E’ ‘Notturno‘ di Gianfranco Rosi la pellicola italiana candidata alla corsa per l’Oscar per il Miglior film straniero. Lo ha deciso la commissione di selezione istituita presso l’Anica, su richiesta dell’Academy Awards, che si è riunita oggi. L’annuncio ufficiale di tutte le nomination è previsto per il 15 marzo 2021.
La notizia é appena stata battuta da ADN Kronos
Di cosa parla Notturno, il film che andrá agli oscar 2021 per l’Italia alla 93ma edizione degli Oscar nella selezione per la categoria “International Feature Film Award
Trama Notturno di Gianfranco Rosi
Girato nel corso di tre anni sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano, Notturno mette a fuoco, da diverse prospettive, buio e luci della vita quotidiana degli abitanti della martoriata regione del Medio Oriente, fra la riconquista di Mosul e Raqqa, strappate all’ISIS nell’estate-autunno 2017, l’offensiva turca contro il Rojava curdo-siriano nell’autunno 2019 e l’assassinio del generale iraniano Soleimani per mano statunitense a Baghdad nel gennaio 2020.
Il film, tuttavia, non è un reportage sull’interminabile guerra che insanguina la regione perlomeno dall’invasione americana dell’Iraq e la guerra civile siriana, bensì una narrazione per immagini e incontri ravvicinati che costruisce un’unità “umana” al di là delle divisioni geografiche. Di questo stato di tragedia permanente Rosi mostra gli effetti accompagnando al tempo stesso con discrezione ed empatia donne, bambini e uomini in momenti cruciali delle giornate, lasciando a loro la parola, registrata in presa diretta, fra interni intimi e drammatici (case, carceri, ospedali) ed esterni segnati dalle divisioni, dai conflitti, da durezze e fatiche, ma anche da momenti di toccante condivisione.
BROOKLYN, NY – NOVEMBER 03: Director Gianfranco Rosi attends Critics’ Choice Documentary Awards at BRIC Arts Center on November 3, 2016 in the Brooklyn borough of New York City. (Photo by Jemal Countess/Getty Images for BFCA and BTJA)
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Recensione
Se in Dunkirk di Nolan il nemico era presentato in modo nascosto e incorporeo, in Notturno è proprio la guerra a non essere mostrata e ad essere invisibile. Eppure la sua presenza si avverte in ogni istante ed in ogni immagine. È uno spettro che tormenta quei paesi da troppi anni e che è penetrato in ogni spiraglio disponibile, permeando tutti gli strati sociali e ambientali. I confini non sono solo quelli geografici, in cui Rosi ha girato il documentario, ma soprattutto quelli dell’umanità, della tollerabilità e della Vita, che in quelle aree sono stati oltrepassati irrimediabilmente. Notturno si pone l’obiettivo di raccontare questo, di mostrare scenari di quotidianità che appaiono ricolmi di dolore, di malinconica accettazione.
Donne che pregano e piangono per la morte o il rapimento dei propri figli, soldati e soldatesse che pattugliano aree costantemente tese, ragazzi impegnati l’intero giorno con piccoli lavori, pazienti di un istituto psichiatrico alle prese con una rappresentazione teatrale che ricorda gli orrori della guerra. Guerra che, come detto, non viene mai mostrata direttamente. L’unica volta che vediamo azioni di guerriglia è tramite un video in uno schermo, che svolge, quindi, il ruolo di filtro. Ma la percepiamo costantemente, ogni immagine ci ricorda la sua presenza e ogni suono richiama quelli delle armi. Proprio il rumore degli spari e delle mitragliatrici è lo sfondo e la colonna sonora che ci accompagna costantemente. Suoni che si fondono con quelli della quotidianità, come il rumore di un narghilè, che si alterna con gli spari in lontananza. Ma anche i colpi di fucile della caccia e i rimbombi dei tuoni.
La reticenza della parola e il ruolo del movimento
Suoni che richiamano la guerra e che sono ormai parte integrante delle vite di quelle persone. Lo spettatore li distingue e nota il gioco dei richiami, per gli abitanti di quelle aree invece la guerra si è totalmente fusa con le esperienze quotidiane e naturali. Si è imposta come un manto oscuro sovrastando tutto, mentre le persone tentano di proseguire la propria vita. Un ruolo simbolico lo ha anche la parola, che in alcuni segmenti è totalmente assente e che quando è presente è collegata anch’essa a filtri come la preghiera, il canto, il ricordo, il messaggio vocale telefonico, il testo di un dramma teatrale, la radio. Non c’è rimasto più spazio per la parola pura e diretta.
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Notturno e la guerra in Medio Oriente vista da Gianfranco Rosi