanza pericoloso e complicato trovare lo spirito originario che (secondo i fan più oltranzisti) si era perso per strada: e MANDALORIAN è Star Wars allo stato puro.

Negli otto episodi della prima stagione -come anche negli otto della seconda, ma la seconda stagione sarà approfondita più avanti- viene restituita la traccia primigenia che guidò Lucas nella più celebre trilogia.

Senza cercare di trovare il nucleo fondante dell’opera, basta dire che l’essenza che fece sì che SW ebbe il successo planetario che ebbe stava nel saper miscelare alla perfezione varie suggestioni, amalgamate al punto di non riuscire a capire dove finisse lo spunto originale e dove iniziasse la ripresa: da I SETTE SAMURAI all’universo letterario di DUNE di Frank Herbert, dalla mitologia di Flash Gordon alla filosofia zen, da La Fortezza Nascosta al Viaggio dell’Eroe, fino agli studi sulla mitologia di Joseph Campbell.

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La stessa complessità di strati si riscontra precisamente nella struttura della prima stagione di THE MANDALORIAN: a partire da Akira Kurosawa fino al canone western, questa bella serie lavora più sul piano emotivo che puramente tecnico-narrativo. Favreau sa bilanciare battaglie grandiose e geometrie dell’anima, intridendo tutto con l’Avventura, con colpi di scena funzionali allo svolgimento della trama che passano da civiltà aliene tanto kitsch quanto perfettamente credibili, utilizzando il tema del Viaggio come collante.

E ADESSO RAGNAROK & ROLL

MANDALORIAN è allora un road movie spaziale che è anche una ricca antologia di pop culture; e la regia di alcuni episodi affidata a Taika Waititi e Robert Rodriguez si avvicina consapevolmente, senza per questo tradire il loro background artistico, più alle esperienze televisive del brand (come CLONE WARS) che ai film delle trilogie moderne, essendo loro stessi figli del Canone di SW avvicinandosi allo spirito della saga originaria, arrivando allo scopo di restituire una dinamica coerente e spontanea.

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Si accennava sopra alla differenza sostanziale tra la prima e la seconda stagione: una differenza che arricchisce ma non scalfisce la qualità del serial.

Perché la costruzione alla fine del 16 capitolo della storia rende chiaro che MANDALORIAN non è una semplice estensione del franchise, come i primi 8 potevano far malamente pensare.

Se con MANDALORIAN 1 Favreau e la Disney hanno voluto coscientemente porre le basi per un prodotto solido, non autoreferenziale pur inserito in un solco già noto, ed essere sicuri di avere in mano qualcosa di poco pretenzioso ma affascinante; con il 2 Favreau sono andati oltre, mescolando le carte e riplasmato la mitologia fondante. Perché solo dopo aver capito il meccanismo lo si può cambiare senza tradirlo.

COME UNA TRILOGIA, MEGLIO DI UNA TRILOGIA

Con pochissimi inciampi (non tutti gli episodi della seconda stagione filano lisci, inciampando in qualche inconveniente), la creatura di Favreau incarna i valori della trilogia fondante e allo stesso tempo se ne affranca, costituendo un prosieguo più logico e coerente rispetto ai film dal 1999 in poi.

Dal 2×01, si mette in chiaro che lo scopo è scavare a fondo nella mitologia di Lucas. Riferimenti alla trilogia letteraria di AFTERMATH, incursioni da KNIGHTS OF THE OLD REPUBLIC, personaggi come Ahsoka Tano e Bo-Katan: Favreau maneggia con disinvoltura la materia, esibendo la sua padronanza con richiami sottili e intelligenti a questo meraviglioso universo espanso, così come è chiaro l’immenso valore produttivo dell’opera che non diminuisce anche quando si strizza l’occhio ad un fan service che però non è mai fine a sé stesso.

THE MANDALORIAN

Dal punto di vista tecnico, c’è poi la conferma di un discorso iniziato qualche riga fa: l’indiscusso merito del MCU nella ricreazione del cinema come momento ludico e culturale insieme. A Waititi e Favreau si affiancano anche Peyton Reed (regista di ANT-MAN) e Dave Filoni (autore di diversi episodi di CLONE WARS): e insieme ad una venatura western ancora più evidente emerge prepotente la volontà di MANDALORIAN di riprendere e aggiornare i generi, con una messinscena autoriale che usa indistintamente il buddy movie, l’heist movie, e tutto quanto può servire per restituire un’opera visivamente virtuosa, narrativamente affascinante, culturalmente esplosiva.

Per non morire più “tra scroscianti applausi”.

THE MANDALORIAN

  • Anno: 2020
  • Durata: 2 stagioni, 18 episodi
  • Distribuzione: Disney Plus
  • Genere: sci-fi
  • Nazionalita: stati uniti
  • Regia: aavv

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