Connect with us

Magazine

Being My Mom: il corto di Jasmine Trinca

Al Festival Sguardi Altrove in apertura il corto di Jasmine Trinca, debutto alla regia, con Alba Rohrwacher e Maayane Conti

Pubblicato

il

In apertura di Sguardi Altrove, Being my mom, il cortometraggio di Jasmine Trinca, evidenzia immediatamente il tema centrale del Festival: le donne.

Il corto, già presentato al Festival di Venezia 77 nella sezione Orizzonti, è una poetica dedica fatta dalla Trinca alla madre, affetta da sclerosi multipla e scomparsa quando l’attrice era poco più che trentenne (ed era diventata a sua volta mamma). Protagoniste sono Alba Rohrwacher e Maayane Conte.

Trama:

In una torrida giornata, in una Roma deserta, una madre e una figlia camminano senza sosta, trascinando una grande valigia. La valigia ha un contenuto misterioso che non viene mai rivelato . Ma è pesante e difficile da trasportare. Il caldo è opprimente, ognuna di loro cammina adeguandosi agli strani movimenti della valigia che sembra quasi possedere una sua autonoma identità. Il cimitero è ua delle tappe da raggiungere, soffermandosi a riflettere tra le statue di angeli e fiori appassiti. Le due sembrano cercarsi, sfuggirsi, ribaltare continuamente i loro ruoli naturali. Finché, in un solo gesto, si disvela davanti a loro l’epifania inaspettata di quell’amore.

Being my mom: una silenziosa metafora

La definisce così la regista la sua opera prima: una passeggiata metaforica nell’esistenza di due donne, una madre e una figlia, due protagoniste che protagoniste non sono se non della loro vita.  Le osserviamo con sguardo accidentale, creature che partecipano dell’esistenza, inessenziali al mondo, essenziali l’una per l’altra. 

Non ci sono dialoghi in questo intimo percorso, fatto di silenzi che raccontano, di buffe risate sul letto di una mattinata calda, di sospiri e di triste riflessioni. Perchè a volte semplicemente le parole non servono, “è importante condividere anche i silenzi“ ha aggiunto la Trinca.

La valigia dal contenuto misterioso viene trascinata dalle due come a volerla accompagnare in un luogo a cui appartiene. Forse è carica di ricordi, forse ha in sè un addio che non si riesce ad esprimere, un’anima che deve compiere un lungo viaggio. Ribaltando continuamente i loro ruoli naturali, scambiandosi in qualche modo i ruoli di madre e figlia“, ad accompagnarla c’è un Legame, forte ma a tratti sfuggente, tra una madre e una figlia che sono complici e allo stesso tempo diverse.

Il legame messo in scena dalla regista  vede la bambina protagonista ora protettiva, ora autoritaria come fosse il genitore tra le due. Guarda spesso la madre con i suoi enormi occhi e si carica sulle spalle una responsabilità che forse avverte. Madre e figlia trascinano questo peso che  condividono e trovano nei piccoli gesti un continuo chiedere e donare amore, un chiedersi scusa a vicenda di quanto è mancato o non è stato compreso.

BMM_-_BEING_MY_MOM_-_c_foto_di_Fabio_Zayed_3_11.jpg

Being My Mom, director Jasmine Trinca, cinematographer Daria D’Antonio.
Rome August 2019

Una corsa contro il tempo

E’ una corsa contro il tempo per giungere in un luogo. E’ il luogo della partenza, dove il silenzio si fa ancora più necessario e dove deve avvenire il distacco, troppo difficile da compiere.

Le due giungono in cima al Gianicolo, dove il Cannone spara un colpo a salve alle dodici in punto sin dal dal 1847, e poi giù sul Ponte S’Angelo fino al Tevere dove ancora si scorge Triumphs and Laments il murales di William Kentridge per risalire dalle parti di Piazza Farnese.

Nel cimitero deserto e sorvegliato da alti alberi maestosi, la bambina afferra il corpo della madre che sta scivolando via dal muretto assolato. C’è ancora tempo per un lungo abbraccio prima che tu vada via, sembra voler dire la bambina, aggrappata al corpo della madre.

La corsa verso la partenza fa una sosta alla Fontana del Mascherone per  placare l’arsura e, in mezzo a quel distacco e a quel vuoto di parole, arriva un gesto colmo di amore e di condivisione e uno sguardo che racconta il resto. “Dopo la sua morte ho capito come il suo sguardo mi aveva sempre influenzato. Volevo che trasparisse proprio questo”, ha dichiarato la regista.

Un lavoro intimista fatto di sguardi e piccoli gesti dunque che richiama alla capacità di perdonare e di comprendere la fragilità di una madre che può avere i suoi momenti di assenza.

Il cast:

Inizialmente propensa ad interpretare lei stessa il ruolo della madre, Jasmine Trinca ha poi deciso di affidare la parte  ad Alba Rohrwacher, da lei definita ”

una Buster Keaton con la sensualità di una pantera“. Straordinaria la piccola Maayane Conti che regala al corto alcuni dei momenti più toccanti grazie alle sue intense espressioni. Poetico il finale con la sua  voce, che chiude il quadro intonando la filastrocca in francese À la claire fontaine, resa famosa  da Louis Malle e dal suo Arrivederci ragazzi (Leone d’oro a Venezia nel 1987).

PRODUZIONE: Olivia Musini – Cinemaundici

Being my mom

  • Anno: 2020
  • Durata: 12'
  • Distribuzione: Maiorino Gaetano - True Colours Glorious Films
  • Genere: cortometraggio
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Jasmine Trinca