Dalle 20, saranno disponibili alla visione (per 48 ore) il cortometraggio «Mose3» (2018) di Pablo Girolami e il film documentario «Il caso Braibanti» (2020) di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, già premiato al Pesaro Film Festival, al Salina Doc Fest e al Florenze Queer Festival.
È possibile seguire tutta l’edizione 2020 del BIGff, acquistando in un’unica formula l’accesso su MYmovies, al costo di euro 14,90.
«Mose3» è un film di video-danza che mette in scena un trittico di performers, scatenati in un’eccentrica danza di seduzione. All’interno di un bar, tra il bancone e la toilette, sotto lo sguardo desiderante di un’entraîneuse, si aggirano tre ragazzi: a ritmo di musica si liberano in una danza seduttiva e tattile, dando vita ad un rituale di conquista che è un’ironica celebrazione dei corpi, dell’incontro, dell’attrazione.
Quanto a «Il caso Braibanti», il film è dedicato al grande artista, intellettuale e scienziato Aldo Braibanti (1922-2014), la cui opera e ricerca hanno anticipato i temi dell’avanguardia italiana e l’impegno per la difesa dell’ambiente.
Nel 1964 viene depositata a suo carico, alla Procura della Repubblica di Roma, l’accusa di aver plagiato Giovanni Sanfratello, il suo compagno di vita. A partire da questa pagina buia e omofoba della giustizia italiana negli anni delle rivendicazioni studentesche, il documentario di Giardina e Palmese si struttura con sapienza narrativa e forte impatto emotivo tra testimonianze di chi conosceva Braibanti (Dacia Maraini, Pierluigi Bellocchio, Lou Castel, suo nipote Ferruccio), contributi d’epoca e frammenti tratti dalla piéce teatrale diretta dallo stesso Palmese, in cui vengono letti stralci degli atti processuali del 1968.