Il cortometraggio del Riff, diretto e prodotto da Arjan Brentjes e distribuito da KLIK Distribution, ha al centro la problematica dell’inquinamento. La giovane protagonista che lavora nel museo di storia naturale ha costantemente a che fare con ciò. Il tutto reso in maniera perfetta dai colori, o meglio dal bianco e nero che descrive tutto ciò che ruota intorno alla ragazza. Ad accompagnarla, nelle sue monotone giornate, una musica cupa che va ad incrementare fino alla malattia di quest’ultima. E sarà proprio in questa situazione che la natura stessa, alla quale lei si è dedicata per tanto tempo, le invierà dei segnali. Una riflessione amara e sempre più attuale.
Something borrowed (cortometraggio riff)
Un’anziana signora molto riservata è la protagonista di Something borrowed. Con la direzione di Michaela Wozny, il cortometraggio in concorso al Riff, prodotto da Gabe Robertson Production, racconta una vera e propria avventura legata ad una penna. L’anziana sta per scrivere un biglietto, ma non trova le parole. Nel negozio dove si trova presta, ad un certo punto, la propria penna a un giovane in procinto di sposarsi. Questi, però, porta via con sé la penna. E la signora lo rincorre inesorabilmente. Ma in realtà non è alla ricerca della penna. Forse solo delle parole. E di un bel ricordo. Sicuramente, tra questi cortometraggi, quello che fa più sognare.
The parrot lady (cortometraggio riff)
Questo cortometraggio al Riff è ispirato a una storia vera con al centro un’anziana signora insieme ai suoi tre inseparabili pappagalli colorati. Una vicenda raccontata da una voce fuori campo che accompagna lo spettatore, attraverso i luoghi che la donna percorre. Una donna che preferisce dormire su una panchina in riva al mare per non stare sola. “Se mi addormento e non mi sveglio più non sarò sola” afferma la stessa Euridiki che si presenta alla porta della giovane che racconta la storia. Commozione e riflessione sono alla base del cortometraggio diretto da Michalis Kalopaidis e prodotto da Zedem Media, Cyprus Ministry of Education Culture & Youth.
To the dusty sea
Una storia in stop motion è quella raccontata da Héloïse Ferlay. Il cortometraggio al Riff To the dusty sea mostra la sofferenza e la solitudine di Malo e Zoe, due fratellini che si sentono trascurati. I due fanno di tutto per attirare l’attenzione della madre che sembra, talvolta, dimenticarsi di loro. Quando, però, decidono di intraprendere un viaggio insieme che avrà una svolta un po’ particolare dovranno tutti rivedere le proprie scelte. E rimettersi in gioco. Anche se più indirettamente, anche qui, a dominare è la figura femminile. In questo caso una figura materna che, a causa della sua “assenza” determina le scelte e le azioni dei figli.
Way of Sylvie
Way of Sylvie mostra la vita di una giovane donna che sembra dedicarsi a tutto in maniera perfetta. La sua giornata è quasi sempre identica. Inizia col preparare la colazione, portare fuori il cane, accompagnare i figli a scuola, andare a lavoro, stendere il bucato, pulire casa e assecondare il marito. Per ogni momento, però, Sylvie si “trasforma” cambiando letteralmente il proprio cervello e usandone uno apposito per quella data situazione. Quando un incidente la porta a mescolare tutto, la donna comincia ad interrogarsi e a tentare di trovare una via d’uscita. Una musica concitata va di pari passo con la monotonia sempre più frenetica della giornata. Ma anche al cambio di testa e di stile della donna a seconda della situazione. Il cortometraggio, prodotto da FAMU Film and TV School of the Academy of Performing Arts in Prague, è diretto da Verica Pospísilová Kordic e sembra raccontare una parte della vita della regista, come lei stessa ha affermato.