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#BiGff: Iris di Volkan Guleryuz

Questo primo lavoro del giovane regista turco è apprezzabile soprattutto perché riesce a mantenere un tono piuttosto leggero, sebbene in alcuni momenti vengono affrontati argomenti tutt’altro che semplici.

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Iris

Alla 6° edizione de Bari International Gender Fim Festival, svoltasi dal 4 al 12 dicembre, era presente il documentario Iris di Volkan Guleryuz.

É un documentario – intervista della durata di 20 minuti, dove una giovanissima artista transgender racconta il suo percorso esistenziale e artistico. Volkan Guleryuz, in questo suo primo lavoro, realizza un cortometraggio colorato e patinato, quanto basta. Sebbene Iris tocca anche temi scontanti, come la situazione della comunità LGBT in Turchia, il regista evita di usare toni drammatici e il tutto si svolge in un clima rilassato.

Iris - FilmFreeway

La trama

Iris Mozalai è un artista bisessuale che vive ad Istanbul e lavora per famosi feshion magazine. Il racconto è centrato sul processo di transizione vissuto per raggiungere la piena libertà. Il suo percorso esistenziale si è arricchito attraverso esperienze vissute nel cuore dell’Europa dove ha conosciuto altri artisti. Seppure il contesto in cui vive non sia certo semplice, Iris è giunta ad una maturità che le consente di vivere serena con il corpo che ha sempre desiderato.

La Turchia e la comunità LGBT

Questo primo lavoro del giovane regista turco è apprezzabile soprattutto perché riesce a mantenere un tono piuttosto leggero, sebbene in alcuni momenti vengono affrontati argomenti tutt’altro che semplici.

Cambiare identità sessuale non è mai un percorso agevole. Inoltre, purtroppo, le cronache sono piene di episodi di omofobia. Ma il tutto diventa molto più complicato in un paese come la Turchia guidata, ormai da quasi un ventennio, da un personaggio come Recep Tayyip Erdogan.

Il paese della mezza luna non è certo all’avanguardia per quanto riguarda i diritti civili e la comunità LGBT è quotidianamente vittima di discriminazione. Basti pensare che la scorsa primavera, Ali Erbas, la più alta carica religiosa del paese, ha definito l’omosessualità il principale vettore di malattie.

La vitalità di Iris

Nonostante questa premessa non sia rassicurante, Volkan Guleryuz preferisce porre l’attenzione sulla vitalità e la gioia di una ragazza, Iris per l’appunto. Nata in un corpo che non sentiva suo ha subito iniziato un percorso per cambiare sesso, prima da sola e successivamente con l’aiuto di un medico.

Ma la giovane donna, che oggi appare davanti alla macchina da presa serena e felice, ha sofferto molto. Attraverso l’arte, però, ha trovato il suo modo di essere, partecipando come attrice ad alcuni videoclip, ottenendo una certa notorietà.

Il significato del nome

Il percorso di Iris non è stato solo fisico, ma ovviamente anche e soprattutto esistenziale. Nulla ha lasciato al caso come la scelta del nome. Iris come il fiore, oppure la dea che protegge lo spirito femminile e depone fiori colorati sulle tombe di tutte le donne.

La scelta del nome Iris è anche un omaggio alla madre della giovane transgender, la quale prima ha condannato la scelta della figlia e poi l’accettata. La famiglia è stata la prima istituzione ad abbandonarla, ma non solo.

Libera e felice

Tuttora Iris e tantissime altre persone come lei in Turchia non vengono tutelate dalle istituzioni. Molto spesso sono proprio queste a discriminare la comunità LGBT. Iris, però, non molla. Le trans esistono in tutti gli aspetti della vita e continueranno ad esistere.

La giovane donna ha il diritto di vivere felice, come ogni persona della sua età. Spensierata, felice e libera, saltellando tra le strade di Istanbul, come viene mostrata da Volkan Guleryuz nell’ultima immagine del suo documentario.

#BiGff: Iris di Volkan Guleryuz

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