Love & anarchy è il secondo serial svedese distribuito con successo da Netflix dopo Quicksand.
Curioso “esperimento” televisivo, il serial, non di facile schematizzazione, presenta un’ interessante intuizione iniziale che va però lentamente scemando.
Trama
La serie in otto parti ha come protagonista Sofie, una consulente arrivista sposata e madre di due figli. Dopo aver ricevuto l’incarico di modernizzare una vecchia casa editrice, la donna incontra Max, un giovane informatico con cui inizia un flirt inaspettato fatto di sfide segrete a compiere azioni che mettono in discussione le norme sociali. Il gioco comincia innocentemente, dopo che Max sorprende Sofie in “atteggiamenti compromettenti” e la fotografa. Il ragazzo non vuole denaro per eliminare la foto incriminata ma solo pranzare fuori con la donna. Il gioco e la sfida procedono in modo sempre più provocatorio e con conseguenze incalcolabili. Alla fine i due dovranno fare i conti con le loro scelte.
Seduzione e gioco
“Quando queste porte si aprono, esci dall’ascensore e poi cammina all’indietro per l’intera giornata
Le sfide si spostano dalle richieste più innocenti a quelle più “ricercate” e il gioco si evolve con conseguenze importanti.
L’idea iniziale di Love & anarchy si presenta interessante e spinge sicuramente ad iniziare a guardare la serie e a proseguire.
Dove mai porterà i due protagonisti questo meccanismo audace e competitivo? Fin dove si spingeranno?
L’alchimia fra gli attori funziona e le interpretazioni sono sufficientemente credibili. Ma…c’è un ma nel proseguio degli episodi.
Dopo un inizio a base di fuochi d’artificio, la narrazione si perde purtroppo in una stasi o in una prevedibile ripetitività di proposte. Le stesse scene un pò osè risultano fini a se stesse, ridondanti e non arricchiscono in nessun modo un plot che diventa monotono.
L’attrice che interpreta Sofie, Ida Engvoll, è brava a comunicare l’atteggiamento difensivo e impetuoso allo stesso tempo e la frustrazione mista alla rabbia. E’ una donna volitiva e passionale, bramosa di sentimenti, e questo traspare, ma non è sufficiente a mantenere alto e costante l ‘interesse e la tensione verso la storia con il personaggio di Max ( Björn Mosten).
In questo frangente la scena viene completamente “rubata” dai personaggi di contorno che risultano quasi più interessanti dei due protagonisti.
Nonostante le lunghe dissertazioni e le pedanti conversazioni riguardo a problemi di attualità o sociali, il resto del cast fornisce al serial una divagazione necessaria al solo tema del gioco di sfide ripetute tra i due. Occasione mancata ?