Cosa vedere su Amazon Prime Video. Le serie tv amazon prime consigliate del momento sono tante, perché con le piattaforme dello streaming alle serietv storiche (vedi per esempio Lost) si aggiungono periodicamente le nuove produzioni.
Vediamo allora cosa offre Amazon Prime Video: che se pur non ha la forza “numerica” di Netflix, può contare su un database ricchissimo e di qualità.
Vediamo allora le 5 serie amazon prime 2020 da riscoprire su Prime a dicembre.
Vi annunciamo inoltre che stiamo preparando la classifica finale del 2020 per decretare quali sono secondo noi le serie imperdibili da recuperare o riscoprire nello sterminato catalogo Netflix, Amazon Prime e di altre piattaforme importanti che vi consiglieremo di seguire.
GOOD OMENS
Basata sul romanzo di Terry Pratchett e Neil Gaiman del 1990 Buona Apocalisse a tutti! (Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch), GOOD OMENS racconta di come le forze del Paradiso e le potenze infernali hanno deciso di scatenare l’Apocalisse, innescata dalla venuta sulla Terra dell’anticristo, come predetto nelle Belle e accurate profezie di Agnes Nutter, scritto secoli prima dall’omonima strega morta sul rogo.
Il compito dello showrunner Mackinnon (riportare su schermo l’opera di due mostri sacri) non era dei più facili; ma la serie è stata scritta dallo stesso Gaiman, ed il risultato finale è sorprendente. Good Omens, grazie anche all’ottima scelta degli interpreti, mantiene infatti intatta l’ironia ed il divertimento della carta stampata, proiettando lo spettatore in un mondo reale dove Angeli e Demoni scorrazzano liberamente.
È stata un pò una serie evento, soprattutto per la presenza nel cast di un mostro sacro come Al Pacino: parliamo di Hunters, due stagioni su un gruppo di cacciatori di ex nazisti.
Se il punto di vista dello spettatore, nel corso di tutta la serie, è rappresentato dal personaggio di Jonah, quando il ragazzo scopre la squadra di supereroi assortiti, la dimensione fumettistica e surreale è sottolineata da una presentazione simile a un telefilm retrò, che spiazza completamente chi guarda. Un espediente di cesura della narrazione netta quanto uno spot pubblicitario, che ricorrerà altre volte nel corso delle puntate in forme diverse.
Un merito che si deve riconoscere a Hunters è il tentativo ardito di rappresentare la dicotomia tra il male storico assoluto (il nazismo) e le vittime storiche per eccellenza (il popolo ebraico) con gli schemi del fumetto classico, con la squadra di supereroi e l’eterna lotta tra il bene e il male, nella quale il lettore/spettatore si ritrova spesso a chiedersi se i buoni rappresentino davvero il bene e quanto del male ci sia nella vendetta.
Una delle sorprese del 2020 targato Amazon è stata Upload, la serie futuribile ambientata in un 2023 dove la vita dopo la morte è nel programma di aldilà digitale Upload. Ma può accadere che un angelo si innamori del defunto digitalizzato.
La serie viene catalogata come commedia, anche se da ridere c’è ben poco. Forse da sorridere, tra qualche gag e la speranza che in un futuro non troppo lontano potremmo proseguire dopo la morte in un aldilà digitale, mantenendo la nostra coscienza viva e attiva. Certo non sarà proprio la stessa cosa, ma vuoi mettere che sia meglio di restare per sempre al buio in un loculo o di dover espiare i nostri peccati in un inferno Dantesco (chi non ne ha?).
Uploadci offre un’alternativa, sicuramente un po’ noiosa e démodé, ma se proprio abbiamo voglia di scatenarci possiamo sempre fare un salto nei glitch! Li si che ci si diverte.
E saliamo verso I big guns, I pezzi grossi. The Boys era un bellissimo, vietatissimo fumetto pluripremiato ad opera di Garth Ennis: impensabile che diventasse un film. E infatti è diventato un vietatissimo e pluripremiato telefilm!!
The Boys, è un’ode alla violenza e alla scurrilità, nel modo in cui di questi temi il postmoderno si è fatto bandiera: la messa in scena della violenza per puntare il dito contro la violenza è uno degli stratagemmi più vecchi al mondo, eppure la creatura di Rogen utilizza ogni metodo metanarrativo per farsi accattivante nonostante (o forse proprio per) la sua grettezza, il suo essere cruda, sporca e spiazzante.
Perché poi fondamentalmente The Boys è uno dei ritratti più disillusi del capitalismo sfrenato e del potere che alimenta gli impulsi più depravati che ognuno di noi nasconde a sé stesso sotto la corazza etica.
Per chiudere questa prima infornata di serie targate Amazon, non era possibile farlo senza arrivare alla serie regina, al prodotto che ha cambiato la concezione di serialità televisiva, all’esperienza più totalizzante che la tv abbia mai offerto. Lost, e chi se no?
Lost è creata da J. J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, prodotta da ABC ed andata in onda dal settembre 2004 al maggio 2010, per un totale di 114 episodi distribuiti in sei stagioni. Definita più volte e non senza un motivo la serie più importante o la miglior serie tv mai realizzata, Lost ha cambiato il paradigma non solo della serialità, ma della progettualità narrativa audiovisiva, e della percezione stessa di uno show televisivo, arrivando ad essere non più un prodotto di (altissimo) intrattenimento ma una pietra angolare filosofica e tematica, una vera e propria esperienza emotiva.
Lost è una mitologia, un universo, un modo di approcciarsi alla televisione e alla narrativa, colmo di suggestioni, riferimenti artistici, echi esoterici e culti misterici.
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