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Fellini 100, La mostra immersiva è disponibile su YouTube

“ Mio padre voleva farmi un ingegnere, mia madre un arcivescovo, io ho fatto di tutto per diventare un aggettivo.”

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È disponibile sul canale YouTube dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”  Fellini 100, la mostra immersiva. L’opera ha ottenuto il patrocinio del comitato delle celebrazioni per il centenario di Federico Fellini e del Mibact.

 Fellini 100, la mostra immersiva riesce a raccontare, in maniera avvincente, un lato poco conosciuto del cineasta italiano più conosciuto al mondo. Il documentario, della durata di 18 minuti, ha il merito di catturare l’attenzione di veri cinefili e diventa un invito al grande pubblico ad appassionarsi ad un cinema intramontabile.

Il documentario ha un punto di partenza dichiarato. Riscoprire il legame del regista con la terra dell’Abruzzo. Un rapporto poco conosciuto, ma che ha influenzato, non poco, la sua filmografia.

L’Abruzzo terra rude e in parte selvaggia, ha dato i natali a molti personaggi illustri e a talentuosi cineasti.

Federico Fellini e Gianni Di Venanzo

gianni di vincenzo

Uno di questi è Gianni Di Venanzo. Nato a Teramo nel 1920 e morto a soli 44 anni è stato un grande direttore della fotografia. Il documentario prodotto dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila racconta come è nato il suo sodalizio con Federico Fellini.

Era il 1953, quando da un’idea di Cesare Zavattini viene realizzato L’amore in città, un film composto da 6 episodi, girati da 6 diversi registi. Federico Fellini per il suo Agenzia matrimoniale si avvale proprio di Gianni Di Venanzo.

Cesare Zavattini con questo film aveva intenzione di confermare la sua idea di cinema, scegliendo attori non professionisti e storie realmente accadute. Ma il regista non riuscì, o meglio dire, non volle sottostare a regole prestabilite. E il suo episodio diventa anticipatore del suo cinema che realizzerà da li a poco.

Agenzia matrimoniale è un lavoro innovativo, grazie soprattutto alla fotografia di Gianni Di Venanzo. Fellini 100, La mostra immersiva racconta come il direttore della fotografia abbia portato delle grosse novità sul modo di concepire la luce nel cinema.

Con contrasti decisi, ma sempre controllati, si allontana dalla concezione dell’illuminazione teatrale. Utilizza la luce naturale per concepire l’immagine filmica autentica. Inoltre il teramano è uno dei primi ad usare la macchina da presa mobile. L’uso di carrelli, infatti, in Agenzia matrimoniale è molto frequente e riesce ad evocare un’atmosfera kafkiana.

L’attività di Gianni Di Venanzo ha dato molto alla filmografia di Federico Fellini. È anche suo merito se oggi film come 8 ½ e Giulietta degli spiriti sono considerati dei grandi capolavori. La sua carriera è proseguita con tanti altri registi, come Francsco Rosi e Mario Monicelli ed è riuscito ad ottenere ben cinque Nastri d’argento.

Federico Fellini e Ennio Flaiano

Ennio Flaiano, Federico Fellini e Anita Ekberg

Ma non è solo Gianni Di Venanzo a legare Federico Fellini all’Abruzzo. In questa terra il regista girò sette sequenze de La Strada (1954) con Anthony Quinn e Giulietta Masina. Tra i sceneggiatori del film, oltre allo stesso regista e a Tulio Pinelli, figura anche Ennio Flaiano, un altro abruzzese doc.

Il rapporto di Federico Fellini e Ennio Flaiano, come viene ricordato in Fellini 100, La mostra immersiva, non fu certo idilliaco. I due appartenevano a due mondi opposti. Metaforico, simbolico, barocco e caricaturale quello del regista; raffinato e intellettuale quello dello sceneggiatore.

L’incontro dei due geni ha prodotto grandi capolavori, ma era destinato a rompersi. Lavoravano per la prima volta insieme in Luci di varietà (1950) e da subito la loro collaborazione fu basata sulla reciproca attrazione e repulsione.

Federico Fellini e Ennio Flaiano sono stati due personalità creative ed eccentriche, mai del tutto in sintonia. Insieme, però, hanno realizzato film indimenticabili, come La dolce vita (1960).

Il documentario realizzato dall’istituto Cinematografico dell’Aquila ricorda un’intervista molto interessante in cui Ennio Flaiano dichiara: “Fellini è un artista eccezionale. La sua arte ha bisogno di simboli e per non sbagliare deve mettere tartufi in ogni portata e arricchire di salse… Io mangio in bianco.” In queste parole è palese l’ammirazione, ma anche l’astio che lo sceneggiatore sentiva nei confronti del regista.

Emblematiche, poi, sono le parole con cui si conclude Fellini 100, La mostra immersiva: “ Mio padre voleva farmi un ingegnere, mia madre un arcivescovo, io ho fatto di tutto per diventare un aggettivo.”

Fellini 100, La mostra immersiva è disponibile su YouTube

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