The lighthouse è il secondo lungometraggio horror diretto da Robert Eggers, autore nel 2015 dell’acclamato The witch. Il The witch che s’immergeva nel New England del XVII secolo per raccontare di una famiglia contadina timorata da Dio in un posto a quanto pare popolato da streghe. Il New England che, spostando l’ambientazione da rurale a marittima, fa anche da scenografia a quest’opera seconda, su un’isola nel 1800. Isola dove si trovano due singolari guardiani di un faro che, considerando la coppia maschile protagonista, potremmo quasi interpretare in qualità di simbolo fallico.
Uno è un barbuto e veterano del mestiere Willem Dafoe; l’altro un baffuto e novello Robert”Twilight”Pattinson che gli fa in un certo senso da allievo.
Un rapporto che potremmo definire addirittura paterno? O, semplicemente, un’unione tra due diversi individui che rischia di lasciar avvertire perfino omosessualità latente?
Poco ci importa, in quanto a suscitare interesse è che è interamente sul loro eccellente duetto recitativo che si costruisce The lighthouse. Due diverse solitudini che Eggers catapulta in una situazione di tempesta (e di alcool) che minaccia di strapparli via dalla rupe.
Due diverse solitudini di cui accentua le sensazioni di oppressioni e claustrofobia anche nella scelta di girare il film in formato 5:4, con bande nere laterali. Mentre genera un clima fortemente espressionista – ma con qualche intuibile rimando a L’Atalante di Jean Vigo – ricorrendo all’immagine in bianco e nero. Del resto, è proprio la umida atmosfera tempestata di spettrali ombre come ai tempi di F.W. Murnau e Fritz Lang a rivelarsi l’elemento maggiormente avvincente dell’operazione.
Man mano che la teatralità testimoniata dai lunghi dialoghi tra Pattinson e Dafoe viene alternata alla magia del continuo alternarsi tra realtà e probabili sogni.
Continuo alternarsi comprendente anche una copula con una sirena che non può fare a meno di suggerire echi lovecraftiani. All’insegna di una progressiva discesa nella follia, nel degrado umano e nella perdita della razionalità dettati dall’isolamento. Perennemente sul filo dell’ambiguità, fino all’epilogo di sicuro prestante a più interpretazioni di The lighthouse, disponibile su supporto blu-ray sotto il marchio Universal. Con otto minuti di making of, tre di scene eliminate e trentotto di featurette Racconto buio e tempestoso nella sezione extra. Tutti contenuti in versione originale priva di sottotitoli italiani.