“Esilarante commedia sull’incredibile storia di un corpo speciale dell’esercito americano, i “monaci guerrieri”, che sperimentò tecniche alternative di combattimento basate su poteri psichici e… qualche dose di Lsd”.
Lo schema del solito film di guerra in salsa americana è assente in L’uomo che fissa le capre, esilarante commedia sull’incredibile – ma pare realmente accaduta– storia di un corpo speciale dell’esercito americano: il “New Earth Army”, una legione di “monaci guerrieri” che sperimentò tecniche alternative di combattimento basate su poteri psichici (e qualche dose di Lsd).
Un capitolo sconosciuto della storia militare americana che si aprì dopo la guerra in Vietnam, e la cui testimonianze furono raccolte da Jon Ronson nel libro che ha ispirato la pellicola. Addestrato con l’idea di sconfiggere il nemico con il flower power, Lyn Cassady (George Clooney), ex militare dei Reparti Speciali incaricato di una nuova missione, incontra il pavido giornalista Bob Wilton (Ewan McGregor), che sta cercando di sfondare con uno scoop. I due partono per l’Iraq alla ricerca di Bill Django (Jeff Bridges), fondatore del programma New Age dei “guerrieri Jedi”, finito nel campo militare clandestino che ora gestisce Larry Hooper (Kevin Spacey), suo ex allievo caduto in una deriva psicotica. Iniziano così una serie di disavventure al confine tra la realtà e la fantasia, piene di ironia, in cui Lyn sciorina uno dopo l’altro pseudo poteri che consistono nel leggere il pensiero, sciogliere le nuvole e uccidere capre fissandole negli occhi.
Con un cast irresistibile e dialoghi demenziali ma davvero divertenti, questa dissacrante commedia sull’intelligence americana non può che soddisfare la platea.
Ilaria Mariotti
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