Jordi Penner, giovane regista trentino, nella rassegna romana con “Amore Cane”, un cortometraggio formalmente accorto ed una storia leggera solo a tratti, per un cupo disincanto sulla trasparenza dei legami.
Chiara e Bruno: l’instabilità di una giovane coppia
La storia è quella di Chiara e Bruno, sembrano stare bene insieme, si amano, scherzano, si divertono. Bruno è un ragazzo distratto, immerso nella musica, la sua passione. Suona, compone e vive con le cuffie perennemente addosso. Fa qualche lavoro per sopravvivere in attesa di realizzare il grande sogno dopo alcune sfortunate esperienze all’estero. La fidanzata Chiara, più impegnata e responsabile, inizia a voler pianificare sul serio l’ipotesi di una famiglia. Insieme a loro, il piccolo Matty, un cagnolino simpatico e affettuoso. La convivenza procede in un discreto appartamento di una cittadina tranquilla, anche se Bruno non sembra proprio orientato a fare progetti futuribili.
Una coppia, una casa luminosa, una città tranquilla… calma apparente
Si inizia con gli equilibri della casa, i dettagli di un quotidiano luminoso e tranquillo, poi qualche malumore sulla precarietà di Bruno che non trova la sua stabilità. Una criticità “latente” per due trentenni che non possono più giocare con la giovinezza, anche se vivono in una società che non consente di fare programmi, non è una consolazione, la stabilità non c’è e di conseguenza il futuro rimane incerto.
Il corto si disegna in modo naturale, classico, pulito, con un crescendo drammatico
Su un amore precario, Jordi Penner suggerisce tutto quello che si deve in 19 minuti. Non c’è una morale ma degli interrogativi: la capacità di trovare sé stessi, una sistemazione, ma anche di capirsi e concedersi senza egoismi e individualismi; l’importanza della sincerità e l’impraticabilità dei rapporti sodali. Tutti temi noti. Ma gli espedienti narrativi del giovane regista, non proprio ad un’opera prima, ha operato nella sceneggiatura e come regista di videoclip musicali con discreto successo (proprio per un brano dei “The Bankrobber” che qui filmano la colonna sonora), rispondono con efficacia. Interessante il collage di inquadrature sugli equilibri apparenti, gli spazi e gli oggetti giustapposti, in un ordine precario capace di scomporsi da un momento all’altro, i volti ben disegnati e messi in scena dagli interpreti, Giovanni Anzaldo (una certezza) e Gaia Messerklinger.
La coppia alle prese con le verità nascoste
La vita di coppia, in una storia del reale, vera, che racconta di bugie, di verità nascoste, con una certa velocità e densità degli episodi. Perfettamente fruibile, con la giustapposizioni delle inquadrature e del montaggio che nella loro classicità si mettono al servizio del racconto, creando un sostanziale equilibrio formale. Un po’ “scolastico” ma efficace, lasciandoci, credibili, l’angoscia e la difficoltà dei legami stabili.