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#AsiaticaFilmFstival: A Dark, Dark Man di Adilkhan Yerzhanov

Adilkhan Yerzhanov realizza un film che oltrepassa i confini del cinema, dove la bellezza delle immagini diventa un'arma a doppio taglio

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A Dark Dark Man Adilkhan Yerzhanov

In questi giorni è in corso la 21° edizione de Asiatica Film Fstival e tra le opere in concorso segnaliamo A Dark, Dark man di Adilkhan Yerzhanov. Il film coinvolge la Kazake Astana Film Fund, la Short Brothers e la francese Arizona Productions.

A Dark, Dark man ha una messa in scena che mira alla perfezione. Ogni elemento catturato dalla macchina da presa è studiato in maniera ossessiva. Adilkhan Yerzhanov, con l’importante contributo di Aydar Sharipov, direttore della fotografia, realizza un film che oltrepassa i confini del cinema. Le immagini di A Dark, Dark man rasentano la fotografia d’autore e molte inquadrature sono delle vere perle visive. La bellezza delle immagini, però, è un’arma a doppio taglio. Queste catturano l’attenzione dello spettatore, ma in alcuni momenti risultano eccessive e appesantiscono lo sviluppo narrativo.

A Dark, Dark Man de Adilkhan Yerzhanov (2019) - UniFrance

Dinara Baktybaeva

La trama

In un villaggio kazako, la morte di un ragazzo apre le indagini da parte del detective Bekzat (Daniar Alshinov). Questi vuole chiudere immediatamente il caso, visto che il colpevole è stato già trovato. Ma dalla città arriva Ariana (Dinara Baktybaeva), una giornalista e tutto cambia. Il detective è costretto ad attenersi ad una procedura a cui non è abituato. E per la prima volta condurrà una vera propria indagine.

Metafora politica o metafora di vita?

In questo film tutto farebbe pensare ad una metafora politica. Il Kazakistan, paese d’origine del regista, è tra i più corrotti al mondo. Inoltre è tra gli ultimi per quanto riguarda la libertà di stampa. Corruzione e il ruolo dell’informazione, infatti sono due temi centrali in A Dark, Dark man.

Ariana è una giovane giornalista e il suo arrivo nel villaggio è un tentativo di portare giustizia in un mondo crudele. I personaggi agiscono in un deserto pietroso, dove malavita e cattiva politica fanno da padroni.

Ma è lo stesso regista a smentire tale tesi, escludendo ogni riferimento alla situazione sociale e politica del suo paese. Per cui A Dark, Dark man diventa una rappresentazione del mondo intero dove ogni uomo è condannato alla malvagità.

E dunque acquista un valore molto più ampio la sequenza in cui la giovane giornalista cita Montesquieu. Ariana, poi, vine malmenata e arrestata ingiustamente. In questo momento un presunto poliziotto trova nelle tasche del impermeabile della ragazza una copia di De l’esprit des lois, che vine gettato a terra.

È un testo simbolo dell’umanità intera, dove il filosofo francese arrivava alla conclusione che il potere è sempre sinonimo di corruzione. Ma in A Dark, Dark man la corruzione e il potere diventano motivo di riflessione metafisica.

La salvezza è donna

Adilkhan Yerzhanov non salva nessuno. I personaggi sono condannati alla cattiveria. Il giovane poliziotto è parte di una società malsana, dove tutto si può comprare. Questi non sembra capace di reagire a determinate regole, ma le accetta. E non importa se per comodo o paura.

L’unico personaggio a salvarsi è Ariana. E ciò avviene perché è donna. Nell’immaginario del regista, che ha anche scritto il film con Roelf Jan Minneboo, l’essere femminile non cade in errore. È la donna ha riportare il tutto, almeno in parte, in una dimensione salvifica.

Ariana indossa sempre il classico impermeabile da detective. È la sua uniforme, perché rappresenta la salvazione,  l’unica ad indagare seriamente sulla morte di quattro ragazzini. Inoltre, è sempre lei che riesce a dare forza la Bekzat a non sottostare più agli ordini dei malvagi.

Il regista non salva solo le donne. A Dark, Dark man, infatti, ha un altro eroe, sebbene inconsapevole. È il giovane uomo ingiustamente incolpato dell’uccisione dell’ultimo bambino. È questo un personaggio del tutto passivo, che rappresenta il classico “scemo del paese”.

Un adulto ancora bambino, totalmente in balia dei fatti e degli altri personaggi. Egli è sempre “dall’altra parte”. Come quando spinge nella direzione sbagliata l’auto rimasta senza carburante. È un folle, non pericoloso, ma geniale. Capace di disegnare dei capolavori con pochi tratti di matita.

La bellezza delle immagini e il messaggio incerto

Il punto forte de A Dark, Dark man è la capacità del regista di realizzare delle inquadrature di una bellezza davvero rara. Ogni minimo particolare ha una cura ossessiva. Alcune immagini sembrano ricordare le opere di Gregory Crewdson e la nuova fotografia pittorialista.

Ma questa peculiarità non è del tutto positiva. Se da un canto queste immagini, senza dubbio, affascinano lo spettatore, dall’altro appesantiscono la narrazione. A Dark, Dark man è un buon film, ma in alcuni momenti non è chiaro.

Il regista dà molta importanza alla forma estetica, però, sembra non avere le idee chiare. Il messaggio del film non è di facile comprensione. Adilkhan Yerzhanov, in alcuni momenti, sembra perdersi in quel deserto, dove si muovono i suoi personaggi, dilatando inutilmente la storia. La durata di 130 minuti, infatti, è davvero eccessiva.

#AsiaticaFilmFstival: A Dark, Dark Man di Adilkhan Yerzhanov

  • Anno: 2019
  • Durata: 130 minuti
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Kazakistan
  • Regia: Adilkhan Yerzhanov

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