La Fortaleza, il secondo lungometraggio di Jorge Thielen Armand, è in concorso al Rome Independent film festival. Già vincitore a Roterdam, l’opera è una coproduzione che coinvolge vari paesi; il Venezuela, la Francia, l’Olanda e la Colombia.
Il film inizia come un dramma famigliare, prosegue oscillando tra il documentario e il cinema politico e si conclude come un dramma ad introspezione. Jorge Theielen Armand, infatti, mescola, con equilibrio, vari generi e approda ad un realismo magico del tutto originale.
La trama
Protagonista del film è Jorge Roque Thielen che interpreta se stesso. Roque, dopo un incidente stradale, si dirige verso la casa dei suoi genitori a Caracas. La capitale venezuelana è sconvolta da varie sommosse e Roque decide di raggiungere la giungla amazzonica per ripristinare un rifugio per turisti.
Il regista in esilio
La Fortaleza è strettamente connesso a La Soledad (2016), primo lungometraggio del regista. In entrambi i film, Jorge Thielen Armand rappresenta vicende autobiografiche, immerse nel contesto sociale e politico dl suo paese.
Il regista ha vissuto in prima persona i risvolti drammatici del regime di Hugo Chavez. Oggi vive in esilio in Canada e ciò, inevitabilmente, ha influenzato la sua produzione cinematografica. Se in La Soledad veniva raccontato anche un Venezuela felice e solo successivamente avveniva la rovina, in La Fortaleza i personaggi appaiono perennemente travolti dagli eventi.
Lo stile Post-Neorealista
Ma Jorge Thielen Armand non racconta le sue vicende in maniera convenzionale, La Fortaleza, infatti, non è un film come gli altri. Il regista non si avvale di attori professionisti, ma neppure di gente comune presa per la strada. Egli preferisce fare interpretare le sue vicende da chi le ha vissute realmente.
E Roque è suo padre che rievoca dei fatti realmente accaduti. Ciò fa si che lo stile del regista ricorda, ma allo stesso modo lo supera, il neorealismo. Il suo cinema è una sorta di realismo, che si potrebbe definire “Post-Neorealista”.
Realtà e finzione
È ovvio che la recitazione non è un punto forza del film. Questa, però, non diventa mai fastidiosa e viene sostenuta da un’ottima regia e un montaggio incalzante. Jorge Thielen Armand, al suo secondo film, dimostra grande maturità artistica, riuscendo ad utilizzare vari linguaggi cinematografici, senza diventare pedante.
Mescola con maestria eventi realmente accaduti con altri di finzione. Una delle principali qualità de La Fortaleza, infatti, è la sceneggiatura, che il regista scrive con la collaborazione di Rodrigo Michelangeli.
La Fortaleza un film affascinante
I due riescono a meraviglia nel trasportare lo spettatore dentro la storia. E creano, di proposito, alcune zone oscure, che fanno de La Fortaleza un film molto affascinante. Per esempio nelle sequenze iniziali, Roque viene cacciato di casa dalla madre, ma solo successivamente si intuisce il motivo.
I personaggi, seppure interpretati da attori non professionisti, risultano tutti molto credibili, connotati da un realismo spietato. Interessante, inoltre, è il contesto in cui si muovono. La situazione politica del Venezuela non è un semplice sfondo, ma in alcuni momenti sembra risucchiare tutti e tutto. Come quando appare un murale di Hugo Chaves, che toglie il fiato.
Il finale, poi, è suggestivo e l’apparizione del regista, che interpreta se stesso, sembra dirottare La Fortaleza sulla strada dell’introspezione più intima.