Al Riff arriva in concorso Havel, opera prima di Slávek Horák, la bio-dramedy incentrata sull’ecclettica e romantica figura di Václav Havel. Drammaturgo, dissidente perseguitato politico sotto il regime comunista della fu Cecoslovacchia, le cui vicende traghettano la dissoluzione del partito, fino al coinvolgimento politico diretto nella carica di Presidente della Repubblica Ceca dal 1993 al 2003.
La trama
Havel ha alla base la realtà degli accadimenti politici e sociali ma è sviluppato attorno al suo protagonista e alla sua intima trasformazione plasmata da quegli stessi eventi: da bohémien sognante a leader di Stato. Slávek Horák percorre 20 anni della vita di Václav Havel: drammaturgo isolato alla fine degli anni ’60, attivista per i diritti umani negli anni ’70 e Presidente alla fine degli anni ’80.
Teatro e politica: tra sogno e realtà
Opera naïf, riuscita pienamente nell’intento progettuale di Slávek Horák. La sua licenza creativa si intrufola nella biografia ufficiale, sovrapponendo le due facce di una stessa medaglia. L’amore di Havel per il teatro dell’assurdo che plasma la sua visione e critica della repressione della Primavera di Praga nel 1968, la ribellione politica con la pubblicazione del manifesto Charta77, la dura detenzione in prigione per ben 5 anni, la stessa ascesa politica sono vissuti dentro una specie di sogno. Nel dubbio sempre lacerante quando si ha a che fare con le conseguenze dirette di scelte da compiere.
L’incertezza emotiva dentro uno Stato di necessità
L’essere sempre tra due dimensioni è il punto di forza di Havel. Siamo visivamente e piacevolmente spiazzati ogni volta quando veniamo proiettati dalla realtà al palcoscenico di un teatro e alla sua rappresentazione. La fluidità e la malinconia, pervasi da ironica leggerezza, non fanno mai dimenticare l’orrore di uno Stato di necessità in cui le libertà individuali sono barattate dalla sopravvivenza.
Questo dualismo viene sublimato nella storia d’amore che lega Václav Havel a Olga Šplíchalová (sua moglie): lui non può fare a meno di attrazioni extraconiugali, pur non riuscendo a staccarsi dal suo punto di riferimento intellettuale ed affettivo. Entrambi resistono dentro un rapporto che supera ogni convenzione.
I due protagonisti
Viktor Dvorák è perfetto nella caratterizzazione e nella evoluzione da bohémien indeciso a uomo maturo, carico dell’opportunità unica concessagli e dell’enorme responsabilità da gestire. Aňa Geislerová è una magnetica e affascinante Olga, capace di rendere la densità di un rapporto e di un amore.