Oggi, 23 novembre, Franco Nero, al secolo Francesco Sparanero, compie 79 anni. In mezzo secolo di carriera, ha partecipato a più di 250 film, diretto da registi che hanno fatto la storia del cinema e affianco di attrici di grande fascino, come Claudia Cardinale.
Franco Nero è un attore unico in Italia e nel mondo, è passato dal western al film storico religioso, con professionalità e disinvoltura. I suoi personaggi sono immortali e con il loro fascino hanno conquistato immaginario collettivo, fornendo sempre nuovi spunti alla cinematografia internazionale.
Franco Nero: Un vero attore, non solo una star
Per la carriera di ogni attore e attrice la bellezza fisica ha la sua importanza. Ma col passare degli anni rischia di diventare un pesante fardello. E l’artista è obbligato ad interpretare sempre gli stessi ruoli, come fu per Rodolfo Valentino, il latin lover del cinema muto.
Così non è stato per Franco Nero. All’inizio della sua carriera lo mise in guardia Laurence Oliver, che gli domandò:” Con il fisico che hai vuoi fare più la star o l’attore. La star fa un film ogni anno e interpreta sempre lo stesso ruolo. L’attore è costantemente alla ricerca di qualcosa di nuovo”.
Egli ha decisamente optato per la seconda scelta. La sua filmografia è lunghissima, ma raramente ha interpretato ruoli simili. Pochi possono vantare una vasta gamma di interpretazione talmente variegata.
Dal suo esordio, con Pelle viva (1962) di Giuseppe Fina, per arrivare a Il caso Collini (2019) di Marco Kreuzpainter; Franco Nero ha interpretato film di ogni genere. La fantascienza (I diafanoidi vengono da Marte), la biografia (Il giovane Toscanini) e i film epici (Camelot); sono solo alcuni generi affrontati.
Grazie a questa varietà di repertorio, Franco Nero ha avuto modo di essere diretto da grandi registi. Antonio Pietragelli in Io la conoscevo bene, Elio Petri in Un tranquillo posto di campagna, Luis Bunuel in Tristana, John Hoston in La Bibbia, e tanti altri.
Ogni volta che Franco Nero ha interpretato un ruolo ha dato sempre nuova linfa al suo personaggio. La sua recitazione è di tale potenza da rimanere impressa nella mente dello spettatore, anche quando non è il protagonista principale, come Mussolini ultimo atto (1974) di Carlo Lizzani.
Django e il western
Senza mai ingabbiarsi in uno schema prestabilito, ha frequentato spesso il genere del thriller e soprattutto del western all’italiana. Il più celebre è senz’altro Django (1966) di Sergio Corbucci.
Il film è ambientato al sud degli Stati Uniti, al confine con il Messico. La guerra di secessione è finita da poco e Django (Franco Nero), un reduce nordista, va in giro con una sella sulle spalle e una cassa da morto che trascina. Sul suo cammino per conquistare il tanto agognato oro, dovrà incontrare pericolosi ceffi.
Django consentì a Sergio Corbucci di affermarsi come regista e permise a Franco Nero di diventare uno dei volti più noti del western nostrano. Il film venne considerato uno dei più violenti mai realizzati, ma oggi è ritenuto una pietra miliare del genere.
Quentin Tarantino si è ispirato a questa pellicola per realizzare il suo Django Unchained, ma non solo. Infatti il taglio dell’orecchio in Le iene è tratto dall’opera di Corbucci. Il film è stato fonte d’ispirazione anche per altri registi,come il giapponese Takashi Miike.
Dopo più di cinquant’anni, la sequenza iniziale è diventata una delle più celebre del genere. Di grande cifra artistica è anche la musica, curata da Luis Bacalov.
Django non è certo l’unico western interpretato da Franco Nero. L’attore ha partecipato anche a Vamos a matar companeros, sempre di Sergio Corbucci, Texas addio di Ferdinando Baldi e Keoma di Enzo Castellari.
La Vacanza di Tinto Brass
Ma Franco Nero non si è mai accontento. L’attore sente il bisogno di cimentarsi sempre con nuove sfide. È il 1971 e interpreta il bracconiere Osiride in La Vacanza di Tinto Brass. Un film bizzarro, dove nulla è prevedibile.
Immacolata (Vanessa Redgrave), una giovane ragazza, viene rinchiusa in manicomio dal suo amate. Ottiene un premio e viene liberata per poco tempo, una vacanza. Durante questo breve periodo s’innamora di Osiride (Franco Nero), con il quale vive delle strambe avventure.
È La vacanza, ma non solo, a rivelare la formidabile arte istrionica di Franco Nero. La regia distaccata di Tinto Brass non esalta le qualità fisiche dell’attore, anzi queste vengono quasi nascoste. Ma la sua interpretazione emerge lo stesso, con un registro poetico e anarchico.
Il bandito dagli occhi azzurri di Alfredo Giannetti
Ma è Il bandito dagli occhi azzurri (1980) di Alfredo Giannetti che potrebbe esemplificare l’intera carriera di Franco Nero. Il film oltre la partecipazione del’attore vede quella di Dalila Di Lazzaro e Fabrizio Bentivoglio.
Renzo Dominici (Franco Nero) è un contabile di un’azienda. Zoppo e cagionevole, così appare Renzo In realtà sta fingendo di esserlo allo scopo di poter effettuare una rapina nell’azienda. Si camuffa, usa mettere una zeppa nella scarpa per claudicare e lenti a contatto marroni per nascondere i suoi occhi azzurri.
In questo film interpreta due personaggi contemporaneamente. Il bandito dagli occhi azzurri permette a Franco Nero di essere attore, senza la necessità di esaltare la sua bellezza fisica. Egli arriva al punto di camuffare il suo sguardo magnetico.
Il terzo occhio di Mimmo Guerrini
Il terzo occhio (1966) di Mimmo Guerrini è un film diametralmente opposto. L’opera ebbe molti problemi con la censura. La pellicola, infatti, fu accusata di essere contro la morale pubblica.
Il giovane conte Mino (Franco Nero) vive con la madre (Olga Sunbeauty) e la cameriera gelosa Marta. Pochi giorni prima del matrimonio con la bella Laura (Diana Sullivan), questa muore in un incidente d’auto e poco dopo la madre viene uccisa. Mino perde sempre di più la testa e successivamente uccide alcune giovani ragazze.
È questo un thriller psicologico, che rimanda alle atmosfere di Alfred Hitchcock e in modo particolare Psyco. Il conte Mino Alberti assomiglia molto a Norman Bates e Franco Nero non è meno potente di Anthony Perkins.
Il giorno della civetta, I guappi e Django Lives
Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani e I guappi (1974) di Pasquale Squitieri sono due film dove l’attore recita accanto alla bellissima Claudia Cardinale e altri noti interpreti, come Fabio Testa e Ugo D’alessio.
In questi due film Franco Nero si cimenta in due generi opposti. In Il giorno della civetta, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, troviamo l’attore ad affrontare una difficile prova nel cinema politico, con sfumature da giallo. In I guappi invece è impegnato nel melodramma.
In entrambi i casi l’attore supera a pieni voti la prova e conquista il David di Donatello per il film diretto da Damiano Damiani. La carriera di Franco Nero continuerà a dare delle piacevoli sorprese e pare prossima la realizzazione di Django Lives.