Quasi natale di Francesco Lagi è presente, fuori concorso nella sezione Tracce di teatro, alla 38° edizione del festival di Torino. Il film è stato prodotto da Alfredo Covelli per la Meproducodasolo.
L’opera di Francesco Lagi non racconta certo una storia estranea alla tradizione cinematografica, ma il regista ha il merito di farlo in modo originale. Quasi natale è un’esperienza intima, famigliare, ma solo in parte si giunge al lieto fine. Il regista crea un interessante corto circuito, catapultando i suoi personaggi in un contesto ambiguo, che li accoglie, ma allo stesso modo li assale, con i fantasmi del passato.
La trama
Tre fratelli, Isidoro (Francesco Colella), Chiara (Anna Bellato) e Michele (Leonardo Maddalena), si ritrovano nella casa della loro infanzia. Sono i giorni di natale e la loro madre, gravemente ammalata, deve dire qualcosa ai suoi figli. Ai tre fratelli si aggiunge Miriam (Silvia D’amica), una ragazza che racconta una storia sui pellirossa. I personaggi vivono in perenne attesa, evocando il passato e progettando il futuro.
Non solo teatro
Quasi natale è tratto dall’omonima piacè realizzata dalla compagnia Teatrodilina. Gli autori si sono interrogati sulla scrittura, sulla parola e sulla costruzione di relazione fra i personaggi. Si è partiti dal teatro e si è giunti al cinema.
Il film di Francesco Lagi, però, non è solo un’operazione di traslazione. Considerandolo tale si farebbe un grande torto al regista e ai suoi interpreti. Quasi natale mette al nudo, con discrezione, i sentimenti più intimi di un’intera famiglia, o meglio, di quel che è rimasto.
I tre fratelli
Isidoro, Chiara e Michele sono uomini e donne ormai maturi, che solo apparentemente hanno dimenticato la loro infanzia. Il ritorno, infatti, nella casa dove sono nati e cresciuti li mette difronte al passato e questo è piuttosto sofferente.
Isidoro, a differenza dei suoi fratelli, non ha mai lasciato quella casa. Lui ha lo stesso nome di suo nonno ed è suo dovere sacrificarsi, restando accanto alla madre vecchia e malata. Vive grazie alla pensione della donna e passa da un lavoro ad un altro, senza possibilità di successo.
Chiara, invece, è una giovane donna, in cura da un psichiatra e in crisi con il marito. Michele è l’unico ad avere, almeno sembra, una vita soddisfacente, ma il suo rapporto con Miriam dà l’impressione di nascondere qualcosa.
Miriam e i pellerossa
È Miriam il personaggio più interessante di Quasi natale. La ragazza assomiglia, inspiegabilmente, alla madre dei tre fratelli e ciò la rende misteriosa e affascinante. Lei entra di notte in quella casa, come una ladra, ma non lo è, e la sua storia sui pellerossa rivela una spiritualità genuina.
È questa spiritualità che hanno perso i tre fratelli. Chiara, Michele, ma anche Isidoro, sembrano consumati dall’attesa di ricevere l’agognata rivelazione materna. Le statuine della sacra famiglia e un piccolo albero di natale, non trasmettano il calore famigliare, acquistano, piuttosto, una connotazione spettrale.
Lo spirito natalizio non entra in quella casa, nonostante i goffi tentativi di Isidoro. Quasi natale è ambientato, quasi del tutto, all’interno di quella casa traboccante di un passato che i protagonisti del film non riescono più a decifrare. L’infanzia non è più solo felicità, ma offre spunti che spiegano le sofferenze vissute da adulti.
La struttura teatrale, un punto di forza del film
Quasi natale è senz’altro un film che mantiene una struttura teatrale. Ma non è un difetto, anzi, il regista e gli interpreti usano, a loro vantaggio, questa caratteristica. La teatralità del film è data da vari elementi, come la recitazione.
Questa, però, non diventa mai accademica, anzi, si adatta perfettamente alla situazione e al linguaggio cinematografico. Tutti bravi gli attori, ma è Anna Bellato la migliore. L’attrice con la sua recitazione riesce a rendere molto credibile Chiara, personaggio alquanto singolare.
È soprattutto l’ambientazione degli interni a dare la teatralità al film. Ma la regia di Francesco Lagi ci regala delle immagine girate in esterni molto evocative. I personaggi sembrano attratti da un lago li vicino, qui sfogano la loro inquietudine. Ma questi esterni che ci riportano ancora una volta al teatro. Il lago di Quasi natale crea una particolare “atmosfera” che ricorda molto quella de Il gabbiano di Anton Cechov.