FARGO LA SERIE: la recensione delle prime tre stagioni, aspettando la quarta
Mentre arriva la quarta stagione, la serie antologica creata da Noah Hawley e basata sul film dei fratelli Coen continua a mettere insieme grandi interpreti e grandi storie, sempre all'insegna di una scrittura stratosferica
È partita nel novembre 2020 su Sky Atlantic la quarta stagione di FARGO (disponibili tutte le stagioni su Amazon Prime Video), il serial ispirato al capolavoro dei fratelli Coen che però solo nella prima stagione riprendeva luoghi e personaggi dell’opera originale, discostandosi poi gradualmente dal materiale narrativo per lasciare intatta solo l’atmosfera à la Coen.
Un progetto partito nel 2014, che sulla carta venne all’inizio visto con diffidenza o addirittura sbertucciato per l’(apparente) impossibilità di guardare alla pari il film del 1996: la prima stagione vinse invece un Emmy e un Golden Globe, diventando in breve tempo una delle serie più acclamate e premiate degli ultimi anni.
Dal grande al piccolo schermo
D’altronde, in cabina di scrittura troviamo Noah Hawley che nn è certo un nome qualunque: autore di uno dei serial più psichedelici e innovativi degli ultimi anni -quel LEGIONche partiva da un personaggio dei fumetti Marvel creato da Chris Claremont e diventato uno di quei personaggi imprescindibili del panorama seriale mondiale-, ha saputo ricreare un mondo letterario in maniera folgorante. Partendo cronologicamente dal 2006, quando in una piccola cittadina del Minnesota arriva un assassino e fa un patto con un assicuratore, precipitandolo in una spirale di inganni e malvagità sempre più irresistibile.
Nella seconda stagione invece si torna indietro nel 1979, quando due famiglie criminali, del Minnesota e del North Dakota, partendo da una scaramuccia tra sposini iniziano a farsi una guerra sempre più grande e sanguinosa; mentre invece nella terza si passa al 2010, sempre nel Minnesota, dove due gemelli vivono una rivalità sempre più accesa, anche se il più ricco deve fare i conti con il pericolosissimo Verga, esponente di una compagnia di affari particolarmente losca che prende progressivamente il controllo del suo business.
Anche da uno sguardo sommario, è chiaro il disegno che lega le stagioni tra di loro e soprattutto al film: una narrativa vorticosa che parte da un punto centrale e si allarga via via sempre di più in cerchi concentrici sempre più grandi. La tipica cascata di eventi inarrestabile che mettono in scena i Coen, metafora di un caso preda del caos davanti al quale l’uomo non può nulla.
Resta però il fatto che FARGO- LA SERIE è una creatura prepotentemente di Hawley, che si è fatto conoscere e ha fatto fortuna proprio con questa sua eccellenza, e che al film regala solo qualche rimando, o qualche inside joke, mantenendo intatto, come visto, lo spirito e il nucleo emotivo. Sono in fondo tre racconti morali, che sfiorano il pulp prendendo poi la strada di un grottesco surreale intriso nel dramma umano, raccontando persone ordinarie che perdono le coordinate di una esistenza tranquilla quando vengono inaspettatamente travolti dal crimine ma scoprendosi però capaci di azioni indicibilmente crudeli e violente.
Se la prima stagione (che vede tra i protagonisti Billy Bob Thornton e Martin Freeman che inaugurano una tradizione di interpreti di altissimo profilo) è forse, ad oggi, la più folgorante, mentre gioca con le situazioni al limite e regala delle sequenze visivamente meravigliose; la seconda (con Kirsten Dunst) gioca in sottrazione e mette le inquadrature al servizio dei personaggi, rivelandosi particolarmente riflessiva;
mentre la terza (con Ewan McGregor) è la più brillante e sofisticata, un racconto morale sul malinteso e l’apparenza declinati nell’ottica dell’Assurdo tipicamente coeniano, che però si concede digressioni troppo lunghe che disperdono la tensione e lasciano maturare ed esplodere la storia fuori tempo. Sempre però di altissima qualità.
È anche per questo che FARGO LA SERIE vanta una compattezza e una coerenza formale non indifferente, pur restando una serie antologica: la scrittura di Hawley è però così preziosa e puntuale che il passaggio di diversi registi non ne intacca minimamente la struttura.
Se ad essere messa in scena è l’eterna lotta tra Bene e Male, ma soprattutto poi del Male contro sé stesso, FARGO dice chiaro che l’ira degli dei punisce sempre la tracotanza degli uomini: ma il Male è un’idra dalle mille teste, che fioriscono per l’eternità.
FARGO — “Welcome to the Alternate Economy” – Year 4, Episode 1 (Airs September 27) Pictured: Jason Schwartzman as Josto Fadda, Tommaso Ragno as Donatello Fadda. CR: Elizabeth Morris/FX
La quarta stagione, per i tipi di Sky Atlantic e Amazon Prime Video, si trasferisce a Kansas City (almeno all’inizio), in un 1950 dove due boss rivali, uno italoamericano e uno nero, scambiano i loro figli per garantire la pace alle rispettive famiglie. Nel cast, l’italianissimo e bravissimo Tommaso Ragno accanto a Salvatore Esposito.
FARGO - LA SERIE
Anno: 2014
Durata: 4 stagioni, 41 episodi
Distribuzione: Amazon Prime Video, Sky Atlantic
Genere: commedia/grottesco
Nazionalita: Stati Uniti
Regia: aavv
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